«Al compimento dei 50 anni di lotta, il 27 maggio, inviamo un saluto fraterno e solidale alle FARC-EP, al suo Stato Maggiore Centrale e alla Segreteria, al Partito Comunista Clandestino della Colombia e al Movimento Bolivariano per una Nuova Colombia che, ispirati al marxismo-leninismo, sviluppano una lotta instancabile per i diritti della classe operaia, dei contadini poveri, dei giovani e delle donne, per il socialismo. Onoriamo la memoria di Manuel Marulanda, dei fondatori, dei martiri comunisti e dei combattenti, dei comandanti e militanti, che nel corso di questi decenni hanno dato la loro vita per gli interessi popolari e dei lavoratori, per la libertà e la fine dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Appoggiamo lo sforzo delle FARC-EP per una soluzione politica al conflitto sociale ed armato che garantisca i diritti e le libertà operaie e popolari. Siamo solidali con la lotta del popolo colombiano per una nuova Colombia in cui non si debba più patire la fame, in cui vi sia piena occupazione, soddisfazione ai bisogni abitativi e siano appagati il diritto alla salute e il diritto all'istruzione per tutti. Chiediamo che vengano liberati i prigionieri politici nelle carceri della Colombia e degli Stati Uniti. Appoggiamo il diritto di tutti i popoli a esercitare le forme di lotta che essi stessi scelgono e a rivendicare il potere, esprimiamo il nostro rifiuto alla stigmatizzazione di questo diritto come terrorismo da parte dell'imperialismo e delle forze borghesi. Inviamo il nostro saluto a tutti i membri delle FARC-EP, nelle giungle, montagne, campi, luoghi di lavoro, scuole, prigioni e alla Delegazione di Pace, che continuano la lotta per i loro obiettivi e ideali formulati 50 anni fa». (2014. Comunicato firmato da 21 partiti comunisti di tutto il mondo)71
Lasciamo parlare direttamente William Blum
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La storia della Colombia durante il ventesimo secolo può essere definita una storia di lotta per la terra. I contadini affamati di terra e i loro alleati riformisti, noti come liberali, si confrontavano con un'oligarchia di possidenti terrieri spalleggiati dalla Chiesa cattolica e organizzati nel Partito Conservatore Colombiano». Se dal 1930 vi sono una serie di governi capeggiati dai liberali che intraprendono radicali riforme agrarie, scatenando furiosi conflitti sociali, dal 1946 tornano al potere i conservatori che continuano l'uso della violenza politica per ripristinare i propri privilegi. Fin dagli anni '50 un attivo Partito Comunista contribuisce ad armare per reazione un esercito contadino forte di 10 mila persone, ispirando in tutto il paese la nascita di gruppi guerriglieri. Nella guerra civile che ne segue, che fa 400 mila morti, gli USA offrono pieno sostegno ai conservatori e ai liberali, uniti nella lotta controrivoluzionaria, tanto da unirsi infine nel Fronte Nazionale alla fine degli anni '50, che prosegue per un quindicennio le politiche a favore delle élites padronali. Uno dei guerriglieri degli anni '50, Pedro Antonio Marìn, poi noto come Manuel Marulanda Velez, diventa infine comandante in campo del più potente movimento guerrigliero colombiano, che prende il nome di FARC-EP (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, Esercito del Popolo), nate come costola armata del Partito Comunista e di ispirazione ideologica marxista-leninista e bolivariana. L'atto di nascita ufficiale dell'organizzazione risale al 27 maggio 1964. Da allora la lotta prosegue ininterrottamente nelle foreste e sui monti contro una serie di governi sfacciatamente neoliberisti, filo-padronali e alleati degli USA, che «
hanno appoggiato per decenni l'apparato repressivo militare-governativo della Colombia fornendo armi, addestramento militare e finanziamenti». Solo nel 1998, secondo l'International Action Center (AIC), con sede a New York, fondato e presieduto dall'ex procuratore generale degli USA Ramsey Clark, arrivano aiuti militari per una cifra equivalente a quasi 300 milioni di dollari. La scusa ufficiale per tale sostegno è sempre quella di favorire le operazioni antidroga: la Colombia produce il 90% della cocaina che arriva negli States e si accusa le FARC di produrla per finanziare la propria guerra. In realtà ad essere implicati nel traffico di droga sono proprio l'Esercito colombiano e i paramilitari, secondo l'ONG Colombia Support Network. Un'analisi confermata dalla stessa DEA statunitense e dal leader dei paramilitari Carlos Castano, che ha ammesso come il 70% del proprio budget provenga dal traffico di droga. Per contro come si comportano le FARC? Secondo il programma di controllo della droga dell'ONU in alcune zone «
non sono affatto coinvolte», in altre «
raccomandano attivamente agli agricoltori di non coltivare» la droga, in altre ancora impongono una tassa sulla produzione, così come per le altre attività economiche; in ogni caso chiedendo un «
piano di sviluppo per i contadini» che «
permetta l'estirpazione della coca sulla base di colture alternative», presentando anche piani operativi al governo (respinti) sul tema. A giustificare l'interesse degli USA è anche il petrolio, di cui la Colombia è il settimo maggior fornitore per partnership: tra il 1990 e il 1999 il consumo americano di petrolio è aumentato del 15%, mentre la produzione colombiana è aumentata del 78%. In Colombia, presso i giacimenti petroliferi di Cano Limòn, opera la Occidental Petroleum Corporation, con sede legale a Los Angeles. Le FARC e gli altri movimenti guerriglieri si oppongono strenuamente al coinvolgimento straniero nell'industria petrolifera nazionale. A sostenere le FARC e l'ELN è invece Cuba, che offre protezione e appoggio ai suoi membri in dovere all'internazionalismo proletario; per questo e altri motivi gli USA sostengono che Cuba sia uno stato-canaglia fiancheggiatore del “terrorismo” internazionale. In realtà Cuba ha manifestato in diverse occasioni la necessità di trovare una soluzione politica negoziata per raggiungere la pace in Colombia. A Cuba si sono svolti diversi cicli di negoziati tra movimenti guerriglieri e governo colombiano; la posizione trasparente del governo cubano nel processo di pace in Colombia è stata ampiamente riconosciuta, non solo da FARC e ELN, ma anche dall’ONU e dallo stesso governo colombiano, che lo ha dichiarato pubblicamente. L’irrazionalità dell'argomento statunitense arriva al punto che la stessa relazione del Dipartimento di Stato riconosce che «
il Governo colombiano desidera che Cuba continui a fare da mediatrice nel processo di pace».
73 Nel 2010, su un totale di 46 milioni di abitanti, circa 20 milioni di colombiani vivono nella povertà e 8 nell'indigenza. Le donne ed i giovani sono i più toccati. Secondo l'indice GINI delle disuguaglianza, la società colombiana rasenta lo 0,6 ed è una delle società più escludenti.
74 È significativo che nel 2016, nonostante la stessa disponibilità delle FARC a pervenire alla pace e ritentare la via della democrazia partitica, il popolo colombiano abbia bocciato in un referendum istituzionale gli accordi presi con il governo per la fine definitiva della guerriglia.
75 Secondo alcune stime, 218 mila persone sono state uccise nel conflitto. Di queste, 177.307 sono civili e il resto combattenti. Secondo le Nazioni Unite, le FARC e l'ELN (altra organizzazione guerrigliera più piccola e meno nota) sono responsabili del 12% delle vittime civili nei conflitti armati in Colombia, con l'80% commessi dai paramilitari di estrema destra e il restante 8% dalle forze governative.
76 Da segnalare che gli stretti legami tra le forze paramilitari e l'Esercito colombiano sono stati ampiamente documentati sia dall'Osservatorio per i Diritti Umani che dalle Nazioni Unite in studi pubblicati all'inizio del 2000. Lo studio delle Nazioni Unite afferma che l'Esercito ha «
indubbiamente reso i gruppi paramilitari in grado di portare avanti i loro obiettivi di sterminio».
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