«La mancanza di sobrietà e di ordine intellettuale porta anche al disordine morale. […] Ogni collasso porta con sé disordine intellettuale e morale. Bisogna creare gente sobria, paziente, che non disperi dinanzi ai peggiori orrori e non si esalti a ogni sciocchezza. Pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà».
(Antonio Gramsci, Quaderni dal Carcere, Quaderno I [XVI], voce 63, Lorianismo e Graziadei)
Nella società in cui viviamo i giovani sono spesso disinteressati alla politica e molti di quelli che si avvicinano ad un partito lo fanno superficialmente, per una vaga comunanza di ideali e senza approfondire l’analisi concreta della società. Non è raro incontrare persone che si avvicinano ad un partito perché ne condividono alcune proposte politiche, salvo dopo qualche anno (a volte qualche mese) restituire o non rinnovare la tessera. In alcuni casi chi è stato iscritto ad un partito comunista si ricicla in partiti genericamente di sinistra, quando non addirittura in movimenti che non si definiscono neppure vagamente sinistra e che predicano la fine della storia e la fine delle ideologie. Questi personaggi dimostrano di non essere comunisti, e forse di non esserlo mai stati... La colpa di questa situazione non è solo di questi personaggi opportunisti, ma ricade pesantemente sul partito che evidentemente non è stato in grado di formare il nuovo iscritto rendendolo un militante consapevole. Oggi i partiti si sono trasformati di fatto in “federazioni di correnti” in cui il singolo iscritto si limita ad appoggiare una fazione interna piuttosto che un’altra. Spesso i militanti sono impreparati e a volte non riescono neanche a sostenere un contraddittorio politico. I militanti di oggi sono i dirigenti di domani: se la base militante è poco competente da quella base verranno fuori dei dirigenti poco competenti.