21 Novembre 2024

04. LA NEOCOLONIA INSANGUINATA DEL GUATEMALA

«Il capitale sarà sempre il benvenuto purché si adatti alle condizioni locali, rimanga sempre soggetto alle leggi del Guatemala, contribuisca allo sviluppo economico del paese e si astenga dall'intervenire in qualsiasi modo nella vita sociale e politica della nazione».
(dal discorso inaugurale di Jacobo Arbenz, presidente del Guatemala dal 1951 al 1954)
«L'esperienza guatemalteca di Guevara ebbe un profondo impatto sulla sua coscienza politica. La sua prima moglie, Hilda Gadea, che il Che incontrò proprio in Guatemala, scrisse in seguito: “Fino a quel momento, era solito dire, era stato semplicemente un cecchino, ossia aveva criticato da un punto di vista puramente teorico il panorama politico della nostra America. Ma dopo quei giorni si convinse che la lotta contro il sistema oligarchico e contro il nemico principale, l'imperialismo yankee, doveva assumere il carattere di un'opposizione armata, sostenuta dal popolo”». (William Blum)
La storia del Guatemala è una delle più rappresentative e simboliche di come l'imperialismo statunitense distrugga sistematicamente la sovranità nazionale e popolare di un paese, con continue manovre destabilizzanti svolte nell'ambito delle operazioni clandestine della CIA, messe in atto su ordine dei governi susseguitisi nel tempo. Per tracciare queste vicende procediamo con una sintesi dei capitoli ad essa dedicata da William Blum29, che ricordiamo essere stato funzionario del Dipartimento di Stato USA fino al 1967.
29. W. Blum, Il libro nero degli Stati Uniti, cit., pp. 109-124, 220-222, 341-355, da cui anche le citazioni precedenti.

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