7. LE CAUSE ECONOMICHE DELLA CADUTA DELL'URSS
Quello che segue76 è a parere di chi scrive uno dei migliori saggi scritti sulla questione delle cause della caduta dell'URSS, concentrando l'attenzione sulle sue problematiche economiche di lungo corso, esulando quindi dalla sola categoria del tradimento dirigenziale avvenuto con Gorbačev:
«Il dibattito sulle cause della caduta dell’URSS è ampio e variegato. La corretta comprensione di un evento di tale portata aiuta senz’altro lo sviluppo del movimento operaio odierno, lasciato orfano da un riferimento ideale e materiale così importante quale fu il primo Stato operaio della storia. Lasciando da parte il liquidazionismo di chi vede nell’URSS “l’impero del male” e “un regime totalitario” (parole senza senso, riflesso della criminalizzazione borghese dell’esperienza sovietica, che gran parte della sinistra riformista e radicale propaga a piene mani), e le analisi senza costrutto degli economisti borghesi che si limitano a ripetere la tautologia del “comunismo crollato perché l’economia comunista non può funzionare” (spacciando così i loro pregiudizi di classe per scienza) – è opportuno avanzare critiche precise sugli eventi che hanno contribuito a sconvolgere il mondo.
Concentriamoci sui problemi economici del socialismo sovietico negli anni ‘80. Spesso di sente dire, senza prove e quasi come luogo comune, che l’economia sovietica era al collasso; ma ciò è falso, e sono pronti ad ammetterlo anche i più attenti studiosi anti-comunisti. Il PIL cresceva a livelli ben superiori delle economie occidentali, e ben più di quanto cresca oggi in Europa e USA; i bisogni di base – alimentari, locativi, energetici – erano pienamente soddisfatti; la disoccupazione scomparsa; i servizi pubblici gratuiti e di buon livello per tutti; settori industriali e tecnologici spesso più avanzati di quelli capitalistici; una produzione culturale e un’istruzione infinitamente superiore in qualità e diffusione popolare rispetto ai paesi capitalistici. Globalmente l’economia dell’URSSS – e delle Repubbliche socialiste dell’Est Europa, spesso in certi settori più avanzate della stessa URSS, si pensi alla Germania Est e alla Cecoslovacchia – era in buona salute, non per questo era perfetta né esente da problemi anche importanti. Eppure vi fu una necessità di riforme che condusse alla caduta del Sistema. Che cosa successe? Un aspetto di critica più pertinente rispetto a quanto accade si incontra piuttosto quando si dibatte sul rifiuto dell’URSS di innovare introducendo meccanismi di mercato (o continuare la NEP, o seguire il modello cinese), o sull’impossibilità stessa di riformare il modello socialista integrale. In proposito, vanno precisati alcuni aspetti che speriamo possano contribuire al dibattito, questi aspetti sono di natura economica e ci limiteremo qui a tracciarne le grandi linee, rimandando per i dettagli e le statistiche alla bibliografia in nota».77
76. A. Ferretti, Il socialismo tradito. Le cause della caduta dell'URSS, Lottobre.wordpress.com, 1 novembre 2016. Il saggio va a coprire per intero il capitolo ma per agevolare la lettura sono stati aggiunti dei sottotitoli a dividere tematicamente i contenuti. La bibliografia indicata dall'autore per la stesura di questo mini-saggio è la seguente: R. Keeran & T. Kenny, Le Socialisme trahi. Les causes de la chute de l’Union soviétique (The Socialism Betrayed. Behind the Collapse of the Soviet Union), Paris, Delga, 2012; H. Alleg, Le grand bond en arrière, Paris, Delga, 2011; G. Furr, Chruscev mentì, La città del sole, 2016; M. Parenti, Black Shirts and Reds, Rational Fascism and the Overthrow of Communism, 1997; Impressioni dalla Cina popolare; Cina popolare/Unione europea: l’insostenibile paragone; Lezioni cinesi sulla crisi finanziaria.
77. Ibidem.