5.4. LA REPLICA DI STALIN
Anni dopo, nel 1927, Stalin si espresse chiaramente in sede di Partito sul Testamento di Lenin:
«Veniamo al “testamento” di Lenin. Qui gli oppositori hanno gridato - li avete sentiti - che il Comitato centrale del partito ha “nascosto” il “testamento” di Lenin. La questione è stata discussa più volte nella sessione plenaria del Comitato centrale e della Commissione centrale di controllo, come voi ben sapete. È stato dimostrato e ridimostrato che nessuno nasconde nulla, che il “testamento” di Lenin era indirizzato al XIII Congresso del partito, che questo documento è stato reso pubblico al congresso, che il congresso ha deciso all'unanimità di non pubblicarlo, tra l'altro perché lo stesso Lenin non voleva e non chiedeva che fosse pubblicato. Tutto ciò l'opposizione lo sa non meno di tutti noi. Ciò nonostante l'opposizione ha l'ardire di dichiarare che il CC “nasconde” il “testamento”. La questione del “testamento” di Lenin risale - se non mi sbaglio - al 1924. Esiste un certo Eastman, un ex comunista americano, che in seguito è stato espulso dal partito.
Questo signore dopo aver bazzicato a Mosca nell'ambiente dei trockijsti e aver raccolto alcune voci e pettegolezzi circa il “testamento” di Lenin, se n'è andato all'estero dove ha pubblicato un libro intitolato Dopo la morte di Lenin, in cui non si fa risparmio di colore per denigrare il partito, il Comitato centrale e il potere sovietico, e tutto è costruito sulla supposizione che il CC del nostro partito “nasconda” il “testamento” di Lenin. Poiché questo Eastman una volta aveva avuto rapporti con Trockij, noi, membri dell'Ufficio politico, abbiamo proposto a Trockij di scindere le sue responsabilità da Eastman il quale, aggrappandosi a Trockij e citando l'opposizione, rendeva Trockij responsabile delle calunnie lanciate contro il nostro partito circa il “testamento”. Data l'evidenza della cosa, Trockij effettivamente scisse le sue responsabilità da Eastman in una dichiarazione sulla stampa, pubblicata nel settembre del 1925 sul n° 16 del Bolševik. Permettetemi di leggere il passo dell'articolo in cui Trockij tratta la questione relativa al fatto se il partito e il suo CC nascondono o meno il “testamento” di Lenin.
Cito l'articolo di Trockij: “In alcuni passi del libercolo di Eastman si dice che il CC ha 'nascosto' al partito una serie di importantissimi documenti scritti da Lenin nell'ultimo periodo della sua vita (si tratta di lettere sulla questione nazionale, del cosiddetto 'testamento', ecc.); questa affermazione non si può chiamare altro che calunnia contro il CC del nostro partito. Dalle parole di Eastman si può dedurre che Vladimir Il’ič avesse destinato alla stampa queste lettere, che avevano il carattere di consigli organizzativi interni. In realtà ciò è assolutamente falso. Vladimir Il’ič fin da quando cadde ammalato inviò più volte proposte, lettere ecc. alle istanze del partito e al suo congresso. Va da sé che tutte queste lettere e proposte arrivarono sempre a destinazione, furono portate a conoscenza dei delegati al XII e al XIII Congresso del partito, e sempre, s'intende, esercitarono la dovuta influenza sulle decisioni del partito; se tutte queste lettere non sono state pubblicate, è perché il loro autore non le aveva destinate alla stampa. Vladimir Il’ič non ha lasciato nessun 'testamento', e lo stesso carattere dei suoi rapporti col partito, come il carattere del partito stesso, escludevano la possibilità di un tale 'testamento'.La stampa dell'emigrazione, la stampa estera borghese e quella menscevica di solito ricordano come 'testamento' una lettera di Vladimir Il’ič (tanto alterata da essere irriconoscibile) contenente consigli di carattere organizzativo. Il XIII Congresso ha esaminato con grande attenzione anche questa lettera, come tutte le altre, e ne ha tratto le conclusioni conformi alle condizioni e alle circostanze del momento. Qualsiasi chiacchiera sull'occultamento o sulla violazione del 'testamento' è una maligna invenzione ed è interamente diretta contro l'effettiva volontà di Vladimir Il’ič e gli interessi del partito da lui creato” (vedi l'articolo di Trockij: A proposito del libro di Eastman “Dopo la morte di Lenin”, Bolševik, n° 16, 1° settembre 1925, p. 68).
Chiaro, mi sembra. Questo lo scrive Trockij, e non qualcun altro. Su che base ora Trockij, Zinov’ev e Kamenev blaterano che il partito e il suo CC “nascondono” il “testamento” di Lenin? Blaterare “si può”, ma occorre avere il senso della misura. Si dice che in questo “testamento” il compagno Lenin proponesse al congresso che, data la “rudezza” di Stalin, si dovesse pensare a sostituirlo con un altro compagno nella carica di segretario generale. È assolutamente vero; sì, io sono rude, compagni nei riguardi di coloro che in modo rude e perfido distruggono e scindono il partito. Questo non l'ho nascosto, né lo nascondo. Forse ci vorrebbe una certa dolcezza nei riguardi degli scissionisti, ma non da me la otterrete. Alla prima seduta dell'assemblea plenaria del CC dopo il XIII Congresso ho chiesto all'assemblea plenaria del CC di esimermi dalla carica di segretario generale. Il congresso stesso ha discusso la questione. Ogni delegazione l'ha discussa, e tutte le delegazioni, all'unanimità, compresi Trockij, Kamenev e Zinov’ev, hanno imposto al compagno Stalin di restare al suo posto. Che cosa potevo dunque fare? Fuggire dal mio posto? Non è nel mio carattere; non sono mai fuggito da nessun posto e non ho il diritto di farlo, poiché questa sarebbe una diserzione. Come ho già detto prima, non sono libero di disporre di me; quando il partito impone una cosa devo sottomettermi. Un anno dopo ho di nuovo chiesto all'assemblea plenaria di essere esonerato dalla carica, ma di nuovo mi è stato imposto di restare. Che cosa dunque potevo fare? Quanto alla pubblicazione del “testamento”, il congresso ha deciso di non pubblicarlo, perché era indirizzato al congresso e non era destinato alla stampa... L'opposizione punta tutte le sue carte sul “testamento” di Lenin. Ma basta solo leggerlo questo 'testamento' per comprendere che le loro carte valgono nulla. Al contrario, il “testamento” di Lenin è fatale per gli attuali capi dell'opposizione. È un fatto, invero, che Lenin nel suo “testamento” accusa Trockij di “non bolscevismo”, e degli errori di Kamenev e Zinov’ev al tempo dell'Ottobre dice che non si tratta di errori “casuali”. Che cosa significa ciò? Significa che politicamente non si può aver fiducia né in Trockij, che è malato di “non bolscevismo”, né in Kamenev e Zinov’ev, i cui errori non sono “casuali” e possono ripetersi e si ripeteranno. È caratteristico il fatto che nel “testamento” non vi sia né una parola, né un accenno agli errori di Stalin. Si parla solo della rudezza di Stalin. Ma la rudezza non è né può essere un difetto della linea o della posizione politica di Stalin». (Iosif Stalin, dalla Sessione Plenaria del Comitato Centrale dell'ottobre 1927, disponibile in Opere complete, vol. X, pp. 185-189)17
17. Per le opere complete di Josif Stalin si rimanda a http://www.resistenze.org/sito/ma/di/bm/mdbmen12-015383.htm.