21 Novembre 2024

5.1. LA SPIEGAZIONE MAOISTA DELLO SCIOGLIMENTO DEL COMINTERN

Il testo che segue è costituito da estratti dal resoconto del discorso tenuto da Mao Tse-tung il 26 maggio 1943 ai dirigenti del Partito comunista cinese per spiegare lo scioglimento dell’Internazionale comunista, proposto il 15 maggio dall’Esecutivo dell’Internazionale Comunista e divenuto effettivo il 10 giugno 1943. Tale sintesi è pubblicata, con il titolo Sullo scioglimento dell’Internazionale Comunista, sul Quotidiano della liberazione del 28 maggio 1943. Il testo, oltre a mostrare la piena concordanza d'azione, nonostante le divergenze tattiche, tra Stalin e Mao, serve anche a smentire una delle note polemiche che vedono Stalin distruttore del Comintern in quanto nazionalista e imperialista. Leggiamo:
«Il compagno Mao Tse-tung ha prima di tutto notato che lo scioglimento dell’Internazionale comunista è stato, proprio come ha riportato un’agenzia di stampa americana, “un grande evento che segna la linea di demarcazione tra due epoche”... Il compagno Mao Tse-tung si è chiesto: “Perché l’Internazionale comunista è stata sciolta? Non consacrava tutti i suoi sforzi all’emancipazione della classe operaia di tutto il mondo e alla guerra contro il fascismo?”. Il compagno Mao Tse-tung ha quindi detto: “È vero che l’Internazionale comunista era stata creata dallo stesso Lenin. Nel corso di tutta la sua esistenza essa ha dato un grande aiuto a organizzare in ogni paese un partito operaio veramente rivoluzionario e ha anche contribuito enormemente alla grande causa dell’organizzazione della guerra antifascista”. Il compagno Mao Tse-tung ha notato in particolare il grande contributo dato dall’Internazionale Comunista alla causa della rivoluzione cinese. […] Il compagno Mao Tse-tung ha inoltre notato che “i movimenti rivoluzionari non possono essere né esportati né importati. Nonostante l’aiuto dell’Internazionale comunista, il Partito Comunista Cinese ha potuto sorgere e svilupparsi perché in Cina c’era una classe operaia cosciente e la classe operaia cinese aveva essa stessa creato il suo partito, il Partito Comunista Cinese. Il Partito comunista cinese, sebbene conti soltanto ventidue anni di storia, ha già condotto tre grandi movimenti rivoluzionari”. […] Ma perché bisognava sciogliere l’Internazionale Comunista la quale ha reso così grandi servigi alla Cina e a vari altri paesi? A questa domanda il compagno Mao Tse-tung ha risposto: “Uno dei principi del marxismo-leninismo è che le forme dell’organizzazione rivoluzionaria devono essere adattate alle necessità della lotta rivoluzionaria. Se una forma di organizzazione non è più rispondente alle necessità della lotta, allora questa forma di organizzazione deve essere abolita”. Il compagno Mao Tse-tung ha fatto notare che oggi la forma di organizzazione rivoluzionaria conosciuta come Internazionale Comunista non è più rispondente alle necessità della lotta. Insistere con questa forma di organizzazione significherebbe ostacolare lo sviluppo della lotta rivoluzionaria in tutti i paesi. Oggi è necessario rafforzare i partiti comunisti nazionali di ogni paese e non abbiamo più bisogno di un centro di direzione internazionale. Tre sono le ragioni principali di questo.
1. La situazione interna di ogni paese e le relazioni tra i diversi paesi sono più complesse che in passato e mutano più rapidamente. Non è possibile che un’organizzazione unificata internazionale si adatti a circostanze estremamente complesse e in continuo cambiamento. Una giusta direzione può scaturire soltanto da un’analisi dettagliata di queste condizioni e ciò rende più che mai necessario che se ne occupino i partiti comunisti dei singoli paesi. L’Internazionale Comunista, staccata dalla lotta concreta che si svolge in ogni paese, si confaceva alle condizioni relativamente semplici del passato, quando i cambiamenti avevano luogo lentamente, ma oggi non è più uno strumento adatto. […]
2. I banditi fascisti hanno scavato un solco profondo tra i popoli dei paesi fascisti e i popoli dei paesi antifascisti. Vi sono Stati antifascisti di ogni tipo: socialisti, capitalisti, coloniali, semicoloniali. Vi sono grandi differenze anche tra gli Stati fascisti e i loro vassalli. Inoltre vi sono i paesi neutrali che si trovano in condizioni anch’esse diverse. Già da tempo si aveva la sensazione che un’organizzazione centralizzata di carattere internazionale non era più adatta a organizzare rapidamente e efficacemente la lotta antifascista in tutti questi paesi, fatto che recentemente è apparso ancor più evidente.
3. I quadri dirigenti dei partiti comunisti dei vari paesi hanno già compiuto la loro formazione raggiungendo la piena maturità politica. Il compagno Mao Tse-tung ha spiegato questo punto portando ad esempio il Partito Comunista Cinese. Il Partito Comunista Cinese è passato attraverso tre movimenti rivoluzionari. Questi movimenti rivoluzionari sono stati continui, ininterrotti e straordinariamente complessi, più complessi perfino della rivoluzione russa. Nel corso di questi movimenti rivoluzionari, il Partito Comunista Cinese ha forgiato dei propri eccellenti quadri rivoluzionari, ricchi di esperienza personale. A partire dal settimo Congresso mondiale dell’Internazionale Comunista del 1935, questa non è più intervenuta negli affari interni del Partito Comunista Cinese. Tuttavia il Partito Comunista Cinese ha egregiamente svolto il suo compito durante tutto il periodo della Guerra di resistenza contro il Giappone».

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