21 Novembre 2024

3.02. IL VERO TERRORE DEGLI ANNI '30

Partiamo con un brano di Losurdo22:
«Concentriamoci sugli anni ‘30 del ‘900, quelli che vedono dispiegarsi in URSS il terrore staliniano. Negli USA i titoli e le cronache dei giornali locali sono di per sè eloquenti: “Grandi preparativi per il linciaggio di questa sera”. Nessun particolare dev’essere trascurato: “si teme che colpi d’arma da fuoco diretti al negro possano andare fuori bersaglio e colpire spettatori innocenti, che includono donne coi loro bambini in braccio”; ma se tutti si atterranno alle regole, “nessuno sarà deluso”. Vediamo altri titoli: “il linciaggio eseguito pressoché come previsto nell’annuncio pubblicitario”; “la folla applaude e ride per l’orribile morte di un negro”; “cuore e genitali recisi dal cadavere di un negro”. È giusto parlare di terrore, e non solo in considerazione degli effetti che lo spettacolo di una violenza così efferata, e così allegramente preannunciata in una sorta di inserzione pubblicitaria, dispiegava sulla comunità nera. C’è di più. A subire il linciaggio non erano solo i neri colpevoli di “stupro” ovvero, il più delle volte, di rapporti sessuali consensuali con una donna bianca. Bastava molto meno per essere condannati a morte: l’Atlanta Constitution dell’11 luglio 1934 informa dell’avvenuta esecuzione di un nero di 25 anni “accusato di aver scritto una lettera indecente ed insultante ad una giovane ragazza bianca della contea di Hinds”; in questo caso la “folla di cittadini armati” si era accontentata di riempire di pallottole il corpo dello sciagurato. Per di più, oltre che sui “colpevoli”, la morte, inflitta in modo più o meno sadico, incombe anche sui sospetti. Continuiamo a sfogliare i giornali dell’epoca e a leggere i titoli: “Assolto dalla giuria, poi linciato”; “Sospetto impiccato ad una quercia sulla pubblica piazza di Bastrop”; “Linciato l’uomo sbagliato”. Infine la violenza non si limita a colpire il responsabile o il sospetto responsabile: accade che, prima di procedere al suo linciaggio, venga data alle fiamme e bruciata completamente la capanna in cui abita la sua famiglia. […] il terrore colpisce anche i bianchi che, familiarizzando eccessivamente coi neri, diventano traditori della loro razza.
È quello che risulta già dal titolo di un articolo del Galveston (Texas) Tribune del 21 giugno 1934: “Una ragazza bianca è rinchiusa in carcere, il suo amico negro è linciato”. Il fatto è che – commenta alcuni giorni dopo un editoriale del Chicago Defender - «nello Stato del Texas una donna bianca non può accoppiarsi più liberamente con un cane che con un negro». E se non tiene conto di ciò, il regime di terroristica white supremacy infuria su di lei in modo duplice: privandola della sua libertà personale e colpendola pesantemente nei suoi affetti. Dunque, il terrore si abbatte anche su cittadini (neri e bianchi) che non svolgono alcuna attività politica ma che sono considerati colpevoli di condurre una vita privata contraria alle norme della società. Il “tradimento” nei confronti della razza bianca può assumere forme ancora più gravi. Quali “amanti dei negri” (nigger lovers) sono bollati i comunisti impegnati in una campagna contro la pratica dei linciaggi, e pertanto colpiti anche loro dal terrore esercitato dal regime di white supremacy e costretti a “fronteggiare l'eventualità del carcere, del pestaggio, del sequestro di persona e persino della morte”. […] anni trenta […] Stati Uniti di Franklin D. Roosevelt. Ecco in che modo in Alabama una massa di facinorosi infierisce contro un nero: “Per prima cosa essi recisero il suo pene e lo costrinsero a mangiarlo. Poi recisero i suoi testicoli e lo costrinsero a mangiarli e a dire che gli piacevano. Successivamente, con coltelli tagliarono a fette i fianchi e lo stomaco e chiunque, ora l'uno ora l'altro, poteva asportare un dito delle mani o dei piedi. Ferri infuocati furono usati per bruciare il negro da cima a fondo. Durante la tortura, di tanto in tanto una corda era attaccata al collo di Neal, spinto da un podio in giù fin quasi ad essere strangolato; ma poi la tortura iniziava sempre da capo. Dopo diverse ore di questa punizione essi decisero di ucciderlo. Il corpo di Neal fu legato con una corda alla parte posteriore di un'automobile e trascinato per la strada sino alla casa di Cannidy. Ad attendere eccitata l'arrivo era una folla tra le 3000 e le 7000 persone, provenienti da diversi Stati del sud”. Il divertimento sul cadavere continua a lungo e si conclude con la vendita di fotografie “a cinquanta centesimi l'una”, ma qui ci fermiamo».
22. D. Losurdo, Stalin, cit., pp. 300-303.

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