7.3. LA PROGRESSIVA CONQUISTA DELL'AVANGUARDIA TECNOLOGICA
Per decenni la borghesia ha diffuso il mito per cui i governi comunisti siano incapaci di mantenere il livello di evoluzione e sviluppo tecnologici garantiti dalle economie capitalistiche. L'URSS e altri paesi del “socialismo reale” hanno già smentito concretamente questa leggenda in diversi settori economici. Ora abbiamo l'esempio della Cina che è ancora più potente: da paese del “Terzo Mondo” devastato e saccheggiato dall'imperialismo internazionale, a faro delle nuove tecnologie in sempre più variegati campi. Nel 2016 Vincenzo Comito ammette che «sul piano del livello tecnologico complessivo, l’economia cinese è ancora relativamente indietro a quella degli USA» ma «nel 2015 la Cina ha sostanzialmente raggiunto gli Stati Uniti come numero di articoli scientifici pubblicati nell’anno», «nel 2014 ci sono state in Cina 928.000 domande di brevetto, mentre negli Stati Uniti la cifra corrispondente è stata di 578.000». Inoltre «la Cina possiede il calcolatore più veloce del mondo, sta costruendo il radiotelescopio più grande del mondo e il più veloce acceleratore di particelle». In generale
Xi Jinping ha spiegato così il fenomeno, che vede comunque una crescita delle spese militari (a tutt'oggi ancora equivalenti ad un terzo di quelle degli USA): «Dobbiamo concentrarci meno sulla quantità e più sulla qualità: dobbiamo costruire forze armate più efficaci e moderne». Naturalmente sempre nell'ottica della pura difesa dalle possibili reazioni squilibrate e violente di quegli imperialisti in declino volenterosi di ribaltare il corso della Storia con un colpo di mano militare.48
«una particolarità dello sforzo di modernizzazione è costituita dal fatto che esso va avanti in praticamente tutti i settori dell’economia, anche se i risultati ad oggi non appaiono uniformi nei vari campi; mentre in alcuni di essi il paese è ormai all’avanguardia, in altri sta ancora cercando di aprirsi un varco. Il governo ha varato da poco un piano per lo sviluppo di sette comparti strategici, con la previsione di imponenti investimenti; tra di essi, le biotecnologie, i materiali avanzati, le energie alternative, le tecnologie dell’informazione, la produzione di macchinari sofisticati, la tutela dell’ambiente».In particolare
«il paese è ormai all’avanguardia nel settore dell’alta velocità, dove sta perseguendo una politica di rilevante espansione all’estero; una situazione simile si ritrova nel campo dell’energia nucleare […]. Anche per quanto riguarda le apparecchiature per telecomunicazioni, due imprese cinesi, Huawei e TZE, sono da tempo tra le più importanti, mentre le loro tecnologie sono all’avanguardia. Huawei [che tra l'altro è una cooperativa46, ndr] ha ormai il primo posto in assoluto. Importante anche il ruolo raggiunto nel comparto delle tecnologie edilizie avanzate […]. Nel settore della robotica, le imprese cinesi hanno raggiunto una quota del 25% del mercato mondiale, con l’obiettivo di arrivare al 50% in pochi anni».Il Sole 24 ore annuncia angosciato l'espansione cinese nel settore dell'intelligenza artificiale:
«Pechino ha predisposto un piano per divenire il leader mondiale della AI entro il 2030, mirando a superare i suoi competitor e a creare un’industria nazionale che valga almeno 150 miliardi di dollari. Secondo alcune fonti, la Cina ha già più dei 2/5 degli scienziati esperti in AI del mondo; il numero dei brevetti in questo campo è cresciuto del 200% negli ultimi anni, anche se gli Usa sono ancora primi. Se la Cina riesce nell’intento, il futuro della intelligenza artificiale mondiale sarà concentrato in gran parte nei laboratori del Dragone. E Pechino avrà in mano le chiavi per essere una grande potenza economica. Con i suoi 1,4 miliardi di abitanti e 730 milioni di persone connesse al web, la Cina genera dati più di qualunque altro paese. Un enorme volume di informazioni che costituiscono il più importante ingrediente della intelligenza artificiale perché consentono alle macchine di imparare. Senza dire che Pechino è già leader in campi strategici per la sicurezza nazionale come le tecnologie per la trasmissione quantistica (ossia, di messaggi cifrati inviolabili), e nella fabbricazione di droni che sono stati usati pure dall’esercito Usa».47Lo sviluppo tecnologico è ormai notevole anche sul piano militare, il che ha consentito nel 2017 di ridurre ai minimi storici «l'armata popolare», scesa ormai a 2 milioni di effettivi.
Xi Jinping ha spiegato così il fenomeno, che vede comunque una crescita delle spese militari (a tutt'oggi ancora equivalenti ad un terzo di quelle degli USA): «Dobbiamo concentrarci meno sulla quantità e più sulla qualità: dobbiamo costruire forze armate più efficaci e moderne». Naturalmente sempre nell'ottica della pura difesa dalle possibili reazioni squilibrate e violente di quegli imperialisti in declino volenterosi di ribaltare il corso della Storia con un colpo di mano militare.48
46. China Files, Huawei, la multinazionale “maoista” in cui i lavoratori rinunciano ai diritti, Il Fatto Quotidiano (web), 6 settembre 2012.
47. A. Castagnoli, Se la Cina diventa leader nell’intelligenza artificale, Il Sole 24 Ore (web), 2 settembre 2017.
48. A. Aquaro, La grande marcia al riarmo hi-tech cinese, La Repubblica (web), 4 gennaio 2017.