5.1. IL GRANDE PROCESSO FARSA AI CONIUGI ROSENBERG
Il 5 aprile 1951, Ethel e Julius Rosenberg, una coppia di coniugi ebrei, laici e comunisti, vengono condannati a morte per il reato di cospirazione. L’accusa è di aver passato all’URSS informazioni relative alla bomba atomica. Nonostante i molti appelli internazionali in favore della grazia, la sentenza di morte viene eseguita per entrambi il 19 giugno 1953 nel Penitenziario di Sing Sing, a New York, tramite sedia elettrica.
Avrebbero potuto salvarsi, accettando l’offerta del governo di fare altri nomi, ma rifiutano con esemplare coerenza di cedere al ricatto, preferendo la condanna a morte al tradimento.
Le prove per incastrare i due coniugi sono costruite a tavolino dalla CIA e dall’FBI, in un processo-farsa che solleva una mobilitazione popolare simile a quella accorsa negli anni ‘20 in difesa di Sacco e Vanzetti. I figli Michael e suo fratello, orfani a 6 e 10 anni rispettivamente, vengono obbligati a crescere con un cognome estraneo: Meeropol, dalla coppia di coniugi che, sfidando il clima da caccia alle streghe, adottano i due bambini. L’assassinio dei loro genitori e gli avvenimenti di quel periodo segnano le loro coscienze in modo indelebile. Nell’articolo III, sezione 3 della Costituzione degli USA, si segnala che il tradimento «consiste solamente sferrando una guerra contro il paese o unendosi al nemico offrendogli aiuto e comfort» e sottolinea che «nessuna persona verrà condannata per tradimento se non ci sarà la dichiarazione di due testimoni sullo stesso atto di ostilità o una confessione in una tribunale pubblico». Michael ha sottolineato che nel processo ai suoi genitori «i giudici non furono imparziali e indipendenti. Agirono come membri dell’accusa. Inoltre non vennero mostrate prove presso alla giuria. Comunque vennero accusati e giustiziati». Un giorno prima della condanna alla sedia elettrica Ethel, in una lettera al suo avvocato, afferma coraggiosamente: «Siamo le prime vittime del fascismo americano».
A quell'epoca negli USA trionfa «un’esaltazione estrema del patriottismo non meditato» e ciò che costituisce patriottismo «è politicamente carico», ha detto Robert, avvocato e direttore del Fondo Rosenberg per i bambini, un’organizzazione che offre aiuto ai figli dei prigionieri politici, ricorda che «la gente aveva paura dell’olocausto nucleare ed era convinta che i russi avrebbero lanciato la bomba atomica su di noi», oltre al fatto che «una media di mille soldati nordamericani moriva ogni mese in Corea. Tutto questo venne utilizzato per giustificare ciò che accadde ai miei genitori». Michael riconosce anche l’importante ruolo svolto dai mass media come alleati di «un piano contro i nostri genitori». Segnala che «nel processo legale non avrebbero mai potuto condannarli, ma venne cambiata la verità per l’opinione pubblica. Sulla stampa, nei discorsi, alle radio e in altri mezzi li accusavano di essere traditori. Quello fu il “crimine pubblico” per il quale la gente credette che erano stati condannati». Anni dopo, in documenti resi noti dell’Ufficio Federale delle Indagini (FBI), si è saputo che la condanna ai Rosenberg è stata «una necessità politica»: «Ethel e Julius, membri del Partito Comunista Nordamericano, credettero che sconfiggendo il fascismo, avrebbero aiutato gli americani e il mondo. Qualunque azione realizzata nasceva dal loro amore per l’Umanità», afferma Robert, convinto che «non ebbero mai nulla a che fare con lo spionaggio». «Furono solidali con i poveri e gli oppressi degli USA e del mondo e non con un Governo che era al servizio di pochi privilegiati», ha aggiunto Robert. Ventidue anni dopo, nel 1975, lui e suo fratello hanno ottenuto la riapertura del caso: «Sapevamo che le presunte prove usate contro i miei genitori non sono mai state mostrate durante il processo», ha segnalato Michael che ha spiegato come siano stati capaci «di dimostrare che gli argomenti presentati come il segreto della bomba atomica sono stati solo chiacchiere. Anche se in quel caso furono parole molto importanti nella comunità scientifica dell’epoca». Il quotidiano della gioventù cubana, J R, ha sostenuto che le verità dei figli dei Rosenberg sono molte, ma la considerazione principe da farsi è questa: «la verità più importante è che il governo (degli USA) li ha condannati per un crimine che non commisero». Per Robert Meerepol, il caso Rosenberg è ancora di importanza vitale:
Avrebbero potuto salvarsi, accettando l’offerta del governo di fare altri nomi, ma rifiutano con esemplare coerenza di cedere al ricatto, preferendo la condanna a morte al tradimento.
Le prove per incastrare i due coniugi sono costruite a tavolino dalla CIA e dall’FBI, in un processo-farsa che solleva una mobilitazione popolare simile a quella accorsa negli anni ‘20 in difesa di Sacco e Vanzetti. I figli Michael e suo fratello, orfani a 6 e 10 anni rispettivamente, vengono obbligati a crescere con un cognome estraneo: Meeropol, dalla coppia di coniugi che, sfidando il clima da caccia alle streghe, adottano i due bambini. L’assassinio dei loro genitori e gli avvenimenti di quel periodo segnano le loro coscienze in modo indelebile. Nell’articolo III, sezione 3 della Costituzione degli USA, si segnala che il tradimento «consiste solamente sferrando una guerra contro il paese o unendosi al nemico offrendogli aiuto e comfort» e sottolinea che «nessuna persona verrà condannata per tradimento se non ci sarà la dichiarazione di due testimoni sullo stesso atto di ostilità o una confessione in una tribunale pubblico». Michael ha sottolineato che nel processo ai suoi genitori «i giudici non furono imparziali e indipendenti. Agirono come membri dell’accusa. Inoltre non vennero mostrate prove presso alla giuria. Comunque vennero accusati e giustiziati». Un giorno prima della condanna alla sedia elettrica Ethel, in una lettera al suo avvocato, afferma coraggiosamente: «Siamo le prime vittime del fascismo americano».
A quell'epoca negli USA trionfa «un’esaltazione estrema del patriottismo non meditato» e ciò che costituisce patriottismo «è politicamente carico», ha detto Robert, avvocato e direttore del Fondo Rosenberg per i bambini, un’organizzazione che offre aiuto ai figli dei prigionieri politici, ricorda che «la gente aveva paura dell’olocausto nucleare ed era convinta che i russi avrebbero lanciato la bomba atomica su di noi», oltre al fatto che «una media di mille soldati nordamericani moriva ogni mese in Corea. Tutto questo venne utilizzato per giustificare ciò che accadde ai miei genitori». Michael riconosce anche l’importante ruolo svolto dai mass media come alleati di «un piano contro i nostri genitori». Segnala che «nel processo legale non avrebbero mai potuto condannarli, ma venne cambiata la verità per l’opinione pubblica. Sulla stampa, nei discorsi, alle radio e in altri mezzi li accusavano di essere traditori. Quello fu il “crimine pubblico” per il quale la gente credette che erano stati condannati». Anni dopo, in documenti resi noti dell’Ufficio Federale delle Indagini (FBI), si è saputo che la condanna ai Rosenberg è stata «una necessità politica»: «Ethel e Julius, membri del Partito Comunista Nordamericano, credettero che sconfiggendo il fascismo, avrebbero aiutato gli americani e il mondo. Qualunque azione realizzata nasceva dal loro amore per l’Umanità», afferma Robert, convinto che «non ebbero mai nulla a che fare con lo spionaggio». «Furono solidali con i poveri e gli oppressi degli USA e del mondo e non con un Governo che era al servizio di pochi privilegiati», ha aggiunto Robert. Ventidue anni dopo, nel 1975, lui e suo fratello hanno ottenuto la riapertura del caso: «Sapevamo che le presunte prove usate contro i miei genitori non sono mai state mostrate durante il processo», ha segnalato Michael che ha spiegato come siano stati capaci «di dimostrare che gli argomenti presentati come il segreto della bomba atomica sono stati solo chiacchiere. Anche se in quel caso furono parole molto importanti nella comunità scientifica dell’epoca». Il quotidiano della gioventù cubana, J R, ha sostenuto che le verità dei figli dei Rosenberg sono molte, ma la considerazione principe da farsi è questa: «la verità più importante è che il governo (degli USA) li ha condannati per un crimine che non commisero». Per Robert Meerepol, il caso Rosenberg è ancora di importanza vitale:
«Ci sono molti paralleli agghiaccianti tra il caso Rosenberg e l’oggi. Allora il governo ha usato la paura del comunismo e della bomba atomica, gli spauracchi più temuti dall’opinione pubblica. Oggi, si serve delle armi di distruzioni di massa nelle mani del terrorismo internazionale per giustificare l’aggressione all’Iraq e uno stato di guerra permanente e preventiva. Un clima di intimidazione impedisce di garantire i diritti agli imputati per terrorismo. Centinaia di persone sono detenute a Guantanamo nella più completa illegalità e chissà quante migliaia nelle carceri segrete della CIA sparse per il mondo»43.
43. Fonti usate: Redazione Il Post, È morto David Greenglass, Ilpost.it, 15 ottobre 2014; R. Meeropol, Quando il governo decise di assassinare mio padre e mia madre, Zambon-CCDP, Francoforte sul Meno-Verona 2008; L. Riera, Gli sposi Rosenberg e i “Cinque”. Le vittime passate e presenti del fascismo americano, Granma Internacional-CCDP, 3 luglio 2003; Wikipedia, Caso Rosenberg.