9.1. KWAME NKRUMAH, L'INVENTORE DEL TERMINE “NEOCOLONIALISMO”
Cerchiamo di conoscere meglio il pensiero di Kwame Nkrumah, un leader ben consapevole delle enormi difficoltà che si trovava di fronte per migliorare le condizioni del proprio popolo. Riportiamo a riguardo un contributo Abayomi Azikiwe49:
«Kwame Nkrumah il fondatore del moderno stato del Ghana e uno dei principali sostenitori della lotta per la liberazione e il socialismo in Africa nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, ha ricordato quando era presidente di questo stato dell'Africa occidentale: “Abbiamo intrapreso la strada del socialismo per il progresso. Vogliamo la piena occupazione, abitazioni adeguate, pari opportunità per l'educazione e la crescita culturale ai più alti livelli per tutti”. (Africa Must Unite, 1963) Inoltre, Nkrumah ha sottolineato che per conseguire una autentica liberazione e il socialismo, gli operai, i giovani e i contadini devono organizzarsi in un partito rivoluzionario. Nkrumah vedeva la classe operaia organizzata come fondamento per la costruzione di un partito rivoluzionario impegnato a costruire il socialismo e l'unità africana. Secondo Nkrumah, “La crescita di questo nuovo sindacalismo africano è correlato al futuro dell'Africa: il suo dinamismo, coniugato all'azione politica, è il mezzo più sicuro per scacciare dal nostro continente gli ultimi resti del colonialismo e dello sfruttamento, poiché stimolerà l'effettività dei movimenti nazionalisti”. (Africa Must Unite) Da fautore del panafricanismo rivoluzionario, nella teoria e nella prassi, Nkrumah sottolineò: “Proprio come l'indipendenza politica non avrebbe potuto essere raggiunta senza la guida di un forte partito disciplinato, così l'indipendenza economica e l'obiettivo del socialismo in Ghana non possono essere raggiunti senza la guida decisiva del Partito. Sono convinto che il Partito del Popolo sostenuto dalla stragrande maggioranza del popolo, è più in grado di portare a compimento i nostri piani economici e di costruire uno stato socialista”. Ghanese nei contenuti e africano nella prospettiva, intriso di filosofia marxista socialista».Da un altro pezzo di Azikiwe50:
«In un opuscolo pubblicato nel 1968 dal titolo The Specter of Black Power (ristampato nel 1973 in Revolutionary Path), Nkrumah scriveva:
“Il Panafricanismo trae le sue origini nella lotta di liberazione degli afroamericani, espressione delle aspirazioni dei popoli africani e della loro discendenza. Dalla prima Conferenza panafricana, tenutasi a Londra nel 1900, fino alla quinta e ultima Conferenza svoltasi a Manchester (Regno Unito) nel 1945, gli afroamericani sono stati forza motrice del movimento. Il Panafricanismo si è poi spostato in Africa, sua dimora naturale, con l'organizzazione della Prima Conferenza degli Stati africani indipendenti di Accra (Ghana) nel mese di aprile 1958, e la Conferenza di tutti i Popoli Africani del dicembre dello stesso anno”.
Nel medesimo opuscolo Nkrumah prosegue richiamando l'attenzione su alcune delle figure di spicco della lotta che hanno svolto un ruolo di primo piano nella costruzione del movimento mondiale per la liberazione e l'unità. Egli osserva: “Il lavoro dei primi pionieri del Panafricanismo, Sylvester Williams, Dr. W.E.B. Dubois, Marcus Garvey e George Padmore, dei quali nessuno nato nel continente nero, ha valore inestimabile nella storia dell'Africa. È significativo che due di loro, il Dr. Dubois e George Padmore, si stabilirono su mio invito in Ghana. Dubois morì, secondo il suo stesso desiderio, in terra africana, mentre lavorava ad Accra all'Enciclopedia Africana. George Padmore è diventato il mio consigliere per gli affari africani, e ha trascorso gli ultimi anni della sua vita in Ghana, per aiutare la lotta rivoluzionaria per l'unità africana e il socialismo”.
Nel febbraio 1966, il governo ghanese di Kwame Nkrumah di orientamento socialista fu rovesciato con il sostegno degli imperialisti statunitensi. Trasferitosi in Guinea dove fu nominato co-presidente con Ahmed Sékou Touré, Nkrumah giunse alla conclusione che l'OUA [Organizzazione dell'Unità Africana, ndr] non avrebbe potuto compiere la sua missione fino a quando l'imperialismo degli Stati Uniti avesse mantenuto la sua influenza sul continente. Nkrumah ha scritto nel 1968: “L'Organizzazione per l'Unità Africana è praticamente inutile a causa delle macchinazioni neocoloniali e dei loro fantocci. Viene preservata la sua esistenza, relegandola ad un ruolo innocuo, nella speranza che ciò possa ritardare la formazione di un'organizzazione panafricana realmente efficace e che conduca a una reale unificazione politica. Viene incoraggiata la formazione di organizzazioni economiche regionali africane, nella certezza che senza coesione politica saranno inefficaci e serviranno a rafforzare, e non indebolire, lo sfruttamento e il dominio neocolonialista”. (Introduzione a The Specter of Black Power) […] Kwame Nkrumah aveva affermato nel suo discorso alla fondazione dell'OUA, nel 1963: “Molti Stati africani indipendenti, sono coinvolti in trattati militari con le ex potenze coloniali. La stabilità e la sicurezza che questi patti tentano di stabilire sono illusorie, perché le potenze occidentali non mancano l'opportunità di sostenere il controllo neocoloniale attraverso il coinvolgimento militare diretto. Abbiamo visto come i neocolonialisti usano le loro basi per radicarsi e anche per sferrare attacchi contro i vicini Stati indipendenti. Queste basi costituiscono centri di tensione e potenziali e pericolosi detonatori di conflitti armati”.
Nkrumah in questo stesso discorso aveva sottolineato come la presenza di basi militari imperialiste in Africa “minacciano la sicurezza non solo del paese in cui si trovano, ma anche dei paesi vicini. Come possiamo sperare di fare dell'Africa una zona denuclearizzata e indipendente dalla pressione della guerra fredda se il nostro continente ospita un tale coinvolgimento militare? Solo contrapponendo una comune difesa, ispirata dal desiderio unitario di un'Africa libera dall'influenza straniera e dalla presenza militare e nucleare. Ciò richiederà la costituzione di un Alto Comando di tutti gli Stati africani, soprattutto laddove vengono revocati i patti militari con gli imperialisti. È l'unico modo in cui possiamo spezzare i legami con il colonialismo del passato e il neocolonialismo presente che sconvolge il nostro presente”».
49. A. Azikiwe, Giorno della Liberazione africana 2011: le guerre imperialiste minacciano il continente, Workers.org-CCDP, 29 maggio 2011.
50. A. Azikiwe, Le sfide del continente nella Giornata della Liberazione dell’Africa, Workers.org-CCDP, 8 giugno 2009.