5.2. IL POTERE AI LAVORATORI
Si dice spesso che il regime che ne seguì non rispettò il mandato di dare il potere ai Soviet, avviando una dittatura repressiva proprio verso gli stessi lavoratori. Lasciamo la parola a Thomas Kenny62 per rispondere a queste accuse:
«gli apologeti del capitalismo sostengono che, qualunque siano gli altri difetti, il capitalismo è più “democratico” del socialismo reale. Sciocchezze. Se con la parola “democrazia” si intende il potere delle persone che lavorano, allora l'Unione Sovietica aveva caratteristiche democratiche che superavano ogni società capitalistica. Lo Stato sovietico aveva una maggiore percentuale di lavoratori coinvolti nel Partito e nel governo di quanto capitava ai partiti e governi dei paesi capitalisti. Il grado di uguaglianza di reddito, il grado di istruzione gratuita, sanità e altri servizi sociali, le garanzie di occupazione, l'età di pensionamento, la mancanza di inflazione, i sussidi per la casa, il cibo e gli altri bisogni essenziali e così via, hanno reso evidente che si trattava di una società che funzionava in base agli interessi di classe dei lavoratori. Gli sforzi epici per costruire l'industria e l'agricoltura socialiste e per difendere il paese durante la Seconda guerra mondiale non sarebbero stati possibili senza una attiva partecipazione popolare. Trentacinque milioni di persone sono state coinvolte nei soviet (consigli). I sindacati sovietici avevano poteri che travalicavano quelli abituali, come gli obiettivi della produzione, i licenziamenti e le loro scuole e centri vacanze che pochi (se esistono) sindacati dei paesi capitalistici potevano pretendere. A meno che non ci sia un'enorme pressione dal basso, gli Stati capitalisti non mettono mai in discussione la proprietà aziendale. I sostenitori della superiorità della democrazia occidentale ignorano lo sfruttamento di classe, si concentrano sul processo e non sulla sostanza e danno merito al capitale per la democrazia capitalista, non ai suoi veri difensori e promotori, la moderna classe operaia. Confrontano i risultati della democrazia capitalista al suo passato, ma in modo asimmetrico, confrontano i risultati della democrazia socialista con un ideale immaginato. Rapporti simili potrebbero essere fatti rispetto ad altri paesi socialisti.
L'Unione Sovietica non solo ha eliminato le classi sfruttatrici del vecchio ordine, ma ha anche abolito l'inflazione, la disoccupazione, la discriminazione razziale e nazionale, l'estrema povertà e le stridenti disuguaglianze di ricchezza, reddito, istruzione e opportunità. In cinquant'anni, il paese è passato da una produzione industriale che era solo il 12% di quella degli Stati Uniti, per raggiungere l'80%, con la produzione agricola che si posiziona all'85% di quella Usa. Nonostante il consumo pro capite sovietico sia rimasto inferiore a quello degli Stati Uniti, nessuna società aveva mai aumentato gli standard di vita e di consumo così rapidamente, in un periodo di tempo così breve, ripartito fra tutte le persone. L'occupazione era garantita. L'istruzione gratuita era disponibile per tutti, dalla scuola materna, alle scuole secondarie (generali, tecniche e professionali), alle università e alle scuole dopo lavoro. Oltre all'insegnamento gratuito, gli studenti post-secondari ricevevano uno stipendio per vivere. L'assistenza sanitaria gratuita esisteva per tutti, con circa il doppio dei medici per persona rispetto agli Stati Uniti. I lavoratori infortunati o malati avevano la garanzia del lavoro e le indennità di malattia. A metà degli anni 1970, i lavoratori avevano in media 21,2 giorni lavorativi di ferie (un mese di vacanza) e potevano contare su convalescenziari e centri benessere ed i campi per bambini erano gratuiti o sovvenzionati. I sindacati avevano il potere di veto sui licenziamenti e quello di richiamare i direttori. Lo Stato regolamentava tutti i prezzi e sovvenzionava il costo dei prodotti alimentari di base e della casa. Gli affitti rappresentavano solo il 2-3% del bilancio familiare; acqua e servizi pubblici solo il 4-5%. Non esistevano esclusioni abitative a causa del reddito. Sebbene alcuni quartieri fossero riservati agli alti funzionari, altrove direttori di impianti, infermieri, professori e bidelli vivevano fianco a fianco.
Il governo includeva la crescita culturale e intellettuale come parte dello sforzo per migliorare il tenore di vita. Le sovvenzioni statali mantenevano il prezzo dei libri, dei periodici e degli eventi culturali al minimo. Come risultato, i lavoratori possedevano spesso le loro biblioteche e la famiglia media sottoscriveva quattro periodici. L'Unesco riporta dati secondo cui i cittadini sovietici leggevano più libri e vedevano più film di qualsiasi altro popolo al mondo. Nel 1983, il sociologo americano Albert Szymanski analizzò una serie di studi occidentali sulla distribuzione del reddito e gli standard di vita sovietici. Egli scoprì che le persone più pagate in Unione Sovietica erano importanti artisti, scrittori, professori, amministratori e scienziati, che guadagnavano stipendi altissimi da 1.200 a 1.500 rubli al mese. I principali funzionari del governo guadagnavano circa 600 rubli al mese, i direttori d'impresa 190-400 rubli al mese e gli operai circa 150 rubli al mese. Di conseguenza, i redditi più alti erano pari a solo 10 volte il salario del lavoratore medio, mentre negli Stati Uniti i capi aziendali più pagati ricevono 115 volte il salario degli operai. I privilegi forniti con le alte cariche, come negozi speciali e automobili ufficiali, sono rimasti piccoli e limitati e non hanno compensato una continua tendenza quarantennale verso un maggiore egualitarismo. La tendenza opposta si è verificata nel principale paese capitalista, gli Stati Uniti, dove alla fine degli anni 1990, i capi d'azienda incassavano 480 volte il salario del lavoratore medio. Sebbene la tendenza al livellamento di salari e redditi abbia creato problemi, il generale livellamento delle condizioni di vita in Unione Sovietica rappresentava un'impresa senza precedenti nella storia umana. La perequazione è stata favorita da una politica dei prezzi che fissava il costo dei lussi al di sopra del loro valore e quello delle necessità al di sotto. È stato favorito anche da un sempre crescente “salario sociale”, cioè dalla fornitura di un numero crescente di benefit sociali gratuiti o sovvenzionati. Oltre a quelli già citati, essi includevano i congedi di maternità pagati, i servizi all'infanzia poco costosi e delle pensioni generose. Szymanski concludeva che “mentre la struttura sociale sovietica potrebbe non corrispondere all'ideale comunista o socialista, è sia qualitativamente diversa, sia più egualitaria di quella dei paesi capitalisti occidentali. Il socialismo ha fatto radicalmente la differenza a favore della classe operaia”».
62. L'articolo originale, pubblicato sul sito mltoday.com, non è più disponibile. Ci si è rifatti quindi alla traduzione in italiano del Centro di Cultura e Documentazione Popolare e pubblicazione con il titolo Marxism-Leninism Today, Lezioni di socialismo del XX secolo, 30 marzo 2015, disponibile su http://www.resistenze.org/sito/te/pe/tr/petrfc30-016074.htm.