14.3 NIGERIA
La Francia non ha esitato a mettere lo zampino anche in Nigeria, nonostante sia un'ex colonia dei rivali britannici:
«Nel 1966 comincia in Nigeria la guerra del Biafra. Questa ex colonia britannica, la più popolata dell'Africa subsahariana, era riuscita a federare in un unico paese vari popoli: la sua unità, come il suo petrolio, potevano lasciarle sperare di uscire dal sottosviluppo. Ma si dovevano fare i conti con le brame delle grandi società capitalistiche degli stati occidentali e con la loro capacità di manovrare il separatismo. L'etnicismo che opponeva gli Ibo dell'est agli Haussa maggioritari a Lagos sfociò nella proclamazione da parte dei primi di una repubblica del Biafra desiderosa di conservare per sé sola i benefici dei campi petroliferi. Se i petrolieri britannici (BP, Shell) sostennero lo stato federale, il Biafra di Ojulwu venne aiutato e anche istigato nella sua testardaggine militar, dai loro concorrenti che vi scorgevano l'occasione di estendere la propria zona di influenza. La Francia di De Gaulle e Foccart, e i suoi sicari africani, Houphouet-Boigny della Costa d'Avorio e Bongo del Gabon, si schierarono dalla parte dei separatisti, organizzando il rifornimento di armi e di mercenari: lo SDECE (i servizi segreti francesi) e Bob Denard presero parte all'avventura. L'opinione pubblica francese venne oltraggiosamente manipolata nei suoi buoni sentimenti dalla campagna d'informazione; si fecero avanti con ogni mezzo i protagonisti dell'“umanitario”: le immagini di bambini affamati e mutilati e i notiziari di crudo realismo sulla guerra “dimostrano la giusta causa del Biafra”. Senza tregua la secessione biafrana venne alimentata dai sordidi scopi reconditi di finanzieri e politici pronti a battersi fino all'ultimo biafrese vivo. Dopo tre anni di combattimenti e di carestia, il bilancio era eloquente, riconosciuto da tutti gli analisi: quasi 2 milioni di morti!»91
91. Ivi, p. 312.