4.1. L'INCOMPATIBILITÀ DI RELIGIONE E COMUNISMO
Che cosa si dice ne L'ABC del Comunismo sulla possibilità di essere contemporaneamente religiosi e comunisti? Leggiamo:
«“La religione è l'oppio dei popoli”, diceva Karl Marx. Il Partito comunista deve far comprendere questa verità alle immense masse del popolo lavoratore. Il compito del Partito è quello d'infondere in tutte le masse operaie, anche in quelle più arretrate, questa verità: la religione era, e continua ad essere, uno degli strumenti più potenti nelle mani degli oppressori per il mantenimento dell'ineguaglianza, dello sfruttamento e dell'obbedienza servile dei lavoratori. Certi comunisti mediocri ragionano così: “La religione non mi impedisce d'essere comunista, io credo sia in Dio che nel comunismo. La mia fede in Dio non m'impedisce di lottare per la causa della rivoluzione proletaria”.
Un tale ragionamento è completamente sbagliato. La religione ed il comunismo sono incompatibili sia teoricamente che praticamente. Ogni comunista deve considerare i fenomeni sociali (relazioni fra gli individui, rivoluzioni, guerre, ecc.) come manifestazioni che seguono determinate leggi. Le leggi dello sviluppo sociale sono determinate, con un'ampiezza incomparabile, dal socialismo scientifico, grazie alla teoria del materialismo storico elaborata dai nostri grandi maestri K. Marx e F. Engels. Secondo questa teoria, nessuna forza soprannaturale ha avuto influenza sullo sviluppo sociale. Meglio ancora: la stessa teoria stabilisce che la medesima idea di Dio e delle forze soprannaturali si è formata ad un certo stadio della storia umana e che questa idea, puerile e non confermata dall'esperienza della vita e della lotta dell'uomo contro la natura, comincia a venir meno. I pregiudizi religiosi sono molto duraturi e ingannano persino le persone più intelligenti, perché alle classi sfruttatrici conviene mantenere il popolo nell'ignoranza e nella sua infantile credenza nel miracoloso. Le forze soprannaturali non si manifestano neppure nelle trasformazioni della natura stessa. L'uomo ha conseguito dei successi formidabili nella sua lotta contro la natura; egli la sottomette ai suoi interessi e ne controlla le forze, non attraverso la credenza in Dio o nel suo aiuto, ma perché, a dispetto di questa, nella pratica agisce sempre da ateo. Il comunismo scientifico spiega tutti i fenomeni della natura secondo i risultati delle scienze naturali, che sono in netta antitesi con tutte le favole religiose. In pratica, neanche il comunismo è compatibile con la fede religiosa. La tattica del Partito comunista esige dai suoi membri un certo tipo d'azione. Pure la morale d'ogni religione comanda ai suoi credenti una certa condotta (un esempio della morale cristiana: “Se uno ti percuote sulla guancia destra, porgi anche la sinistra”). Fra le direttive della tattica comunista e i comandamenti della religione, il più delle volte, sorgono contraddizioni incompatibili. Un comunista che rifiuta i comandamenti della religione ed agisce secondo le direttive del Partito cessa d'essere credente. E un credente che si ritiene comunista, ma che infrange le direttive del Partito in nome dei comandamenti religiosi, cessa d'essere comunista. La lotta contro la religione presenta due aspetti, che nessun comunista deve mai confondere. Il primo è la lotta contro la chiesa, in quanto organizzazione di propaganda religiosa, interessata materialmente all'ignoranza ed all'oscurantismo del popolo e al suo asservimento religioso. Il secondo è la lotta contro i pregiudizi religiosi, largamente diffusi e profondamente radicati nella maggior parte delle masse».14
14. N. Bucharin & Y. Preobraženskij, L'A.B.C. del Comunismo, cit., paragrafo 89 - Perché religione e comunismo sono incompatibili.