21 Novembre 2024

2.6. LE PRIME SCONFITTE DELLA CONTRORIVOLUZIONE

Riportiamo gli ultimi quattro capitoli della presentazione fatta dalla Storia Universale sovietica21:
«La prima sconfitta toccò alla rivolta Kerenskij-Krasnov. Scappato nella zona dov’era dislocato il Quartier generale del fronte settentrionale, Kerenskij mise assieme alcune unità controrivoluzionarie e con l’aiuto del comandante del III corpo di cavalleria, il generale cosacco Krasnov, le inviò verso Pietrogrado per abbattere il potere sovietico. Il 27-28 ottobre (9-10 novembre) le truppe controrivoluzionarie occuparono Gatčina e Carskoe Selo. A Pietrogrado il centro controrivoluzionario del cosiddetto “Comitato per la salvezza della patria e della rivoluzione” organizzò per il 29 ottobre (11 novembre) una rivolta degli junkers. Gli junkers furono schiacciati in quello stesso giorno dal potere sovietico, e il 30 ottobre (12 novembre) i reparti cosacchi di Krasnov, che si stavano avvicinando a Pietrogrado, subirono una cocente sconfitta sui colli di Pulkovo, abbandonarono allora Carskoe Selo e si ritirarono disordinatamente verso Gatčina. Il I (14) novembre reparti di truppe rivoluzionarie occuparono anche ina. Kerenskij fuggì, Krasnov fu arrestato e in seguito liberato, avendo dato la “parola d’onore di generale” di non combattere più il potere sovietico (ma venendo meno alla parola data, si mise ben presto alla testa di un nuovo movimento controrivoluzionario). In quel momento di accanita lotta contro le forte reazionarie, creò ostacoli al potere sovietico anche il “Comitato esecutivo panrusso dei sindacati dei ferrovieri” (Vikžel’), che era allora diretto dai socialrivoluzionari e menscevichi, intervenendo all’insegna della “neutralità” e proponendo la creazione di un “governo socialista omogeneo” al quale avrebbero dovuto partecipare non solo i bolscevichi, ma anche i menscevichi e i socialrivoluzionari di destra e di sinistra. Accettare la loro proposta avrebbe significato la liquidazione del potere sovietico.
Il Comitato Centrale del partito bolscevico, allo scopo di smascherare questi piani antisovietici, espresse il suo accordo a iniziare trattative con il “Comitato esecutivo panrusso dei sindacati dei ferrovieri”, avanzando come condizione che la creazione di un tale governo fosse sottoposta al Comitato Esecutivo Centrale di tutta la Russia e che il nuovo governo riconoscesse i decreti e le decisioni del II congresso panrusso dei soviet, ma il comitato esecutivo dei sindacati ferrovieri respinse questa condizione, rivelando pienamente, in tal modo, i suoi obiettivi controrivoluzionari. Durante le trattative si manifestarono di nuovo le oscillazioni opportunistiche di Kamenev e Zinov’ev e dei loro sostenitori. Non credendo alla vittoria della rivoluzione socialista in Russia e cercando d’indirizzare il partito sulla via del parlamentarismo borghese, essi sostennero la piattaforma antisovietica del comitato esecutivo dei sindacati ferrovieri. Quando il Comitato Centrale votò la risoluzione nella quale questa piattaforma veniva respinta, Kamenev, Zinov’ev, Rykov, Noghin e Miljutin dichiararono di voler uscire dal Comitato Centrale. Noghin, Rykov, Miljutin e Teodorovid uscirono anche dal Consiglio dei Commissari del Popolo. Il Comitato Centrale condannò decisamente il loro operato come atto di capitolazione e di diserzione. Su proposta della frazione bolscevica Kamenev fu sollevato dall’incarico di presidente del Comitato Esecutivo Centrale. Al suo posto fu eletto un eminente dirigente del partito bolscevico, J. M. Sverdlov, del quale Lenin ebbe a dire in seguito che era “il tipo più spiccato di rivoluzionario di professione, che egli esprimeva i tratti più importanti ed essenziali della rivoluzione proletaria”. V. I. Lenin: Discorso in memoria di J. M. Sverdlov alla seduta straordinaria del Comitato Esecutivo Centrale di tutta la Russia, Opere, vol. 29, pag. 75). Del Consiglio dei Commissari del Popolo entrarono a far parte alcuni noti uomini politici del partito bolscevico: Petrovskij, Stučka, Slichter e Elizarov».
21. Accademia delle Scienze dell'URSS, Storia universale, vol. VIII, Cap. I, disponibile su http://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/custam04-007727.htm

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