21 Novembre 2024

4.3. LA NECESSITÀ DI SEPARARE LA SCUOLA DALLA CHIESA

La conclusione logica è la necessità primaria di togliere agli organismi religiosi la pur minima influenza culturale sulle nuove generazioni, in particolar modo nel campo dell'istruzione scolastica, luogo privilegiato per costruire una nuova Umanità libera dai vecchi pregiudizi:
«Anche la fusione fra propaganda religiosa ed insegnamento scolastico rappresenta un potente strumento di cui dispone il clero per consolidare il dominio della Chiesa e la sua influenza sulle masse. La gioventù, avvenire dell'umanità, era abbandonata nelle mani del clero. Nel regime zarista, la conservazione del fanatismo religioso, della stupidità e dell'ignoranza era ritenuta di capitale importanza. La religione veniva considerata come la materia scolastica più importante. Anche a scuola l'autocrazia proteggeva la Chiesa, e quest'ultima sosteneva l'autocrazia. Oltre all'insegnamento obbligatorio della religione nelle scuole e alle preghiere imposte agli alunni, la Chiesa cominciava ad impadronirsi dell'intera istruzione scolastica, ricoprendo tutta la Russia di una fitta rete di scuole parrocchiali. A causa di questa unione fra scuola e Chiesa, la gioventù fin dalla più tenera età, cadeva in potere delle superstizioni religiose. Diventava assolutamente incapace di farsi un'idea razionale del mondo. Allo stesso problema (l'origine della Terra, per esempio) la religione e la scienza davano risposte differenti, e il cervello malleabile del ragazzo diventava un terreno di lotta fra la scienza esatta e le ottuse menzogne della superstizione. In qualche paese la gioventù viene educata dalla Chiesa, non solo a uno spirito di dedizione al regime vigente, ma spesso, quando ciò sembra necessario, anche a uno spirito di devozione verso il regime già scomparso dell'autocrazia, del clero e della nobiltà, come, per esempio, in Francia. Una simile educazione appare controrivoluzionaria persino dal punto di vista borghese. Anche il liberalismo borghese metteva nel suo programma la separazione della scuola dalla Chiesa. Lottava per sostituire nelle scuole l'insegnamento della religione con quello della morale borghese. Esigeva la soppressione delle scuole fondate da società religiose e da congregazioni. Questa lotta non fu mai portata a termine in nessuna parte del mondo. Così in Francia tutti i ministeri borghesi, pur avendo solennemente promesso, per una ventina d'anni, di sciogliere tutte le congregazioni, di confiscare i loro beni, di vietare il loro insegnamento scolastico, ecc., finirono sempre per riconciliarsi e scendere a compromessi con il clero cattolico. […] A dimostrare tale riconciliazione della borghesia con la Chiesa sta non solo il fatto che la borghesia faccia tabula rasa dei suoi vecchi propositi di guerra contro la religione e che smetta di lottare contro di essa. C'è di più. Essa stessa diventa sempre più “una classe credente”. I bisnonni dei borghesi europei contemporanei erano atei, liberi pensatori, acerrimi nemici del clero. Pur restando atea, senza credere alle finzioni religiose, anzi ridendone di soppiatto, la borghesia contemporanea ritiene tuttavia necessario proteggere queste menzogne per frenare il popolo. Anche i figli dei borghesi d'oggi si sottomettono all'influsso religioso. Abbiamo visto, dopo la rivoluzione d'ottobre del 1917, i borghesi e gli intellettuali liberali riversarsi nelle chiese e pregare con fervore quel Dio di cui ridevano in tempi migliori. Tale è la sorte di ogni classe destinata a scomparire: non gli resta che cercare consolazione nella religione.
Lo stesso movimento in favore della religione si manifesta pure fra la borghesia dell'Europa occidentale, a cui il potere non è stato ancora tolto. Ma se la borghesia comincia a credere in Dio e nell'immortalità è perché sente che in questo mondo è suonata la sua ultima ora. La separazione della scuola dalla Chiesa ha suscitato e suscita ancora proteste da parte degli operai e dei contadini più arretrati. Molti genitori continuano ad insistere affinché “l'insegnamento della religione” venga ammesso nelle scuole come facoltativo, e impartito a chi lo voglia ricevere. Il Partito comunista combatte energicamente questi tentativi reazionari. Ammettere l'insegnamento della superstizione religiosa nelle scuole, vuol dire favorire ufficialmente la diffusione dei pregiudizi religiosi tra le masse. La Chiesa otterrebbe, così, un uditorio di bambini, riuniti a scuola proprio con un fine del tutto opposto a quello della scuola; ciò significherebbe lasciare a disposizione della Chiesa locali di proprietà statale, dove poter somministrare il veleno religioso alla gioventù, come prima che avvenisse la separazione della scuola dalla Chiesa. Bisogna che il decreto che separa la scuola dalla Chiesa si mantenga in tutto il suo vigore, e lo Stato proletario non deve fare alcuna concessione allo spirito del Medioevo. Quanto è stato fatto in questo campo è ancora insufficiente; i genitori ignoranti, infatti, possono rovinare la mentalità dei loro figli con le favole religiose. Il potere sovietico tollera la libertà di coscienza per gli adulti. Ma questa tolleranza si trasforma, nei genitori, in libertà d'avvelenare i propri figli con lo stesso oppio con cui la Chiesa li ha un tempo avvelenati. I genitori impongono ai figli la propria stupidità ed ignoranza, insegnano loro ogni specie di sciocchezza e rendono, così, estremamente difficile il compito della scuola unica del lavoro. Un dovere importante dello Stato proletario è quello di sottrarre i figli all'influenza retrograda dei genitori. Il solo mezzo radicale è l'educazione completa dei ragazzi da parte della società. Ma bisogna agire subito. Occorre arrivare rapidamente non solo a cacciare dalla scuola ogni propaganda religiosa, ma anche a fare in modo che la scuola stessa possa passare all'offensiva contro la divulgazione nella famiglia delle idee religiose, e possa rendere l'animo del ragazzo insensibile a tutte le favole religiose a cui molti adulti ancora credono, presentandole come fossero verità».17
17. N. Bucharin & Y. Preobraženskij, L'A.B.C. del Comunismo, cit., paragrafo 91 – La separazione della scuola dalla Chiesa.

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