6.2. IL RITARDO DEL SECONDO FRONTE
Perchè il secondo fronte, quello occidentale, viene aperto dagli Alleati solo nell'estate del 1944? Lasciamo la parola a Aldo Calcidese41:
«Dall'invasione subita nel 1941 allo sbarco in Normandia, avvenuto il 6 giugno 1944, tutto il peso della guerra contro la Germania sul fronte europeo fu sostenuto interamente e unicamente dall'URSS. Fin dall'autunno del 1941 il governo sovietico rivolse al governo inglese la richiesta di aprire un secondo fronte in Europa. Nel suo messaggio di risposta, Churchill dichiarò che non vi era alcuna possibilità di aprire il secondo fronte perché l’Inghilterra non disponeva delle truppe e degli armamenti necessari. In realtà, l’Inghilterra si trovava in stato di guerra con la Germania dal 1939. Le sue riserve erano tanto più consistenti in quanto in due anni il comando inglese non aveva intrapreso alcuna grande offensiva. Come viene detto da Churchill nelle sue Memorie, all’inizio di settembre del 1941 nelle isole britanniche c’erano più di due milioni di soldati più 1.500.000 uomini che facevano parte delle formazioni territoriali di difesa. Nell’autunno del 1941 33 divisioni erano già mobilitate e comprendevano numerose unità di rinforzo. La produzione dell’industria bellica inglese era notevole. Per alcuni tipi di armamenti, a cominciare dagli aeroplani, superava quella tedesca. La marina militare della Gran Bretagna aveva grandi possibilità di intervento. Molti statisti inglesi riconoscevano questa situazione. Lord Beaverbrook, tornato nell’ottobre del 1941 da Mosca, scrisse: “È assurdo affermare che noi non possiamo fare nulla per la Russia. Lo possiamo, se ci decidiamo a sacrificare i progetti a lunga scadenza e una concezione bellica che, pur continuando ad essere accarezzata, è definitivamente invecchiata”.
Anche il capo di Stato maggiore statunitense Marshall riconobbe che gli Stati Uniti erano in grado di aprire il secondo fronte. “Per essere sinceri, va detto che disponiamo di truppe bene addestrate, di scorte di armamenti, di una buona aviazione e di divisioni corazzate”.
Ma perché gli anglo-americani non vollero aprire il secondo fronte in Europa né nel 1942 né nel 1943? Lo spiega molto bene Klement Gottwald, che fu prima segretario del Partito Comunista Cecoslovacco e poi presidente della Repubblica:
“E quando l’Unione Sovietica e le potenze occidentali combattevano ormai insieme contro la Germania hitleriana finirono forse, almeno allora, gli intrighi antisovietici? Non finirono neppure allora! È a tutti nota la storia del cosiddetto secondo fronte. L’Unione Sovietica sanguinava da innumerevoli ferite; essa impegnava e incatenava la grande maggioranza delle forze armate tedesche, dando all’Inghilterra e agli Stati Uniti la possibilità di prepararsi seriamente all’ulteriore condotta della guerra. E quando questa preparazione fu, secondo ogni umana previsione, ultimata, l’Unione Sovietica chiese che venisse aperto il secondo fronte in occidente. Gli argomenti dell’Unione Sovietica e la voce dei popoli di tutti i paesi furono così forti che gli esponenti dei paesi occidentali si impegnarono ad aprire a occidente il secondo fronte entro un certo termine. Si impegnarono una prima volta e non fecero niente. Si impegnarono una seconda volta e ancora non fecero niente. Solo più tardi, quando l’ulteriore inattività non era ormai più tollerabile, organizzarono il “secondo fronte” nell’Africa settentrionale e in Italia, un “secondo fronte” che non stornò dal fronte sovietico-tedesco neanche una divisione germanica. Perché i signori occidentali organizzarono un surrogato di secondo fronte nell’Africa settentrionale? Dal sud essi speravano di poter arrivare ai Balcani e all’Europa centrale prima dell’esercito sovietico e di assicurare in questo modo queste regioni al capitalismo. Comunque gli strateghi di Churchill erano certi che alla fine della seconda guerra mondiale avrebbero incontrato al tavolo delle trattative una Unione Sovietica dissanguata, indebolita, impotente. In secondo luogo si aspettavano che i paesi liberati dall’Unione Sovietica sarebbero tornati al capitalismo e nelle braccia degli imperialisti. Non avvenne né la prima né la seconda cosa. Solo chi sia irrimediabilmente ottuso può pensare sul serio che queste nazioni, che nel corso di una sola generazione avevano subito due bagni di sangue, potessero auspicare un puro e semplice ritorno alla situazione d’anteguerra. Potevano auspicare ciò tanto meno in quanto negli anni precedenti alla guerra e in quelli della guerra avevano visto chiaramente l’infamia, la doppiezza e l’incapacità delle classi prima dominanti e in quanto erano stati anche traditi dagli imperialisti occidentali”. (Klement Gottwald, La Cecoslovacchia verso il socialismo, edizioni Rinascita, Roma, 1952, pp. 299-301) Non solo. Gli imperialisti anglo-americani volevano approfittare della situazione esistente nel fronte sovietico-tedesco per creare basi militari nei principali centri economici e strategici dell’URSS. Churchill inviò una nota al Comando congiunto anglo-americano, nella quale chiedeva che non si facesse sfuggire l’occasione per un’invasione del Caucaso. Soltanto una cosa lo preoccupava: che fare di questi piani se l’offensiva tedesca del 1942 dovesse fallire».
41. A. Calcidese, La grande vittoria dei popoli sovietici sul nazifascismo, CCDP, 25 febbraio 2010.