9.2. IL MODELLO DI CHONGQIN
Kevin Lu67 presenta il modello “radicale” di Chongqing, mostrando come nell'attuale RPC convivano diversi esperimenti locali, capaci di sviluppare in maniera impetuosa anche le realtà più depresse, fungendo poi da stimolo ed esempio prezioso per la dirigenza del PCC:
«Chongqing è stata a lungo conosciuta come la “capitale nebbiosa” della Cina, alludendo alla sua umidità e al suo status di base di Chiang Kai Shek durante l’invasione giapponese. La nebbia s’è fatta più fitta dalla caduta in marzo di Bo Xilai, l’allora Segretario del Partito della mega municipalità montana, e alla frenesia di accuse a lui e ai membri della sua famiglia. Giovedì [9 agosto] la moglie di Bo sarà processata per l’omicidio dell’affarista britannico Neil Heywood e sarà con ogni probabilità giudicata colpevole. Come per lo stesso Bo, il suo destino è ancora incerto. Quando la nebbia si diraderà, potrebbe svelarsi il reale impatto di questo bizzarro episodio sul futuro della Cina. Un set unico di politiche economiche e sociali adottate dall’amministrazione Bo a Chongching durante i precedenti 4 anni e mezzi – ampiamente conosciute in Cina come “modello Chongqing” – rappresenta una deviazione radicale dalla politica statale mainstream. Come risultato dell’incidente Bo, il modello è stato screditato, specialmente il movimento nostalgico delle canzoni rosse che organizzava raduni pubblici di massa per cantare canzoni rivoluzionarie e la pesantissima campagna “colpire il nero” contro la criminalità organizzata. Molti elementi del modello Chongqing, comunque, continuano ad essere popolari a livello locale. È importante capire perché. Fino alla fine degli anni ’90 Chongqing è stata economicamente stagnante. Quella che una volta era l’orgogliosa capitale del tempo di guerra poteva celebrare poco altro che non fosse il cibo, probabilmente il migliore e il più piccante del paese. Nel 2000, quando Beijing ha lanciato la sua strategia “andare a ovest”, Chongqing è diventata la testa di ponte degli sforzi per sviluppare le vaste provincie orientali del paese. Rimaneva però molto indietro rispetto alle altre tre municipalità gestite centralmente, le centrali economiche Beijing, Shanghai e Tianjin. Sono state le innovazioni di politiche dell’amministrazione di Bo, come Segretario del Partito, e del sindaco Huang Qifan che hanno trasformato la città dalle fondamenta. Per capire la specificità del modello Chongqing, è utile osservare il percorso di crescita della Cina dal 2000. Per quanto impressionante nel ritmo, i critici hanno etichettato il recente percorso di crescita cinese come “Guo jin min tui”, traducibile a spanne come “l’interesse dello stato avanza mentre quello del settore privato e del popolo arretra”. La Cina ha mantenuto un modello economico a direzione statale che mette le esportazioni e gli investimenti prima del livello delle condizioni di vita. Nel 2011, tra le 500 imprese più grandi della Cina, le imprese di proprietà statale rappresentava il 90% degli assett e l’85% dei guadagni. Tra il 1983 ed il 2010 i salari sono scesi dal 56,6% al 36,7%. Il governo ha fissato i tassi d’interesse a bassi livelli per punire i risparmiatori cinesi mentre le banche di proprietà statale hanno segnato profitti record da 161 miliardi di US$ nel 2011. Mentre l’economia cinese dal 2000 è cresciuta all’incirca del 10% annuo, la qualità della vita per la famiglia cinese media è migliorata molto più lentamente.
Il dibattito in Cina è spesso descritto come una scelta tra investimenti guidati dalle esportazioni e consumo, o stato e persone. Ma a Chongqing il governo municipale pare aver trovato una terza via usando politiche e fondi pubblici per migliorare la qualità della vita del popolo. Questo modello eterodosso non incoraggiava il consumo individuale a scapito degli investimenti, piuttosto usava risorse statali per stimolare consumi collettivi. Il modello si concentrava sul finanziare investimenti in aree in cui gli standard di vita potevano essere immediatamente innalzati. A Chingqing, l’amministrazione Bo ha migliorato la sicurezza pubblica, ha ricostruito le infrastrutture, ha attirato investimenti diretti esteri e ha sperimentato diverse innovazioni sulle politiche dell’urbanizzazione. La campagna “colpire il nero”, largamente letta come lesiva delle libertà civile e dei diritti di proprietà privata, ha significativamente ridotto la criminalità di strada. Le imprese statali a Chongqing, secondo i dati del Ministero delle Finanze, hanno versato tra il 15 e il 20% dei loro profitti al governo, il dato più alto della Cina, che sono diventati finanziamenti per infrastrutture e programmi sociali mirati a migliorare le condizioni di vita del popolo. Il sindaco Huang Qifan (che ha mantenuto il suo ruolo) ha affermato che il suo obbiettivo è acquisire il 30% dei profitti delle imprese statali nel 2015. Un piano di posatura di alberi da 1,5 miliardi di US$ l’anno, ora ampiamente criticato dai media cinesi come uno spreco, ha fatto un’enorme differenza per l’ambiente di una città industriale. Negli ultimi 5 anni, il PIL di Chongqing è cresciuto ad una media del 15,8% annuo, comparato al 10,5% dell’intera Cina, contribuendo a colmare la differenza tra Chongqing e le altre municipalità centralmente gestite della Cina. Bo ha promosso Chongqing come il posto in cui sperimentare diverse politiche dirette a risolvere la vecchia tensione tra zone rurali ed urbane della Cina. Fino al 2011, Chongqing ha speso 15 miliardi di US$ per costruire 13 milioni di metri quadri di case pubbliche per famiglie povere, con altri 40 milioni di metri quadri programmati che potrebbero ospitare fino a 2 milioni di persone. La città ha inoltre concesso più di 3 milioni di hukou, i permessi di residenza urbana, a lavoratori rurali immigrati, dandogli accesso a sanità, educazione e sicurezza sociale – qualcosa di inaudito altrove in Cina. Sono queste misure sostanziali, non le campagne populiste che pure ha sfruttato, ad aver costruito la popolarità delle politiche di Bo a Chongqing, anche dopo la sua caduta. Il modello Chongqing è un esperimento audace nell’uso di risorse statali per portare avanti gli interessi popolari rafforzando il ruolo del partito e dello stato. Nel breve termine il modello di Chongqing rimarrà oscurato fuori e dentro la Cina per via del boomerang delle ambizioni politiche e degli errori di Bo e delle accuse contro la moglie. Ma quando il polverone si calmerà e la nebbia si diraderà, il modello Chongqing potrebbe essere ricordato come un utile esperimento economico e sociale, che ha affrontato le tensioni tra lo stato e il popolo che caratterizzano lo sviluppo della Cina contemporanea, fornendo un’alternativa credibile mentre la Cina lotta per riequilibrare la sua economia e le sue politiche. Mentre la carriera politica di Bo è chiaramente finita, potrebbe comunque riuscire a essere ricordato come un cane sciolto che si è preso il rischio di affrontare questa sfida, qualunque fossero le sue motivazioni personali».
67. K. Lu (a cura di P. Rizzi), Il modello di Chongqing ha funzionato, Foreign Policy-Kowapaolo.wordpress.com, 10 aprile 2012.