21 Novembre 2024

6.8. I BROGLI ANTICOMUNISTI DEL 1996

Un sondaggio svolto in Russia l'8 aprile 2016 dà un risultato impressionante: se potesse tornare indietro nel tempo alle elezioni presidenziali del 16 giugno 1996, il 90% dei russi voterebbe il comunista Gennadij Andreevič Zjuganov contro Boris Eltsin.
Inutile dire che la storia conseguente della Russia sarebbe stata radicalmente diversa, e su tale aspetto dovrebbero riflettere tutti coloro che dicono che «in Russia hanno vissuto il comunismo e infatti non lo vogliono più». In realtà quel che afferma questo sondaggio è argomento di discussione storica e politica già da diversi anni, essendo da molti stata messa in discussione la regolarità di quelle elezioni:
«Nel 1996 l'elezione presidenziale non fu vinta da Boris Eltsin».
L'autore della dichiarazione è niente meno che Dmitrij Medvedev, ex presidente russo (2008-2012) e Primo Ministro russo nel momento dell'affermazione. In quel 1996 Boris Eltsin ha un rating del 6% di consensi. Viene rimesso in pista con una campagna elettorale pagata da diverse fondazioni americane, sotto la guida di Anatolij Ciubais (rimasto in sella come ministro anche sotto Putin e Medvedev). Ma, a quanto ora sappiamo – stando alle parole dello stesso Medvedev – non sarebbe bastato tanto dispendio di denaro e di colpi bassi, se non ci fossero stati pesanti “ritocchi” delle cifre ufficiali. Boris Eltsin, secondo i dati ufficiali, prende il 35,3%, mentre Gennadij Zjuganov, capo dei comunisti, deve accontentarsi del 32%. Vanno così al secondo turno loro due, eliminando una selva di concorrenti, tra cui Aleksandr Lebed e Mikhail Gorbačev (accreditato di un patetico 0,5%). Al secondo turno Eltsin vince con il 53,8% e Ziuganov rimane al palo con il 40,3%. Molti osservatori dell'epoca hanno dubitato di quel risultato e ne scrissero. L'analisi del voto in numerose regioni mostra l'evidenza dei brogli. Sui circa 600 mila voti del Tatarstan, per esempio, Eltsin risulta avere perduto sulla carta, mentre viene dato vincitore sui computer. All'epoca non fu però possibile nessun controllo. Dopo poche settimane le schede vengono distrutte. Il potere degli oligarchi e dell'Occidente impedisce a tutti i costi l'elezione di un comunista alla presidenza della “nuova Russia”. Anche a costo di piantare un chiodo definitivo sul coperchio della bara della democrazia russa. A far cessare il saccheggio della Russia sarebbe arrivato nel 2001 l'uomo forte Vladimir Putin, che pur avviando una politica estera più indipendente e meno prona agli interessi statunitensi (come dimostrano ampiamente le questioni ucraine e siriane), e pur avviando politiche interne in grado di far ripartire il paese, non sono certo accomunabili a politiche di tipo socialista: Sono inoltre rimaste le accuse di una democrazia azzoppata da una serie di frequenti brogli elettorali.
In occasione delle elezioni del 2012 Zjuganov ha accusato: «Non ritengo le elezioni del 4 marzo trasparenti e giuste, non sono legittime». Putin gode di un enorme consenso popolare nel paese, a differenza dello Eltsin degli anni '90. Probabilmente vincerebbe lo stesso, ma da ex agente del KGB preferisce non correre rischi.74
74. Fonti usate: G. Chiesa, Non Eltsin ma Zjuganov vinse le elezioni del 1996: parola di Medvedev, Megachip.info-Marx21 (web), 2 marzo 2012; Redazione La Repubblica, Russia, Putin vince al primo turno. Accuse di brogli, opposizione in piazza, La Repubblica (web), 4 marzo 2012; C. Tosi, Russia, alternative a Putin cercansi, Limes, 9 gennaio 2015.

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