«Il socialismo moderno, considerato nel suo contenuto, è anzitutto il risultato della visione, da una parte, degli antagonismi di classe, dominanti nella società moderna, tra possidenti e non possidenti, salariati e capitalisti; dall'altra, della anarchia dominante nella produzione. Considerato invece nella sua forma teorica, esso appare all'inizio come una continuazione più radicale, che vuol essere più conseguente, dei principi sostenuti dai grandi illuministi francesi del XVIII secolo. Come ogni nuova teoria, esso ha dovuto anzitutto ricollegarsi al materiale ideologico preesistente, per quanto avesse la sua radice nella realtà economica». (Friedrich Engels, da L'evoluzione del socialismo dall'utopia alla scienza)
Il socialismo è un ampio complesso di ideologie, orientamenti politici, movimenti e dottrine che tendono a una trasformazione della società in direzione dell'uguaglianza di tutti gli esseri umani sul piano economico e sociale, oltre che giuridico, garantendo così a tutti una reale libertà personale. Si può definire come un'economia che rispecchia il significato di “sociale”, che pensa cioè a tutta la popolazione. Originariamente tutte le dottrine e movimenti di matrice socialista miravano a realizzare degli obiettivi attraverso il superamento delle classi sociali e la soppressione, totale o parziale, della proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio. Fino al 1848, i termini socialismo e comunismo erano considerati intercambiabili. In quell'anno, nel
Manifesto del Partito Comunista, Marx ed Engels distinguono tra socialismo reazionario, socialismo conservatore borghese e socialismo/comunismo critico-utopistici:
«Gli inventori di questi sistemi ravvisano bensì il contrasto tra le classi e l'azione degli elementi dissolventi nella stessa società dominante, ma non scorgono dalla parte del proletariato nessuna funzione storica autonoma, nessun movimento politico che gli sia proprio... Al posto dell'azione sociale deve subentrare la loro azione inventiva personale; al posto delle condizioni storiche dell'emancipazione, condizioni fantastiche; al posto del graduale organizzarsi del proletariato come classe, una organizzazione della società escogitata di sana pianta. La storia universale dell'avvenire si risolve per essi nella propaganda e nell'esecuzione pratica dei loro piani sociali».
La matrice intellettuale del socialismo è l’illuminismo: la ragione forniva la base secondo cui tutte le forme sociali e politiche fino ad allora esistite (basate su ingiustizie, privilegi, oppressioni e superstizioni) dovevano essere respinte e soppiantate dalla giustizia, dall’uguaglianza sociale e dai diritti inalienabili dell’uomo. L’illuminista Rousseau elaborò la tesi secondo cui la proprietà privata è fonte di ogni disuguaglianza sociale. L’egualitarismo di Rousseau influenzò la sinistra giacobina e l’agitatore politico francese Babeuf, che ispirò sul finire del XVIII secolo nella Francia di epoca rivoluzionaria (termidoriana) la cospirazione della congiura degli Eguali (con lo scopo di abolire la proprietà privata). Possiamo parlare di socialismo vero e proprio riferendoci ai movimenti politici che lottano per migliorare la vita delle classi meno abbienti. Il socialismo prevede la socializzazione delle attività economiche e dei mezzi di produzione e il suo criterio di gestione delle risorse non è quello rivolto al profitto individuale, ma alla ricerca del bene comune collettivo. Sul piano internazionale il socialismo è favorevole all’autodeterminazione dei popoli (anche se durante la prima guerra mondiale molti socialisti abbandonando pacifismo ed internazionalismo appoggiarono le guerre dei loro paesi, il che contribuì ad allargare le divergenze con i comunisti). Marx ed Engels contribuirono ad elaborare una teoria del socialismo scientifico (chiamato anche comunismo, fondato su basi logiche, storiche, sociali ed economiche rigorose, certe e verificate) che superasse i limiti del socialismo utopistico (definito così perché non basato su dati scientifici, ma su aspirazioni ideali) di Saint-Simon, Fourier, Owen e Blanqui. Da allora per socialismo si intende la prima fase della rivoluzione che prevede la proprietà collettiva dei mezzi di produzione sotto la dittatura del proletariato, mentre per comunismo si intende la seconda fase della rivoluzione in cui si approda ad una società senza classi e senza Stato. Parallelamente, dal pensiero di Proudhon, si sviluppò l’anarchismo, di analoga matrice socialista. Socialisti e anarchici condivisero l’esperienza dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori (Prima Internazionale). Dopo il fallimento di questa collaborazione i socialisti fondarono la Seconda Internazionale, mentre in seguito per iniziativa di Lenin fu fondata la Terza Internazionale (Internazionale Comunista – Comintern) in cui l’ala rivoluzionaria del socialismo si costituì in diversi partiti comunisti mentre l’ala riformista rimase inserita nei sistemi democratico - borghesi dei diversi paesi, si allontanò dal marxismo per tornare all’utopismo socialista, dando vita alla socialdemocrazia.