2.09. STORIA DEL COMUNISTA WILLIAM Z. FOSTER
Di seguito alcuni splendidi passaggi autobiografici tratti dall'opera Il crepuscolo del capitalismo mondiale (1949) del compagno William Z. Foster18 (Taunton, 25 febbraio 1881 – Mosca, 1 settembre 1961), grande combattente del movimento operaio americano, per lunghi anni Segretario del Partito Comunista degli Stati Uniti, nelle cui file ha lottato sempre per la difesa dei principi fondamentali del marxismo-leninismo contro le tendenze revisioniste e liquidatrici. Le sue ceneri sono state interrate nel Cremlino accanto a quelle di John Reed e Bill Haywood:
«Il mio primo contatto con il movimento socialista avvenne [nel 1900] durante un comizio all’aperto tenutosi all’angolo fra Broad Street e South Street a Filadelfia. Credo che fosse tenuto dal Partito laburista. Era la prima volta che udivo un oratore socialista e ciò che diceva mi conquistò subito e totalmente. Ci volle poco da parte sua per convincermi che i capitalisti erano inutili e dannosi per la società. Afferrai rapidamente i punti in cui diceva che gli operai sono dei produttori, che sono potenzialmente tanto forti da prendere il potere e che, una volta presolo, sarebbero stati certamente capaci di realizzare un sistema economico cento volte migliore di quello capitalistico. […] Il giorno più importante delle mia vita è rimasto quello della lontana estate del 1900, quando per la prima volta feci la conoscenza del marxismo e presi il mio posto nelle file del movimento internazionale per il socialismo. […] Ero appena entrato nel Partito socialista, nel 1900, che divenni membro della sua ala sinistra. Come altri operai socialisti di allora, nel lavoro pratico di partito venni spesso in gravi contrasti con il gregge degli opportunisti, elementi del ceto medio e burocrati sindacali, che dirigevano il Partito. […] L’essere riuscito a non cadere nella trappola tesa dall’ideologia socialdemocratica dei bonzi sindacali conservatori ha avuto un’enorme importanza su tutta l’attività della mia vita. Se avessi agito altrimenti, mi sarebbe stato facile, così come lo è stato per altri, assicurarmi una comoda poltrona in seno alla burocrazia sindacale. […] Il mio nuovo passo avanti sul terreno ideologico, dopo essermi liberato dalle illusioni religiose, capitalistiche e socialdemocratiche, fu – ed avvenne gradualmente – verso il comunismo. Non fu una questione semplice: mi ci vollero circa dodici anni. Durante questo periodo, svolgevo il mio lavoro di sindacalista e pensavo che solo i sindacati avrebbero potuto portare al socialismo. Entrai nel Partito comunista nei primi mesi del 1921, diciotto mesi dopo la sua fondazione. Il fattore più importante che mi decise a compiere questo grande passo fu la meravigliosa realtà della Rivoluzione d’Ottobre e l’attenta lettura delle opere di Lenin. Divenire comunista voleva logicamente dire per me porre una pietra sopra a tutta la mia precedente esperienza. Ero giunto al punto d’arrivo del mio sviluppo politico. Infatti, la mia adesione al Partito comunista era il frutto di uno sforzo continuo per conoscere a fondo, con tutta la diligenza e lo spirito autocritico di cui potevo disporre, i principii rivoluzionari di Marx, Engels, Lenin e Stalin e per applicarli efficacemente alla lotta di classe americana. […] Sin dalla mia prima gioventù ho sentito il grande orgoglio di essere operaio; ed è sempre stato per me motivo della più profonda soddisfazione il potermi identificare tanto strettamente con le lotte della classe operaia. Se potessi ricominciare da capo la mia vita, seguirei la stessa strada che ho percorso sinora, cercando naturalmente di evitare i molti errori politici che ho commesso. Una cosa farei sicuramente, nonostante la mole di lavoro pratico da svolgere: organizzerei meglio il mio tempo, in modo da potermi dedicare, più di quanto abbia fatto, allo studio della scienza e della storia che tanto mi appassionano. Ecco ciò che i giovani del movimento operaio e comunista dovrebbero sforzarsi di fare: combinare il lavoro teorico con quello pratico, trovare il tempo per leggere molto ed in modo organizzato, nonostante le necessità urgenti della lotta quotidiana».
18. Il testo è tratto da Piattaforma Comunista, Anche negli USA si rialza la torcia della rivoluzione, Scintilla, n° 46, febbraio 2014. Si è inoltre consultato Wikipedia (en), William Z. Foster.