1.2. LA DIREZIONE DELLA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE
Per spiegare il ruolo assunto da Stalin durante il periodo della Rivoluzione d'Ottobre riportiamo questo articolo uscito nel 20174:
«Con questo breve articolo desideriamo mettere in risalto il ruolo chiave svolto da Giuseppe Stalin nella grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, di cui quest’anno celebriamo il centenario. Un ruolo spesso trascurato, o addirittura negato e disprezzato. Cercheremo di capirne il perché. Come è noto, Giuseppe Stalin, dopo aver sopportato coraggiosamente duri anni di prigione e di esilio, giunse a Pietrogrado, la capitale rivoluzionaria della Russia, il 12 marzo 1917. Il CC del Partito gli affidò subito la redazione della Pravda e lo delegò a far parte del Comitato esecutivo dei Soviet di Pietroburgo. La posizione di Stalin era quella della maggioranza del partito: politica di sfiducia verso il governo provvisorio, lotta ai difensivisti menscevichi e socialisti-rivoluzionari, appello alle masse per una lotta attiva per la pace, contro la guerra imperialista. Nel periodo che va dal marzo all’ottobre Stalin lavorò per serrare le file del Partito nella lotta per la trasformazione della rivoluzione democratica borghese in rivoluzione socialista. Assieme a Molotov diresse l’attività del CC e del Comitato bolscevico di Pietrogrado.
Negli articoli di Stalin i bolscevichi trovarono le direttive di principio per il lavoro tra le masse, per consolidare i Soviet come organi del nuovo potere rivoluzionario. Stalin denunciò incessantemente il carattere brigantesco della guerra, che non era cambiato per il fatto che il potere era passato nelle mani di Kerenskij. Respinse le posizioni scioviniste e di appoggio al governo provvisorio, sostenute dagli opportunisti. Il 3 aprile accolse Lenin di ritorno dall’emigrazione, alla testa di una grande manifestazione rivoluzionaria. Il giorno seguente, Lenin presentò le Tesi di Aprile, in cui riassunse le sue posizioni. Stalin ne afferrò immediatamente il significato e le conseguenze politiche e pratiche. Da quel momento si trasformò nel più infaticabile difensore e propagandista della linea leninista dentro e fuori il partito. Fu l’uomo che forgiò l’unità del partito, di tutti i suoi militanti attorno alle posizioni di Lenin, che convertì questa linea in unità di azione del partito, in attività di direzione, di educazione e di organizzazione delle masse nella lotta per la conquista del potere politico. A fine aprile, nella VII conferenza panrussa del partito bolscevico, Stalin sostenne la linea leninista orientata alla rivoluzione socialista, smascherando Kamenev, Rikov, etc., e presentò un importante rapporto sulla questione nazionale, sostenendo il diritto delle nazioni all’autodecisione fino alla separazione e alla loro costituzione in Stati indipendenti. Nel maggio del 1917 Stalin venne eletto membro dell’Ufficio politico del CC del Partito (7 membri), prese parte attiva alla direzione del lavoro del Comitato di partito di Pietrogrado, scrisse articoli per il giornale dei soldati, partecipò ai lavori della Conferenza nazionale delle organizzazioni militari del partito, orientò l’attività dei bolscevichi nelle elezioni municipali, organizzò le manifestazioni di piazza sotto le parole d’ordine bolsceviche, scrisse appelli, etc.
Nel giugno 1917 partecipò al I Congresso dei Soviet dei deputati operai e dei soldati di tutta la Russia e fu eletto dal Congresso membro del Comitato esecutivo centrale. Nel mese seguente, mentre Lenin era in clandestinità, Stalin assunse di fatto la direzione del CC e dell’organo centrale del Partito. Va ricordato che si oppose strenuamente alla consegna di Lenin al tribunale controrivoluzionario. Dal 26 luglio al 3 agosto diresse con Sverdlov i lavori del VI congresso clandestino del partito, presentando i rapporti sull’attività del CC e sulla situazione politica. Stalin illustrò i compiti e la tattica dei comunisti russi e sostenne la possibilità della vittoria della rivoluzione socialista in Russia, sconfiggendo i trockijsti e i dogmatici che la ritenevano impossibile. Sotto la guida di Stalin, in accordo con le direttive di Lenin, il partito si orientò verso l’insurrezione armata e approvò le decisioni conseguenti. Stalin venne rieletto dal Congresso membro del CC, che lo nominò direttore dell’organo centrale del Partito (che usciva con le testate Proletari, Rabočij e Rabočij Put’). A settembre fu tra i candidati dell’Assemblea costituente. In tutto il periodo dell’organizzazione dell’assalto decisivo Stalin si mantenne in stretto contatto con Lenin, come suo più stretto collaboratore nel compito gigantesco di preparare e fare la rivoluzione. Il 12 settembre Stalin attaccò le posizioni di Kamenev e Zinov’ev che volevano partecipare al “preparlamento” per fermare la rivoluzione proletaria e metterla sulla via del parlamentarismo costituzionale borghese. Il 10 ottobre Stalin attaccò di nuovo nella riunione del CC del Partito gli interventi dei traditori Kamenev e Zinov’ev che portavano acqua al mulino della controrivoluzione: “Ciò che propongono Kamenev e Zinov’ev porta obiettivamente a dare la possibilità alla controrivoluzione di organizzarsi; noi ripiegheremo senza fine e perderemo la rivoluzione. Perché non dare a noi stessi la possibilità di scegliere il giorno e le condizioni, al fine di non permettere alla controrivoluzione di organizzarsi?” […].
Nella stessa riunione il CC del Partito organizzò un Comitato rivoluzionario militare presso il Soviet di Pietrogrado, composto da 5 membri (Stalin, Sverdlov, Bubnov, Urickij e Dzeržinskij), che divenne lo stato maggiore legale dell’insurrezione. Il 16 ottobre la sessione allargata del CC del partito elesse un “Centro del partito” con a capo il compagno Stalin per dirigere praticamente tutta l’insurrezione. Il 21 ottobre Stalin entrò assieme a Dzeržinskij nel Comitato esecutivo dei Soviet di Pietrogrado per rafforzare l’influenza dei bolscevichi. Il 24 ottobre Stalin scrisse sul Rabočij Put’ (La Via Operaia) un articolo con l’invito ad abbattere il governo provvisorio. Immediatamente dopo, alla testa delle guardie rosse e dei soldati rivoluzionari, respinse le autoblindate di Kerenskij, il socialista rivoluzionario che voleva sopprimere l’organo centrale del Partito. La sera stessa - il 6 novembre secondo il nostro calendario - iniziò l’insurrezione armata. In seguito alla sua vittoria Stalin entrò nel primo governo sovietico, il Consiglio dei commissari del popolo, composto interamente da bolscevichi e presieduto da Lenin, con l’incarico di commissario per le questioni nazionali. Il ruolo di Stalin nell’Ottobre rosso è indiscutibile. Tutte le interpretazioni che negano o sminuiscono l’importanza del suo ruolo – come fanno i trockijsti, i revisionisti e i borghesi – sono in diretto legame con il disconoscimento del ruolo del Partito bolscevico. Se poniamo il Partito al centro della rivoluzione che cambiò il mondo, emerge con particolare evidenza il ruolo e la figura di Stalin, militante del Partito, dirigente del Partito, quadro bolscevico di prim’ordine. Rivendicare il ruolo di Stalin nell’Ottobre è importante per almeno tre ragioni:
1. perchè negando Stalin si pretende di negare il Partito del proletariato, la sua natura e la sua funzione;
2. perché la denigrazione di Stalin è parte integrante della campagna di denigrazione del comunismo, dei suoi principi, delle sue esperienze e tradizioni;
3. perché è un atto di giustizia e di riconoscimento verso un grande rivoluzionario, un grande dirigente comunista.
Ogni sincero comunista può capire che non si tratta di una questione “storica” secondaria, relativa al ruolo di una singola personalità rivoluzionaria nel corso di un grande evento, ma di importanti questioni ideologiche quali la concezione del Partito e il suo ruolo nella rivoluzione, la concezione della militanza comunista, il suo significato e il suo carattere».
4. Piattaforma Comunista per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia, Il ruolo chiave di Stalin nella Rivoluzione d’Ottobre, Teoria e Prassi, n° 29, settembre 2017.