09. GHANA, SOLTANTO UN ALTRO GOLPE
Nella sua opera capitale sul '900, Hobsbawm liquida così, in maniera frettolosa e sprezzante, l'esperimento socialista del Ghana:
«Dissipò in questo modo riserve valutarie per 200 milioni di sterline, accumulate grazie agli alti prezzi del cacao e agli introiti durante la guerra […] nel tentativo di costruire un'economia industrializzata sotto il controllo dello stato […]. I risultati furono disastrosi e furono peggiorati dal crollo dei prezzi del cacao negli anni '60. Col 1972 i grandi progetti erano falliti, le industrie nazionali in quel piccolo paese potevano sopravvivere solo grazie alla protezione di barriere doganali e al controllo dei prezzi e delle licenze di importazione, che condussero a una fiorente economica in nero e a una corruzione generalizzata, rimasta inestirpabile. I tre quarti di tutti i salariati erano impiegati nel settore pubblico, mentre l'agricoltura di sussistenza (come in molti altri stati africani) venne trascurata. Dopo il rovesciamento di Nkrumah a opera di uno dei consueti colpi di stato militari (1966), il paese continuò per la sua strada senza più illusioni tra un susseguirsi di governi militari, in genere delusi dalla situazione, e di occasionali governi civili».47Per capire l'importanza che ha avuto nella storia dell'Africa il Ghana e il suo leader Nkrumah, leggiamo con Blum48 come gli USA si siano dati da fare per sbarazzarsene:
«Nell'ottobre del 1966 il presidente del Ghana, Kwame Nkrumah, pubblica il libro, destinato a larga fama, Neocolonialismo, l'ultima fase dell'imperialismo, dedicato ai “combattenti per la libertà in Africa, viventi o defunti”. Nel libro, Nkrumah accusava la CIA di essere dietro a numerosi disastri e crisi nel Terzo Mondo e in Europa orientale. Nkrumah scrisse, in seguito: “Il governo americano mi inviò una nota di protesta e rifiutò immediatamente al Ghana 35 milioni di dollari di 'aiuti'”.
Quattro mesi più tardi fu rovesciato da un colpo di Stato militare sostenuto dalla CIA. […] Quando era studente negli Stati Uniti nel periodo della grande depressione, Kwame Nkrumah, aveva girovagato per Harlem, dormito nelle stazioni della metropolitana e fatto la fila per la minestra alle cucine delle associazioni di carità. In seguito fu salutato come “la stella più brillante dell'Africa”, leader nell'adunare un'organizzazione antimperialista panafricana e un movimento internazionale di paesi non allineati nell'ambito della guerra fredda.
[…] sebbene spendesse parole di fuoco contro il neocolonialismo, egli in definitiva fu incapace di impedire che il Ghana cadesse sotto l'influenza delle multinazionali. E quanto cercò di diminuire la dipendenza del suo paese dall'Occidente, rinforzando i legami economici e militari con l'Unione Sovietica, con la Cina e la Germania orientale, segnò definitivamente il proprio destino. Gli Stati Uniti lo volevano estromettere, la Gran Bretagna, la potenza coloniale che controllava il Ghana al tempo in cui era noto come Costa d'Oro, lo voleva estromettere. La Francia e la Germania Ovest lo volevano estromettere. […] Al tempo del colpo di Stato, la stampa sovietica accusò la CIA di esservi coinvolta, e nel 1972 il Daily Telegraph, quotidiano conservatore londinese, riferiva: “Dal 1965 la stazione della CIA di Accra [la capitale del Ghana] aveva una ventina di agenti attivi intenti a distribuire con munificenza fondi tra gli avversari occulti del presidente Nkrumah”. Nel febbraio 1966, continuava l'articolo, la CIA aveva ormai approntato i suoi piani per porre fine al regime di Nkrumah: “Il paziente e assiduo lavoro della stazione della CIA ad Accra era stato pienamente ricompensato”. Comunque, negli Stati Uniti, questa storia venne fuori solo nel 1978. Un ex agente della CIA, John Stockwell, che aveva trascorso buona parte della sua carriera in Africa, pubblicò un libro in cui rivelava la complicità dell'Agenzia. Poco tempo dopo, il New York Times, nel riportare “informazioni di prima mano dai servizi segreti”, dava ulteriore conferma che la CIA aveva agito da sostegno e da consigliere degli ufficiali dissidenti dell'Esercito del Ghana. […] Dopo il colpo di Stato, la CIA erogò “almeno 100.000 dollari” al nuovo regime ghanese per il materiale sovietico confiscato […]. I leader del Ghana espulsero ben presto un gran numero di russi, così come di cinesi e di tedeschi dell'Est. Alle industrie di proprietà dello Stato fu virtualmente concesso di passare in mani private. I canali di aiuti, in precedenza bloccati, furono in breve tempo spalancati e, dagli Stati Uniti e dalle potenze europee, ne giunse una fiumana, in forma di credito, cibo, e progetti di sviluppo. Il Fondo Monetario Internazionale, per esempio, in risposta a un'urgente richiesta del Ghana, tre settimane dopo il colpo di Stato approvò un sostanzioso piano di assistenza alimentare. Pochi mesi prima, una richiesta analoga avanzata da Nkrumah era stata respinta. Un mese dopo la sua estromissione dal potere, il prezzo sui mercati internazionali del cacao, la principale risorsa del Ghana, era salito del 14%».
47. E. Hobsbawm, Il secolo breve, cit., pp. 412-413.
48. W. Blum, Il libro nero degli Stati Uniti, cit., pp. 295-297.