9.2 L'EROISMO DI NIKOLAJ MASALOV
Dalle memorie del Maresciallo Vasilij Ivanovič Čujkov54:
«Un'ora prima dell'inizio del bombardamento preparatorio d'artiglieria il sergente Nikolaj Masalov, portabandiera del 220° reggimento, 79° divisione, accompagnato da due aiutanti aveva piantato la bandiera del reggimento sulla riva del canale Landwehr: da quel punto fino alla Vosstrasse, cioè alla Cancelleria e al bunker dove si nascondeva Hitler, correva una distanza di appena quattrocento metri. […] C'era la calma che precede sempre la tempesta. E d'un tratto, in questo silenzio angoscioso, teso, rotto dal crepitio attutito degli incendi, s'udì un pianto di bambino. Non c'erano dubbi: da qualche parte sottoterra risuonava in tono sordo e invocante la voce di un bambino. Piangendo, ripeteva una sola parola che tutti capivano: “Mutter, mutter...” (traduzione: “madre, madre...”).
“-Sembra che sia da questa parte del canale - disse Masalov ai suoi compagni. - Reggete la bandiera, faccio presto”.
Il sergente si presentò al comandante:
“-Chiedo il permesso di salvare il bambino. So dov'è. […]”
Raggiungere il ponte attraverso il canale era estremamente pericoloso. La zona era battuta da un fuoco che pioveva da tutte le parti; qua e là sotto la crosta dell'asfalto, erano nascoste mine e cariche di dinamite. Nikolaj Masalov strisciò avanti lentamente, nascondendosi nei crateri poco profondi scavati dalle esplosioni, tastando prudentemente ogni monticello, ogni fessura dell'asfalto. Eccolo che attraversa il lungofiume e si ripara dietro una sporgenza della riva in cemento armato del canale.
Là egli sente di nuovo la voce del bambino che chiama la mamma, un lamento insistente, quasi diretto a sollecitare Masalov. Allora il soldato si alza in tutta la sua statura (è alto, forte, ha il petto coperto di decorazioni) e né pallottole né schegge di granata riescono a fermarlo. Crepitano le mitragliatrici: sono le nostre che, senza aspettare gli ordini, hanno aperto il fuoco di protezione. Masalov scavalca il parapetto del canale... Passano cinque, dieci minuti. Le mitragliatrici tacciono. Anche il bambino non si fa più sentire. Possibile che Masalov abbia rischiato la vita per niente? Alcuni soldati stanno per lanciarsi sotto il ponte. Proprio allora tutti sentono la voce del sergente:
“-Sono col bambino... c'è una mitragliatrice a destra, sul balcone di una casa con le colonne, fatela tacere”.
Nel medesimo istante il generale Požarskij, comandante dell'artiglieria, lanciava l'ordine: “-Fuoco!”
Mille cannoni e mortai cominciarono il bombardamento preparatorio [per l'assalto alla Cancelleria e al bunker di Hitler nel Tiergarten, ndr] e le loro salve protessero l'uscita di Masalov dalla zona mortale, con una bambina di tre anni tra le braccia. Sua madre, probabilmente aveva tentato di fuggire dal Tiergarten ma le SS le avevano sparato alla schiena. Per salvare la bambina si era nascosta sotto il ponte dove era morta. Qualche minuto dopo il sergente Masalov aveva ripreso il suo posto accanto alla bandiera del reggimento pronto a lanciarsi all'attacco. Il ricordo dell'impresa di Masalov è perpetuato in un monumento dello scultore sovietico Evgenij Vucetic, eretto nel Treptower Park di Berlino».
54. V. I. Čujkov, Obiettivo Berlino. Memorie del generale che ha sconfitto il nazismo, Res Gestae, Milano 2013, pp. 178-180.