C.6. COME SI CONDUCE LA LOTTA CONTRO L'IMPERIALISMO
«A me non appartiene né il merito di aver scoperto l'esistenza delle classi nella società moderna né quello di aver scoperto la lotta tra di esse. […] Quel che io ho fatto di nuovo è stato di dimostrare:Accertato insomma che l'imperialismo sia l'orizzonte oggi dominante a livello globale, occorre altresì segnalare l'ascesa dei BRICS, verso un mondo multipolare. A riguardo è utile l'osservazione di Domenico Losurdo in un'intervista di presentazione alla sua opera La sinistra assente (2014):
1. che l'esistenza delle classi è soltanto legata a determinate fasi di sviluppo storico della produzione;
2. che la lotta di classe necessariamente conduce alla dittatura del proletariato;
3. che questa dittatura stessa costituisce soltanto il passaggio alla soppressione di tutte le classi e a una società senza classi». (Karl Marx, lettera a Weydemeyer, 5 marzo 1852)
«noi siamo in presenza, se diamo uno sguardo a livello mondiale, non di uno, ma di due processi di redistribuzione del reddito, tra loro contrapposti. Nell'ambito dell'occidente capitalistico vediamo appunto la redistribuzione del reddito a favore delle classi ricche e privilegiate. A livello planetario noi vediamo una redistribuzione del reddito a favore dei paesi che hanno alle spalle una rivoluzione anticoloniale e che adesso, dopo essersi scossi di dosso l'assoggettamento politico, tentano di scuotersi di dosso anche l'assoggettamento economico e tecnologico. È il fenomeno, soprattutto, dei paesi emergenti ed in primo luogo della Cina».La tesi di Losurdo, più che condivisibile, è che oggi come ieri occorra «per un verso contestare nell'occidente capitalistico questa redistribuzione del reddito a favore dei ceti ricchi e privilegiati». Per altro verso, «a livello globale e planetario, appoggiare e favorire questo processo di redistribuzione del reddito a favore dei paesi emergenti e a favore dei paesi che sono stati protagonisti della rivoluzione anticoloniale».
In questo quadro occorre quindi contrastare con ogni mezzo l'imperialismo occidentale, favorendo l’ascesa di un polo antimperialista costituito da stati (su tutti la Cina e gli stati latinoamericani) ad orientamento socialista, pur nella consapevolezza delle contraddizioni che spesso ci si trova a dover affrontare nel mondo reale della politica. Ciò impone ancor più un adeguato apprendimento dei principi basilari del materialismo dialettico, al fine di rifuggire da una lettura binaria della politica che scada nel dogmatismo, ma che sappia piuttosto abbracciare, secondo la lezione della moderna scienza politica introdotta da Machiavelli, la capacità di coniugare saldi principi rivoluzionari con l'esigenza di calarsi in una realtà sgradita in cui occorre saper stringere alleanze e compromessi discutibili, ma utili in vista del proprio programma di riferimento. Lenin stesso formula in maniera adeguata tale concetto in una delle sue ultime (ma non per questo meno significative, anzi...) opere, L'estremismo, malattia infantile del comunismo:
«Fabbricare una ricetta o una regola generale (“nessun compromesso”!) che serva per tutti i casi, è una scempiaggine. Bisogna che ognuno abbia la testa sulle spalle, per sapersi orientare in ogni singolo caso. L’importanza dell’organizzazione di partito e dei capi di partito che meritano questo appellativo, consiste per l’appunto, tra l’altro, nell’elaborare - mediante un lavoro lungo, tenace, vario, multiforme di tutti i rappresentanti pensanti di una data classe - le cognizioni necessarie, la necessaria esperienza e - oltre le cognizioni e l’esperienza - il fiuto politico necessario per risolvere rapidamente e giustamente le questioni politiche complicate».Naturalmente, precisa Lenin,
«vi sono compromessi e compromessi. Si deve essere capaci di analizzare le circostanze e le condizioni concrete di ogni compromesso e di ogni specie di compromesso. Si deve imparare a distinguere l’uomo che ha dato denaro e armi ai banditi per ridurre il male che i banditi commettono e facilitarne l‘arresto e la fucilazione, dall’uomo che dà denaro e armi ai banditi per spartire con essi la refurtiva. Nella politica, questo non è sempre così facile come nel piccolo esempio che ho citato e che un bambino può comprendere. Ma chi volesse escogitare una ricetta per gli operai, che offrisse loro decisioni preparate in anticipo per tutti i casi della vita, o promettesse loro che nella politica del proletariato rivoluzionario non ci saranno mai difficoltà e situazioni complicate, sarebbe semplicemente un ciarlatano».E ancora, condividendo il pensiero di Marx: «Se è necessario unirsi, fate accordi allo scopo di raggiungere i fini pratici del movimento, ma non fate commercio dei princípi e non fate concessioni teoriche». Questo era il pensiero di Marx.