10.1. 50 ANNI DI LOTTA ARMATA DELLE FARC
Lo storico comandante Manuel Marulanda Velez è stato ucciso nel 2008 durante un attacco subito nella giungla. Dopo la sua morte il nuovo comandante Timoleonte Jimenez ha informato che l'organizzazione rivoluzionaria avrebbe continuato la sua lotta per una Colombia libera, democratica e indipendente.78 Pochi mesi dopo il Comandante Iván Márquez, membro della Segreteria dello Stato Maggiore Centrale delle FARC, rilascia un'intervista79 in cui, oltre a porre questioni politiche di rilievo, ricostruisce il senso e la storia dell'esistenza del movimento di guerriglia più longevo della Storia:
«Della fine delle FARC stanno parlando dall’attacco a Marquetalia nel maggio del 1964. In 44 anni hanno lanciato tutti i piani e tutte le operazioni militari per annichilirle, e non ci sono riusciti… Prima il Plan LASO, sigla che in inglese significa Operazione Latinoamericana di Sicurezza; l’obiettivo: impedire il sorgere di una nuova Cuba nel continente, questo era il proposito della Operazione Marquetalia. Dopo dispiegarono l’Operazione Sonora, che cercò di sconfiggere militarmente le FARC nella Cordigliera Centrale, però non tennero in conto che si stavano scontrando con i guerriglieri di Manuel. Dopodiché lanciarono l’Operazione Centauro o Casa Verde, ma gli aggressori dovettero ritirarsi con la coda tra le gambe a Tolemaida, dove li aspettavano i loro mentori ed istruttori nordamericani. A queste aggressioni seguirono ad ondate i piani Thanatos, Destructor 1, Destructor 2, il Plan Colombia; e parallelamente a questi scatenarono l’orrore del paramilitarismo, criminale strategia controinsorgente dello Stato, che tentava di distruggere quelle che consideravano le basi sociali della guerriglia con i massacri, le fosse comuni e le motoseghe. E adesso con il Pan Patriota disegnato dagli strateghi del Comando Sud dell’esercito degli Usa, con l’uso di sofisticate tecnologie militari, con i satelliti, con aerei ed apparati non armati, con la disponibilità di una forza che supera i 400 mila effettivi e migliaia di consiglieri e mercenari gringos, con l’aiuto militare di Washington con decine di elicotteri e 10 mila milioni di dollari nell’ultimo periodo, aspirano in uno sforzo disperato a sconfiggere l’insorgenza e lo scontento popolare. Né il fuoco, né le bombe delle operazioni militari delle oligarchie e dell’impero, né le marce manipolate riusciranno a disarticolare la resistenza e la lotta per una Colombia Nuova, bolivariana. La lotta armata in Colombia è vigente e ha luogo perché i problemi economici e sociali che la motivarono non sono spariti. Nel 1984, con l’Accordo de La Uribe, provammo la via elettorale della lotta, ma l’alternativa politica che definimmo, l’Unione Patriottica, fu sbarrata dagli spari. Cinquemila furono i morti per l’intransigenza del regime santanderista che opprime la Colombia. Per questo adesso lottiamo clandestinamente attraverso il Movimento Bolivariano per la Nuova Colombia. Nelle FARC ci sono persone di principio. Siamo indios coraggiosi. Non ci seducono i canti delle sirene. Siamo pronti a ingaggiare il combattimento, con passo da vincitori, al Ayacucho del secolo XXI, al quale convochiamo tutti i popoli della Nostra America. Parafrasando Bolivar: “siamo come il sole, che diffonde i suoi raggi dappertutto”».
78. M. Urbano Rodriguez, FARC- La lotta continua, Odiario.info-CCDP, 5 marzo 2012.
79. W. Parra (a cura di), Iván Márquez: “Mientras existan las FARC nadie podrá quitarle el fusil al Che”, Aporrea.org-CCDP, 4 agosto 2008.