05. L'ELOGIO DELL'IGNORANZA E LA DISTRUZIONE DELLA CULTURA
«Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono!» (Malcolm X)52
«La democrazia di massa fornisce l'armamentario politico per realizzare questa introiezione del principio di realtà; essa non solamente per mettere il popolo (fino a un certo punto) di scegliere i propri padroni e di partecipare (fino a un certo punto) al governo ma consente anche ai padroni di scomparire dietro la cortina tecnologica dell'apparato di produzione e distruzione da essi controllato, e nasconde i costi in uomini (e in materiali) dei benefici e dei comforts che essere riversa su quanti sono disposti a collaborare. La gente, efficacemente manipolata ed organizzata, è libera: ignoranza, impotenza ed eteronomia introiettata costituiscono il prezzo della sua libertà». (Herbert Marcuse, 1966)53
Che l’ignoranza del popolo sia una delle condizioni migliori per il prosperare dei potenti è storia vecchia quanto l’umanità. Tale problema, quanto meno in Occidente, si credeva però risolto con l’avvento del libero accesso all’istruzione di massa. In realtà non basta saper leggere e scrivere per sfuggire all’ignoranza e acquisire una cultura minima capace di trasformare un individuo in un consapevole cittadino. Sempre più si parla invece del fenomeno dell’analfabetismo funzionale. Simona Mineo, ricercatrice per l’INAPP (“Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche”; ex ISFOL) spiega che «chi è analfabeta funzionale non è incapace di leggere ma, pur essendo in grado di capire testi molto semplici, non riesce a elaborarne e utilizzarne le informazioni»54. Parliamo quindi di competenze abbastanza basiche, come capire da cima a fondo un articolo di giornale. La cosa più inquietante è che a questo livello il discorso non riguarda la libertà di espressione, ma uno stadio molto basso di possibilità cognitiva. I rapporti realizzati dall’OCSE parlano di una percentuale della popolazione affetta da tali problemi assai elevata. In Italia si parla di circa il 30%, anche se secondo il celebre linguista Tullio De Mauro, che scriveva nel 2014 ragionando complessivamente sul tema dell’analfabetismo di ritorno, «solo il 30% degli adulti ha un rapporto sufficiente con lettura, scrittura e calcolo. Gli altri si muovono solo in un orizzonte ristretto, subendo quel che succede senza saper capire e reagire»55. Una buona parte del paese è insomma impossibilitata a farsi un’idea completa di un frammento di testo scritto. Gran parte del paese è incapace di verificare una notizia risalendo alle fonti tramite un motore di ricerca. Siamo abituati a indignarci per la carenza di alfabetizzazione dei paesi meno sviluppati, ma la verità è che il problema dell’analfabetismo cresce e si evolve di pari passo anche in Occidente. Il problema non riguarda infatti solo l’Italia, ma percentuali comunque elevate (dal 10% al 25%) si riscontrano anche in altri paesi “sviluppati”. Di fronte a tali cifre il discorso sul potere mediatico fatto in precedenza acquista maggiore peso e rilevanza e il cerchio si chiude. In questa situazione l’istruzione pubblica, gratuita e libera, resta uno dei baluardi fondamentali da difendere e rinsaldare, ben consapevoli che il suo solo mantenimento è insufficiente per invertire la rotta, ma diventa condizione assolutamente necessaria come punto di partenza. L’attacco all’istruzione pubblica appare quindi come uno dei grimaldelli fondamentali per favorire l’acquisizione da parte della maggioranza della popolazione di un’alfabetizzazione basica e tecnica ma non “critica”, non capace cioè di cogliere le contraddizioni di un messaggio mediatico o politico complesso. Per dirla in termini più semplici: un analfabeta funzionale farà certamente ancora più fatica a comprendere le questioni della politica estera e sarà molto più propenso ad accogliere la versione ufficiale proposta, oppure a disinteressarsi totalmente della questione. Non c’è da stupirsi se la diffusione dell’analfabetismo funzionale faccia quindi comodo alle classi dominanti e all’imperialismo. Un popolo che non è in grado di interagire con la società dell’informazione è un popolo eccellente da prendere in giro. Un’ipotesi del genere è già stata fatta in passato d’altronde, e non da un bolscevico, bensì da un Padre costituente della Repubblica italiana.
52. Citato in A. Haley, The Autobiography of Malcolm X, Ballantine Books, New York 1999, p. 67.
53. H. Marcuse, Eros e civiltà, Einaudi, Torino 1968, Prefazione politica 1966 [1° edizione originale 1955], p. 34.
54. E. Murgese, Analfabeti funzionali, il dramma italiano: chi sono e perché il nostro paese è tra i peggiori, L'Espresso (web), 21 marzo 2017.
55. I. Palisi, «Così gli italiani ridiventano somari». Tullio De Mauro spiega l’analfabetismo di ritorno: «Regrediamo se il cervello non si allena», Il Mattino (web)-Blog.mondodigitale.org, 29 maggio 2014.