5.6. I MANUALI SCOLASTICI DELLA BORGHESIA
Un altro aspetto indispensabile dell’egemonia imperialista è la struttura dei manuali scolastici, sempre più improntati al ripristino di una concezione puramente borghese e filocapitalista, in particolar modo in ambito umanistico. Su questo fronte regna sovrano il revisionismo storico. Negli anni del secondo dopoguerra, in un clima culturale fondato su un formale antifascismo organico, si poteva trovare un equilibrio nei manuali di testo, ed in particolar modo in quelli di Storia. Oggi la sproporzione è invece evidente: il comunismo e l’URSS sono schiacciati in quasi tutti i manuali di Storia in un capitolo dedicato ai totalitarismi, a fianco della Germania nazista e dell’Italia fascista. Gli argomenti e le informazioni aggiornate e più imparziali sulla storia sovietica risultano pressoché introvabili e rimangono di possibile trattazione solo nel caso in cui uno studente abbia la possibilità casuale di trovare un docente particolarmente acculturato o progressista. In mancanza di tale episodica condizione, milioni di studenti ogni anno imparano meccanicamente la nozione per la quale il comunismo e il socialismo siano state delle ideologie totalitarie, o tutt’al più delle belle utopie tradite da una serie di degenerazioni violente e sanguinarie. La situazione non migliora neppure in ambito universitario. Seppure permangano facoltà e professori capaci di andare controcorrente rispetto alla tendenza generale, la prassi è stata di far propria la visione promossa furbescamente da Hannah Arendt. Le possibilità che gli studenti più acculturati possano conoscere altri approcci sono sistematicamente ostacolate anche in questo caso dall’imposizione di testi universitari stampati a senso unico. In ambito economico è stata cancellata quasi completamente la possibilità di studiare criticamente la disciplina in maniera marxiana. In ambito filosofico, infine, il marxismo, che è arrivato ad essere (ed è tuttora, considerando la Cina) la filosofia dominante nel mondo per una percentuale variabile tra il 20% e il 30% della popolazione mondiale, viene ridotto ad uno studio semplificato e banalizzato di Marx, mentre assai raramente viene approfondito nei suoi sviluppi (Engels, Lenin, Gramsci, Mao, Stalin, la Scuola di Francoforte, ecc.).
In Italia il manuale scolastico di filosofia più usato è tuttora l’Abbagnano-Fornero, adottato dalla larga maggioranza degli insegnanti. In tale manuale lo spazio concesso al marxismo è ridotto all’osso: allo sviluppo del marxismo nel ‘900 viene riservata quasi la medesima attenzione che agli sviluppi delle filosofie ebraiche o a quello di un pensatore cattolico reazionario come Jacques Mauritain. Un grande autore come Engels viene trattato in una paginetta, bistrattato come un dogmatico. Un genio come Paul Lafargue, autore di opere come Il diritto all'ozio e La religione del Capitale, non viene neanche citato marginalmente... Non ci sarebbe da stupirsi se in un futuro prossimo lo stesso Marx venisse rimosso dalle indicazioni ministeriali dei programmi dell’ultimo anno dei licei. Per prevenire ogni problema, infine, la tendenza è quella di ridurre le ore dedicate allo studio della Storia (passate anche in molti licei da 3 a 2 settimanali), tanto che risulta spesso quasi impossibile riuscire ad andare oltre il periodo della seconda guerra mondiale. In ambito filosofico vige più o meno lo stesso discorso: la tendenza generale è quella di concentrarsi su pochi autori del XIX secolo (la gran parte dei quali reazionari: Kierkegaard, Schopenhauer, Nietzsche, Bergson) svolgendo pochissimo il pensiero del XX secolo. Tale tendenza, constatabile empiricamente da qualsiasi studente italiano di un liceo, non è solo italiana. Negli ultimi anni, in polemica politica con la costruzione del canone filosofico dominante, un professore francese di storia e filosofia, Michel Onfray, ha realizzato una Controstoria della filosofia tesa a restituire spazio a tutti quegli autori materialisti, edonisti, libertari e rivoluzionari che sono stati sistematicamente cancellati o ridotti all’osso nella manualistica scolastica. La nostra epoca sta assistendo ad una sistematica cancellazione totale di un punto di vista radicalmente “altro” in ambito storico e filosofico. Ne è un esempio la difficoltà di trovare in commercio la Storia Universale dell’Accademia delle Scienze dell’URSS, un lavoro imponente che ha ricevuto in passato le lodi di studiosi come Luciano Canfora, Franco Cardini, Giuseppe Galasso, Jacques le Goff e non solo. Si provi invece a rintracciare un manuale scolastico di storia o di filosofia di quelli usati in URSS. Introvabili.
In Italia il manuale scolastico di filosofia più usato è tuttora l’Abbagnano-Fornero, adottato dalla larga maggioranza degli insegnanti. In tale manuale lo spazio concesso al marxismo è ridotto all’osso: allo sviluppo del marxismo nel ‘900 viene riservata quasi la medesima attenzione che agli sviluppi delle filosofie ebraiche o a quello di un pensatore cattolico reazionario come Jacques Mauritain. Un grande autore come Engels viene trattato in una paginetta, bistrattato come un dogmatico. Un genio come Paul Lafargue, autore di opere come Il diritto all'ozio e La religione del Capitale, non viene neanche citato marginalmente... Non ci sarebbe da stupirsi se in un futuro prossimo lo stesso Marx venisse rimosso dalle indicazioni ministeriali dei programmi dell’ultimo anno dei licei. Per prevenire ogni problema, infine, la tendenza è quella di ridurre le ore dedicate allo studio della Storia (passate anche in molti licei da 3 a 2 settimanali), tanto che risulta spesso quasi impossibile riuscire ad andare oltre il periodo della seconda guerra mondiale. In ambito filosofico vige più o meno lo stesso discorso: la tendenza generale è quella di concentrarsi su pochi autori del XIX secolo (la gran parte dei quali reazionari: Kierkegaard, Schopenhauer, Nietzsche, Bergson) svolgendo pochissimo il pensiero del XX secolo. Tale tendenza, constatabile empiricamente da qualsiasi studente italiano di un liceo, non è solo italiana. Negli ultimi anni, in polemica politica con la costruzione del canone filosofico dominante, un professore francese di storia e filosofia, Michel Onfray, ha realizzato una Controstoria della filosofia tesa a restituire spazio a tutti quegli autori materialisti, edonisti, libertari e rivoluzionari che sono stati sistematicamente cancellati o ridotti all’osso nella manualistica scolastica. La nostra epoca sta assistendo ad una sistematica cancellazione totale di un punto di vista radicalmente “altro” in ambito storico e filosofico. Ne è un esempio la difficoltà di trovare in commercio la Storia Universale dell’Accademia delle Scienze dell’URSS, un lavoro imponente che ha ricevuto in passato le lodi di studiosi come Luciano Canfora, Franco Cardini, Giuseppe Galasso, Jacques le Goff e non solo. Si provi invece a rintracciare un manuale scolastico di storia o di filosofia di quelli usati in URSS. Introvabili.