21 Novembre 2024

F.04. CIRCOLAZIONE DELLE MERCI: DA MDM A DMD’

«Che cosa è il capitale? “Una certa quantità di lavoro ammassata e messa in riserva” (Smith)».
(Karl Marx, dai Manoscritti Economico-Filosofici)
Per “realizzare” il valore di scambio di una merce bisogna venderla sul mercato. Per comodità di scambio (e per superare la scomodità del baratto), è necessaria una rappresentazione comprensibile di quel valore, tramite l’uso di una merce specifica che può essere impiegata come termine di paragone per tutte le altre. Questa merce è il denaro e si comporta come una forma di equivalente generale astratto di tutte le merci. Il valore di scambio di una merce è quindi rappresentato in forma di denaro e viene espresso da un certo prezzo (che varia attorno al valore della merce tramite la legge della domanda e dell’offerta). Il denaro si afferma in maniera preponderante quando la produzione di merci diventa caratteristica dominante dell’economia (nell’Europa Occidentale tra il XVII e il XVIII secolo). La circolazione delle merci è una serie di passaggi di mano fra merce (M) e denaro (D): le merci possono essere scambiate tra loro se hanno lo stesso valore; lo scambio può essere da merce a denaro (M→D, vendita) o viceversa (D→M, acquisto). In una società mercantile tradizionale, la formula degli scambi è MDM, in cui una merce viene scambiata per denaro e quest’ultimo usato per acquistare un’altra merce dello stesso valore di scambio di quella iniziale, ma con qualità (valore d’uso) diversa (questo processo viene chiamato metamorfosi della merce). Si vendono merci possedute in eccedenza per comprare “valore d’uso” che serva a soddisfare un bisogno. Il ciclo MDM può essere diviso nei due momenti di vendita e acquisto: l’inizio del ciclo (vendita) corrisponde alla fine (acquisto) di un ciclo precedente, e viceversa; per chi ha compiuto l’intero ciclo MDM, l’azione finisce con l’acquisto, ma questo suo secondo movimento innesca un nuovo ciclo. In seguito si osserva la presenza nel mercato del “capitalista”, ossia una persona che non porta merci da vendere, bensì è proprietaria di denaro. Il capitalista che si presenta al mercato compra per vendere. Se nella società mercantile il senso di ogni operazione è scambiare dei valori d’uso, per il capitalista lo scambio ha senso solo se alla fine dell’operazione il valore del denaro è diverso (maggiore) di quello iniziale (cioè ottenendo una metamorfosi del capitale, che si accumula e cresce). Nella società capitalista la conversione denaro-merce non è finalizzata al consumo della merce (quindi al soddisfacimento di bisogni), ma all’aumento di denaro e alla creazione di profitto per la classe borghese. Una certa quantità di merce (o di denaro) è una ricchezza; questa ricchezza diventa capitale nel momento in cui è capace di crescere. Il capitale è quindi un valore accresciuto da un plusvalore ed esisteva anche prima (da circa 3000 anni) del modo di produzione capitalistico (nato invece da circa due secoli). Il modo di produzione capitalistico è la prima forma di organizzazione sociale in cui il capitale penetra nel ciclo economico appropriandosi dei mezzi di produzione. Il modo di produzione capitalistico si fonda sulla tendenza all’accumulazione di capitale. La formula del processo di accumulazione del capitale è DMD’, in cui il capitale accresciuto D’ = D (capitale investito) + pv (plusvalore). Se nella società mercantile il denaro era un regolatore dello scambio, in quella capitalista il denaro diventa il fine: si investono sempre maggiori quantità di denaro per fare più denaro. La quantità accresciuta di denaro non può essere spesa (cesserebbe di essere capitale) o tesaurizzata (non potrebbe più accrescersi), perciò deve essere reinvestita rimettendola in circolazione. Il “capitale valorizzato” (la fine del ciclo, MD’) diventa l’inizio di un nuovo ciclo. Il processo di accumulazione si divide nel momento della produzione (DM) e in quello della vendita (MD’). Vedremo ora come il plusvalore si produce nella prima parte del processo (quindi nella produzione, non nella vendita, in cui invece il valore non viene creato, ma solo realizzato).

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