2.9. I MAGNIFICI 5 DI CAMBRIDGE
«L’atmosfera era così eccitante e intensa, il nostro impegno, l’entusiasmo per ogni attività antifascista era così totale che io trovai naturale avvicinarmi al Partito comunista». (Anthony Blunt, 1964)Approfondiamo la storia dei “Magnifici 5 di Cambridge”. Abbiamo già visto l'evoluzione dei servizi segreti da Lenin a Stalin. Basti qui ricordare che i “cekisti” riescono ad attaccare efficacemente il nemico principale, la Gran Bretagna, con un piano d’infiltrazione a lunga scadenza nelle sue istituzioni chiave. Grazie al genio organizzativo di Willi Münzenberg, capo dell’ufficio propaganda dell’Internazionale Comunista che agisce in collaborazione con i servizi segreti sovietici, dagli anni Trenta è avviata una campagna di reclutamento di giovani rampolli dell’establishment inglese.
Primo obiettivo è l’università di Cambridge, dove il Comintern può contare sull’aiuto di un professore emerito del Trinity College, l’economista marxista Maurice Dobb. Grazie alla sua opera, il NKVD in pochi anni riesce a reclutare quelli che ancor oggi sono noti come “i magnifici cinque”: Harold “Kim” Philby, Guy Burgess, Donald Maclean, Antony Blunt e John Cairncross. Philby, il primo ad essere reclutato, si dimostrerà il più bravo e pericoloso. Figlio di un eccentrico membro dell’upper class inglese (St. John Philby, islamista e consigliere del re saudita), “Kim” si fa le ossa durante i disordini di Vienna del ’34-’35 e poi, sotto la copertura di corrispondente del Times in Spagna, durante la guerra civile come inviato sul fronte dei ribelli franchisti. Grazie a un’onorificenza ricevuta dalle mani del Generale Franco in persona, riesce ad acquisire e far arrivare ai repubblicani informazioni talmente preziose da convincere il NKVD ch’egli fosse una perla rara. Su indicazione del professor Dobb, la seconda scelta a Cambridge cade sul giovane Guy Burgess: geniale, sregolato e aggressivamente omosessuale, passato da Eton al Trinity College, si lascia travolgere dalla ventata di marxismo che soffia nelle università inglesi. Il primo successo di Burgess è l’immediato reclutamento di altri due dei “magnifici cinque”; Donald Maclean ed Anthony Blunt. Grazie a Blunt, è reclutato anche il “quinto uomo”, John Cairncross, l’unico di estrazione proletaria approdato a Cambridge con una borsa di studio della Corona.
Per ragioni di copertura tutti e cinque hanno simulato un voltafaccia ideologico iscrivendosi alla filonazista “Allenza Anglo-Tedesca” e, sotto l’attenta supervisione dei loro controllori sovietici, iniziarono a darsi da fare per infiltrarsi nelle maglie dell’establishment inglese: a fine anni Trenta, ormai consapevoli di lavorare per i servizi segreti sovietici, Philby e Burgess diventano giornalisti, mentre Maclean e Cairncross entrano nel Foreign Office dove, grazie alle loro indubbie doti professionali, iniziano una luminosa carriera di funzionari dello Stato (e di spie).
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, il supporto dei “cinque di Cambridge” all’Unione Sovietica diventa fondamentale. Philby e Burgess entrano nel Secret Intelligence Service (MI6), Blunt è arruolato nel controspionaggio (MI5) mentre Cairncross passa alla scuola di Bletchley Park, il segretissimo compound dove si decifrano tutte le comunicazioni in codice tedesche. Cairncross consente ai russi – grazie alle decrittazioni che non venivano loro ufficialmente trasmesse dagli inglesi – di vincere la battaglia di Kursk del luglio '43, per cui riceverà una menzione segreta da parte di Stalin. Burgess viene cacciato dall’MI6 per la propria omosessualità e rientra alla BBC per poi farsi assumere dal Foreign Office, nel ’45. Philby nell’MI6 giunge fino al grado di capo della sezione sovietica del servizio inglese mentre Blunt per tutta la guerra svolge funzione di corriere per conto dei colleghi e fornisce al centro di Mosca preziose informazioni sul sistema di controspionaggio inglese. Negli anni successivi Blunt preferirà proseguire la carriera accademica come studioso di storia dell’arte: diventerà tra i massimi esperti mondiali di Poussin, dirigendo il Courtauld Institute of Art e ricoprendo fino al ’79 la carica di sovrintendente della collezione della Corona. Durante la guerra fredda, con il “cerchio dei cinque”, Mosca dispone in Inghilterra di un vero e proprio tesoro spionistico. Philby fa fallire tutti i tentativi di infiltrazione in Ucraina e in Albania di esuli desiderosi di combattere il comunismo. Quando nel ’45 una spia russa ad Ankara, Konstantine Volkoff, informa l’ambasciata inglese di avere informazioni su una rete di spie in Gran Bretagna, la pratica finisce sul tavolo di Philby: in poche ore Volkoff e sua moglie sono drogati, rimpatriati e fucilati. Inestimabile la quantità d’informazioni sui piani atomici americani fornita da Maclean, nel frattempo nominato primo segretario all’ambasciata inglese di Washington. Anche Burgess è inviato a Washington come secondo segretario e più tardi a loro si unisce Philby, nominato ufficiale di collegamento dell’MI6 con la CIA. Cairncross, intanto diventa segretario del ministro degli Esteri inglese.
Il flusso d’informazioni preziose si interrompe per i russi nel 1951 quando Maclean, rientrato a Londra, viene smascherato dagli americani grazie all’intercettazione di comunicazioni sovietiche decriptate. Philby, preso dal panico, spedisce Burgess ad avvisarlo mentre Blunt a Londra allerta i residenti sovietici.
Si decide che Maclean e Burgess fuggano immediatamente a Mosca. L’MI5, allertato dagli americani, li pedina ma ne perde le tracce alla stazione di Charing Cross il 25 maggio. Nella notte, i due fuggono in Francia e da lì raggiungono Mosca. Philby, sospettato di connivenza, è indotto alle dimissioni e riprenderà la carriera di giornalista. Nel 1963, convinto d’essere alla vigilia dell’arresto, fugge a Mosca dove lavora come istruttore del KGB fino alla morte, avvenuta nel 1988. Anche Cairncross viene scoperto, ma non arrestato, perché i servizi inglesi temono uno scandalo. Lasciato il Civil Service gli si propone un esilio dorato: si trasferisce in Italia e diventa funzionario della FAO. Il suo ruolo di “quinto uomo” viene reso pubblico solo nel 1989. Blunt si salva, mantiene i suoi incarichi, è nominato perfino baronetto e viene scoperto dall’MI5 solo nel 1964. Otterrà l’immunità in cambio della confessione. Perderà incarichi, cavalierato e onore pubblico solo nel 1979, quando Margaret Thatcher alla Camera dei Comuni lo screditerà di fronte a tutto il paese.61
Il flusso d’informazioni preziose si interrompe per i russi nel 1951 quando Maclean, rientrato a Londra, viene smascherato dagli americani grazie all’intercettazione di comunicazioni sovietiche decriptate. Philby, preso dal panico, spedisce Burgess ad avvisarlo mentre Blunt a Londra allerta i residenti sovietici.
Si decide che Maclean e Burgess fuggano immediatamente a Mosca. L’MI5, allertato dagli americani, li pedina ma ne perde le tracce alla stazione di Charing Cross il 25 maggio. Nella notte, i due fuggono in Francia e da lì raggiungono Mosca. Philby, sospettato di connivenza, è indotto alle dimissioni e riprenderà la carriera di giornalista. Nel 1963, convinto d’essere alla vigilia dell’arresto, fugge a Mosca dove lavora come istruttore del KGB fino alla morte, avvenuta nel 1988. Anche Cairncross viene scoperto, ma non arrestato, perché i servizi inglesi temono uno scandalo. Lasciato il Civil Service gli si propone un esilio dorato: si trasferisce in Italia e diventa funzionario della FAO. Il suo ruolo di “quinto uomo” viene reso pubblico solo nel 1989. Blunt si salva, mantiene i suoi incarichi, è nominato perfino baronetto e viene scoperto dall’MI5 solo nel 1964. Otterrà l’immunità in cambio della confessione. Perderà incarichi, cavalierato e onore pubblico solo nel 1979, quando Margaret Thatcher alla Camera dei Comuni lo screditerà di fronte a tutto il paese.61
61. Fonti usate: Redazione Blitz, Spy Story: i Magnifici 5 di Cambridge, le talpe dell'URSS in Gran Bretagna, Blitzquotidiano.it, 7 marzo 2014; A. Charbonnier, I 'Cinque di Cambridge' al servizio dei sovietici, Gnosis, n° 3, 2009; Wikipedia, Kim Philby. Per approfondimenti si consiglia la lettura critica di C. Andrew & O. Gordievskij, La storia segreta del KGB, cit.