19. LA SPERANZA DELL'ALBA ANTIMPERIALISTA
«Nel suo capolavoro Le vene aperte dell'America Latina, pubblicato nel 1971, lo scrittore Eduardo Galeano lanciava l'allarme sullo spettacolo scioccante di miseria e disuguaglianza che aveva colpito il suo continente. Più di quarant'anni dopo e anche se molti progressi sono stati fatti in termini di riduzione della povertà, di lotta all'analfabetismo e di lotta contro la fame, l'America Latina sta ancora penando per le sue ferite. Dopo essere stato un laboratorio delle politiche neoliberiste, politiche che hanno fatto crescere il numero dei poveri da 136 milioni nel 1980 a 225 milioni nei primi anni 2000, il subcontinente americano ha sperimentato negli ultimi dieci anni conquiste sociali senza precedenti». (Tarik Bouafia)157
Per ottenere un progresso consistente e duraturo che non sia inficiato dagli interventi diretti o indiretti dell'imperialismo, i popoli dell'America Latina hanno però da qualche anno una formidabile arma a disposizione, come spiega Loris Zanatta159:
«Bisogna pensare a modelli diversi di società rispetto al capitalismo. Non è accettabile che nel XXI secolo alcuni paesi e multinazionali continuino a provocare l'umanità e cerchino di conquistare l'egemonia sul pianeta. Sono arrivato alla conclusione che il capitalismo è il peggior nemico dell'umanità perché crea egoismo, individualismo, guerre mentre è interesse dell'umanità lottare per cambiare la situazione sociale ed ecologica del mondo». (Evo Morales, nel 2006 eletto 1° presidente indigeno della Bolivia)158Certamente l'America Latina non è ancora abbastanza forte per richiedere la cessazione della presenza militare statunitense. Ora si pone piuttosto il problema dello sviluppo delle forze produttive e del necessario superamento delle condizioni di vita non lontane da un livello tipico dell'“Ancien Régime”, diffuse ancora a macchia di leopardo in ogni paese.
Per ottenere un progresso consistente e duraturo che non sia inficiato dagli interventi diretti o indiretti dell'imperialismo, i popoli dell'America Latina hanno però da qualche anno una formidabile arma a disposizione, come spiega Loris Zanatta159:
«Per molti decenni e con diversi regimi, il Venezuela ha impiegato il peso che il petrolio le conferiva sul piano internazionale per accrescere la propria influenza e dare impulso al proprio sviluppo. Da quando, tuttavia, nel 1998 è salito ai vertici del paese il colonnello Hugo Chávez, il petrolio è diventato lo strumento chiave di una politica assai più ambiziosa che in passato. Una politica che per la prima volta nella sua storia esprime l’esplicita ambizione del Venezuela a guidare un fronte di paesi uniti da una forte pulsione nazionalista e da una ancor più radicale ostilità agli Stati Uniti e ai loro alleati occidentali, non solo in America Latina, ma perfino in Medio Oriente, in Asia e in molti paesi del Sud del mondo. Per lo più espressa in termini radicali e accompagnata da generosi aiuti, tale politica ha permesso a Caracas di farsi nuovi amici, ma le ha anche attirato numerose critiche e una diffusa fama di inaffidabilità. Oltre a coltivare intense relazioni con varie potenze emergenti, dalla Russia all’Iran, passando per la Cina, il governo di Chávez ha lanciato una nuova iniziativa di cooperazione coi paesi caraibici volta a fornire loro petrolio a condizioni agevolate (Petrocaribe), ha accresciuto il suo attivismo in America centrale, sostenendovi in particolar modo il governo sandinista in Nicaragua e quello, poi deposto dai militari, di Manuel Zelaya in Honduras, ha ampliato a dismisura il suo raggio d’azione in Sudamerica, sia affermandosi come importante creditore dell’Argentina, sia candidandosi all’ingresso nel Mercosur. La massima espressione di tale attivismo è stata tuttavia la creazione della Alternativa Boliviariana para los Pueblos de Nuestra América (Alba), un fronte cui hanno aderito Cuba, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, più varie piccole repubbliche caraibiche e di cui Hugo Chávez è il regista assoluto, sia per il ruolo dominante che il Venezuela vi assume sul piano economico, sia per l’impronta ideologica che il suo “socialismo del 21° secolo” gli imprime».
157. T. Bouafia, I “muri della vergogna” in America Latina, cit.
158. Dall'intervista nel film documentario O. Stone, A sud del confine, 2009.
159. Enciclopedia Treccani, L'Alba di Hugo Chavez in Venezuela, a cura di Loris Zanatta, Atlante Geopolitico 2012, Treccani.it.