[…] non ha precedenti nella storia di nessuna società umana: una crescita media sostenuta di 9,8% per 21 anni. Facevo i calcoli delle volte che avevano raddoppiato la produzione economica in quel periodo. In precedenza, avevano ottenuto importanti progressi. Ricordo che dopo la vittoria rivoluzionaria, manualmente, i cinesi costruirono grosse dighe per evitare inondazioni e promuovere l'irrigazione, realizzarono molte opere di tutti i tipi e iniziarono i programmi sociali sin dal momento stesso della vittoria della rivoluzione; ma i progressi economici trovavano ostacoli a causa del blocco economico, oltre ai fattori soggettivi. Quando -ripeto- tutti hanno dovuto riconoscere i diritti della Cina e sono stati eliminati i blocchi, e loro hanno superato certi errori - io non dico che siano errori, questi sono i loro punti di vista, noi non avremmo il diritto di giudicare ognuno degli avvenimenti interni della Cina; ma loro, come spiegava l'ambasciatore, avevano fatto certe correzioni, avevano superato certi errori, e tutti commettono errori, questo è innegabile -, dopo di che hanno raggiunto quell'impressionante primato, perché egli accennava, soprattutto, quanto sono cresciuti a partire dal 1978, in 21 anni. Non vi è precedente, non è mai esistita una cifra simile a questa. È veramente molto soddisfacente sentire in questa sede l'ambasciatore ribadire che tali successi sono stati possibili a partire da un'ideologia politica, a partire da una scienza politica, a partire dal marxismo-leninismo, ai quali si aggiungono gli apporti teorici importanti fatti da Mao Tse-tung; apporti teorici alla lotta politica, apporti teorici alla lotta rivoluzionaria, apporti teorici al marxismo, e al quale si aggiunsero successivamente gli apporti teorici e pratici di Deng Xiaoping. Aggiungete a questo una caratteristica che non può ignorarsi: la laboriosità del popolo cinese. […] È un paese la cui economia avanza in modo straordinario. […] la Repubblica Popolare Cinese ha prestato uno straordinario servizio al mondo nei mesi recenti, soprattutto dal 1998, in quella crisi che cominciò nel sudest di Asia e che ha portato anche la seconda potenza mondiale nel campo economico, cioè il Giappone, ad una profondissima crisi, che dopo ha raggiunto la Russia, e che ormai stava colpendo seriamente i valori delle azioni delle borse degli Stati Uniti e che minacciava direttamente di spazzare via l'economia dell'America Latina. […] La Cina ha dovuto fare un grosso sacrificio economico senza il quale niente avrebbe potuto fermare la crisi. Gli si è creata una situazione complicata perché le sue esportazioni aumentavano anno dopo anno, ma quando la crisi asiatica ha svalutato le monete di un grande numero di paesi con certo livello di sviluppo -le cosiddette tigri asiatiche, orgoglio dell'economia neoliberista, orgoglio dell'imperialismo come esempio di quello che si poteva raggiungere tramite le sue fatali ricette- e quando quello è crollato in pochi giorni, giacché una dopo l'altra le economie di quei paesi sono crollate con terribili conseguenze ormai per l'economia del mondo, soprattutto per i paesi del Terzo Mondo, che erano senza alcuna protezione davanti a queste crisi, i cinesi sono rimasti in svantaggio perché i prezzi delle merci di tutti quei paesi si abbassarono straordinariamente perché con la svalutazione delle loro monete potevano esportare a bassi prezzi tutto quanto volevano. La Cina avrebbe potuto svalutare il yuan per proteggersi da quella concorrenza, per mantenere il ritmo d'incremento delle esportazioni e con esse le sue elevate crescite continue. Il mondo tremava, il mondo!, e non solo il Terzo Mondo, ma anche il mondo industrializzato tremava davanti all'idea che la Cina, con tutto il suo diritto, e per proteggere le sue esportazioni e la sua crescita economica, svalutasse il yuan. Non lo fece, e ancora non si è sentita molto la riconoscenza che la Repubblica Popolare Cinese merita per questo servizio che ha prestato al mondo, e a scapito della sua economia. Cioè che ha agito con un grosso senso della responsabilità, il prestigio del paese è cresciuto l'anno scorso oltre il 7,8% sul quale ha parlato Machadito quando si riferiva alla crescita dell'economia cinese. Il prestigio della Cina, con questo unico fatto deve aver aumentato, almeno, un 20% o un 30%, ma credo che il suo prestigio meritava una crescita del 200%, perché nessuno è in grado d'immaginare le conseguenze di una misura di questo genere in Cina; tuttavia, alla Cinastanno ostacolando l'entrata all'Organizzazione Mondiale del Commercio, e noi tutti stiamo portando avanti una battaglia per l'entrata della Cina alla WTO. L'Europa e gli Stati Uniti assumono il diritto di dire se entra o meno; si ripete, in certa misura, la battaglia presso le Nazioni Unite. E la WTO è temibile, perché può essere uno strumento terribile contro gli interessi del Terzo Mondo. Al Terzo Mondo interessa che la Cina faccia parte dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, è quella che regola quest'attività; strumento creato, senza dubbio - così come altri strumenti ormai esistenti, come il FMI ed enti simili che hanno imposto il famoso neoliberismo, le cui conseguenze conoscono i nostri compatrioti tramite le migliaia di visitatori che arrivano da tutte le parti e le informazioni della stampa riguardante questa teoria economica sempre più screditata e più nociva- come uno strumento di dominio. Tutto quello che ha creato l'imperialismo dopo il crollo del campo socialista sono strumenti per rafforzare il suo dominio in tutti i campi. Nel campo economico usufruisce di privilegi incredibili che non possono continuare. Sono coloro che coniano la moneta di riserva del mondo, nella quale investono solo carta. Gli europei cercano di crearne un’altra, per proteggersi da questi super privilegi che esistono a scapito degli interessi del resto del mondo e per cercare di condividere gli stessi. Tutti questi argomenti fanno parte delle questioni che si devono discutere per cambiare l'ordine mondiale esistente […]. la WTO […] potrebbe diventare uno strumento dei popoli dove quelli del Terzo Mondo siano la stragrande maggioranza; ma i popoli del Terzo Mondo sono molto divisi perché a causa della loro povertà hanno un'enorme dipendenza dagli Stati Uniti e dagli enti commerciali e finanziari creati da loro che molte volte li dividono. Agendo uniti i paesi del Terzo Mondo, con Cina all'interno della WTO, quest'organizzazione potrebbe diventare uno strumento di giustizia, uno strumento di resistenza di fronte all'egemonismo degli Stati Uniti, al nuovo ordine economico, all'ordine economico attuale che ci hanno imposto, aggiungendo, ovviamente, l'ordine politico che hanno anche imposto, e per tale motivo è così importante, così fondamentale, una riforma delle Nazioni Unite. Tutto è collegato. Potrebbe essere la WTO uno strumento di giustizia, siamo la maggioranza, lo siamo all'interno delle Nazioni Unite e voi vedete alcune votazioni nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ad esempio le votazioni contro il blocco. […] in questi anni difficili, quando abbiamo perso improvvisamente accesso ai mercati, avevamo il mercato cinese; quando era molto difficile acquistare certe forniture, una parte di esse si acquistavano nella Repubblica Popolare Cinese; le nostre navi vanno e vengono, portano prodotti da ambedue i paesi. Loro hanno un grande sviluppo nell'industria di farmaci, molte materie prime per la nostra industria farmaceutica, a volte difficili da reperire, le troviamo nella Cina a buon prezzo. Hanno cooperato con il nostro paese, hanno sviluppato gli scambi e i rapporti economici con Cuba, hanno sviluppato anche i rapporti politici con Cuba negli anni del “periodo speciale”. Quasi tutti i suoi principali dirigenti hanno visitato il nostro paese. Siamo stati onorati con la visita del presidente Jiang Zemin, e non ci siamo sbagliati, sin dal primo contatto personale abbiamo giustamente apprezzato la sua intelligenza, le sue condizioni politiche e umane, la sua capacità di dirigente responsabile e di statista con solidi principi. Inoltre, vediamo in Cina, perché leggiamo le informazioni tutti i giorni, l'altro paese contro il quale si accanisce la propaganda occidentale. Tutti i giorni ci sono diverse notizie internazionali parlando su questioni o affari interni della Cina; se in Cina arrestano qualcuno perché viola la legge, lo scandalo è immediato, se in Cina proibiscono un gruppuscolo perché danneggia l'unione e la stabilità del paese o segue una politica che tradisce gli interessi di questo grande popolo, vi è uno scandalo. la propaganda di oggi è focalizzata soprattutto contro Cuba; ma vi è anche una grande propaganda contro la Cina, propaganda effettuata utilizzando tutti i mezzi possibili, creando l'imperialismo nuove stazioni emittenti per trasmettere ai 1250 milioni di cinesi le idee occidentali, le abitudini di consumo occidentali, le pazzie occidentali o principalmente le pazzie statunitensi; è un paese cui si combatte ideologicamente tutto quanto sia possibile. […] solo il socialismo può risolvere i problemi del mondo; solo il socialismo poteva nutrire 1250 milioni di cinesi e dare praticamente un'abitazione, un televisore ad ogni famiglia cinese, altri utensili domestici e soprattutto le risorse essenziali per la vita. Cioè, in quel paese si alimenta circa il 22% della popolazione mondiale con il 7% delle terre agricole. Un […] paese che soffrì la fame sotto il dominio dei signori feudali e del capitalismo, sempre alleati alle potenze coloniali e dominanti, quando erano solo 400 o 500 milioni di abitanti, oggi, con il triplo della popolazione, ha eliminato per sempre la fame. E proprio in questa sede l'Ambasciatore ha spiegato che sono stati in grado di produrre il 40% delle uova che si producono nel mondo, 490 milioni di tonnellate di cereali e altre cifre simili. […] Tutto quanto si è detto di questa storia è il risultato di una cosa che si chiama socialismo, è il risultato di una dottrina che nacque per sconvolgere il mondo, la dottrina marxista, il socialismo scientifico, la rivoluzione degli umili, per gli umili, che hanno reso anche possibile la nostra incredibilmente eroica prodezza di resistere 40 anni di blocco e quasi 10 anni di periodo speciale».
In conclusione, come afferma Fidel Castro nel 2007: «
Per tutti quelli che, come noi credono nel socialismo, quello che la Cina sta facendo rappresenta una speranza. Non è azzardato affermare che il futuro del socialismo nei prossimi decenni dipenderà in larga misura da quello che la Cina saprà realizzare».
63 Quando Fidel è morto, il presidente cinese Xi Jinping lo ha elogiato come una «
grande persona della nostra epoca», enfatizzando le
«conquiste storiche immortali per lo sviluppo del socialismo mondiale». Secondo i media cinesi, stando a dati del 2016, il volume del commercio tra Cuba e Cina è pari a circa 2,2 miliardi di dollari all’anno e la Cina è stabilmente il secondo partner commerciale di Cuba. Nell’isola non è strano vedere elettrodomestici cinesi, autobus di marca “Yutong” e carte di credito del circuito UnionPay, a testimonianza del legame ormai inscindibile tra le due nazioni.
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