1.13. DOVE VA CUBA
Per capire la situazione interna attuale cubana, quali le progettualità future e quale l'analisi della situazione internazionale, lasciamo ampio spazio ad alcuni passaggi scelti della Relazione Introduttiva presentata il 16 aprile 2016 al VII Congresso del Partito Comunista di Cuba da Raúl Castro Ruz, primo segretario del Comitato Centrale31. Dalla relazione si capisce come il Partito intenda proseguire cautamente sul “modello cinese” che prevede la necessità di introdurre alcuni elementi di mercato, al fine di sviluppare ulteriormente le forze produttive, mantenendo un controllo macro-economico da parte dello Stato e un controllo diretto sui settori strategici fondamentali. Si ribadisce l'importanza della salda guida del Partito Comunista e la necessità di non abbassare la guardia nei confronti dell'imperialismo statunitense, di cui si denuncia apertamente la prosecuzione del ruolo destabilizzatore nell'America Latina (e non solo). Di seguito il testo:
«Il VII Congresso, organo supremo dell'organizzazione del Partito, conta sulla partecipazione di mille delegati, proposti dalla base ed eletti democraticamente, che rappresentano più di 670.000 militanti, membri di circa 54.500 nuclei. Come si potrà notare la militanza nel nostro Partito è diminuita, cosa influenzata dalla dinamica demografica negativa che affrontiamo, dall'effetto di una politica restrittiva di crescita dal 2004 e dalle nostre stesse insufficienze nel lavoro di captazione, trattenimento e motivazione di potenziali militanti. È pur vero che negli ultimi anni siamo riusciti a frenare questa tendenza. […] I quattro progetti enumerati che vengono qui presentati sono il risultato di un'elaborazione collettiva con la partecipazione di professori universitari, accademici, ricercatori di scienze economiche e sociali e funzionari del Governo e del Partito. Per analizzarli nelle rispettive commissioni si sono tenute due sessioni plenarie del Comitato Centrale del Partito nei mesi di dicembre e di gennaio scorsi, cosa che ha prodotto più di 900 opinioni e suggerimenti, che hanno permesso l'elaborazione di una nuova versione da sottoporre al giudizio dei delegati al Congresso in riunioni in tutte le province all'inizio di marzo, con il contributo di più di 3500 invitatati in rappresentanza dei differenti settori della società, compresi tutti i deputati dell'Assemblea Nazionale, per preparare così, con i loro interventi e proposte che hanno superato la cifra di 8.800, la versione finale. […] Abbiamo continuato ad avanzare con passo sicuro, senza fretta, ma senza pause, ossia con la gradualità e integrità necessarie per raggiungere il successo. L'ostacolo fondamentale che abbiamo affrontato, come avevamo previsto, è il peso di una mentalità vecchia che si traduce in un atteggiamento d'inerzia e un'assenza di fiducia nel futuro. Non sono mancati, com'era logico aspettarsi, sentimenti di nostalgia per momenti meno complessi del processo rivoluzionario, quando esistevano l'Unione Sovietica e il campo socialista. All'altro estremo si sono espresse aspirazioni mascherate alla restaurazione del capitalismo come soluzione ai nostri problemi. […] Le formule neoliberiste che propugnano la privatizzazione accelerata del patrimonio statale e dei servizi sociali, come la sanità, l'istruzione e la sicurezza sociale, non saranno mai applicate nel socialismo cubano. Pur con le limitazioni economiche presenti, si sono preservati e perfezionati i servizi sociali alla popolazione cubana in istruzione, salute, cultura e sport e sicurezza sociale. Senza dubbio dobbiamo insistere sulla necessità di migliorare sensibilmente la loro qualità. Le trasformazioni realizzate nel riordino di questi settori, nonostante le lamentele e le incomprensioni iniziali che sono state debitamente chiarite, anche realizzando gli aggiustamenti richiesti, hanno contribuito ad elevare la qualità dei citati servizi con un minor aggravio del bilancio e questo si nota negli indici di salute ottenuti, come nel caso, per citare solo un dato, del tasso di mortalità infantile di 4,2 per ogni mille nati vivi, simile a quello che si ottiene in pochi paesi tra i più sviluppati. Il riordino della rete scolare ha permesso di ridurre la quantità dei centri e di circa 250.000 alunni interni, mentre si è rovesciata la piramide esistente nella formazione dei tecnici medi e operai specializzati con incremento delle iscrizioni nell'educazione tecnico professionale. È in corso un programma di manutenzione e recupero dell'infrastruttura edilizia e delle attrezzature del sistema di istruzione. Nel sistema sanitario nazionale si stanno realizzando un insieme di misure indirizzate alla riorganizzazione, compattazione e regionalizzazione dei servizi con l'obiettivo di migliorare lo stato di salute della popolazione, incrementare la qualità e la soddisfazione del popolo per i servizi offerti e rendere efficiente e sostenibile il sistema garantendone insieme lo sviluppo. Il perfezionamento delle strutture di direzione e la sistemazione dell'organico ha permesso la diminuzione di 152.000 posti e la ricollocazione di circa 20.000 medici nell'attività assistenziale. Queste decisioni insieme ad altre orientate all'uso razionale delle risorse hanno permesso la riduzione nel bilancio assegnato alla sanità di circa 2.000 milioni di pesos. Ci sono state anche difficoltà nella consegna alle farmacie di medicinali importati o di produzione nazionale e persistono condizioni igienico sanitarie che favoriscono la trasmissione di malattie infettive come il colera, dengue, chikungunya e ultimamente la zika. Attualmente si applica il Piano d'azione per contrastare le malattie trasmesse dalla zanzara Aedes, che non si può considerare come una ulteriore effimera campagna ma deve garantire la sostenibilità nel tempo. Le decisioni nell'economia non possono in nessun caso significare una rottura con gli ideali d'uguaglianza e giustizia della Rivoluzione e tanto meno incidere sull'unità della maggioranza del popolo attorno al Partito. Non si permetterà che come conseguenza di queste misure si generino instabilità e incertezza nella popolazione di Cuba. […] L'impresa statale socialista definita come la forma principale di gestione nell'economia nazionale, si trova in una posizione svantaggiosa rispetto al crescente settore non statale, che ha il vantaggio di lavorare in un circuito monetario basato sul tasso di cambio di 1 a 25, mentre per essa vale la parità del CUC (peso cubano convertibile) con il peso cubano. Si dovrà trovare una soluzione a questa importante distorsione nel più breve tempo possibile, nella cornice dell'unificazione monetaria e cambiaria. […]
È stata approvata la politica per gli investimenti dall'estero come fonti importanti e necessarie per lo sviluppo del paese e su questa materia è entrata in vigore una nuova Legge che, mentre offre incentivi e sicurezza giuridica agli investitori, preserva la sovranità nazionale, la protezione dell'ambiente e l'uso razionale delle risorse naturali. È stata costituita la Zona Speciale di Sviluppo di Mariel, con vantaggi addizionali per attrarre investitori nazionali ed esteri e sono state assicurate il quadro giuridica e le infrastruttura necessarie per il loro insediamento e l'attività produttiva con l'obiettivo di generare esportazioni, promuovere la sostituzione delle importazioni, favorire il trasferimento di tecnologie e capacità gestionali delle quali non sappiamo quasi niente, generare fonti di lavoro e di finanziamento a lungo termine e organizzare la logistica che faciliti il raggiungimento di alti livelli d'efficienza. Senza sottovalutare minimamente l'ostacolo rappresentato in questo senso dal blocco nordamericano e dalla sua applicazione extraterritoriale, bisogna che abbandoniamo pregiudizi arcaici rispetto agli investimenti esteri e procediamo risolutamente nella preparazione, ideazione e realizzazione di nuovi affari. La destinazione degli investimenti si è modificata in modo sostanziale. Se 5 anni fa la sfera della produzione e le infrastrutture ne ricevevano il 45%, nel 2015 sono arrivate al 70%. Inoltre, nel processo degli investimenti si sono incrementati il rigore e il controllo sull'attuazione dei piani e in generale gli indici sono migliorati, anche se rimangono non poche tensioni nei rifornimenti e nella disponibilità di forza lavoro debitamente preparata e motivata, e si perpetuano improvvisazione, superficialità e mancanza d'integrità con l'effetto di lavorazioni inadeguate che producono tempi d'esecuzione dilatati e si ripercuotono sulla qualità dei prodotti finiti. Col proposito di rafforzare il ruolo delle imprese statali socialiste e la loro autonomia, siamo andati avanti nella separazione delle funzioni statali da quelle delle imprese, modificando gradualmente i rapporti degli organismi di governo con le imprese, i cui dirigenti oggi hanno maggiori poteri di gestione. Ma questo è un percorso che non si compie in un giorno, in settimane o mesi, ma maturerà a medio e lungo termine, nella misura in cui si consolideranno le condizioni organizzative, le capacità dei quadri e si supererà l'abitudine d'aspettare istruzioni dall'alto per agire nel quadro di poteri già assegnati invece di promuovere l'iniziativa e lo spirito imprenditoriale. Intanto continua il processo di perfezionamento degli organismi dell'Amministrazione Centrale dello Stato e delle entità nazionali, compresi in una prima fase gli organismi globali e della sfera produttiva. […] Il riconoscimento del mercato nel funzionamento dell'economia socialista non implica che il Partito, il Governo e le organizzazioni di massa smettano di svolgere il loro ruolo nella società affrontando qualsiasi situazione che danneggi la popolazione, oppure dicano: “è un problema del Governo e io non me ne curo”. Io Partito, io Governo a qualsiasi livello e io membro di un'organizzazione di massa mi devo preoccupare di qualsiasi ingiustizia che danneggia la nostra popolazione. […] Da questa vicenda, come da molte altre, dobbiamo trarre la conclusione che la cosa peggiore che può fare un rivoluzionario o anche solo una persona onesta, comunista o no, è restare a braccia incrociate di fronte a un problema. Non ne abbiamo il diritto, tanto più in tempi come questi che stiamo vivendo, con i cambiamenti che stiamo introducendo. È un'esperienza che vale la pena ricordare, perché la possiamo incontrate centinaia, per non dire migliaia di volte, nella realizzazione di questo gigantesco compito che stiamo elaborando per il miglioramento del nostro paese e del nostro socialismo. L'introduzione della regola dell'offerta e della domanda non è incompatibile col principio della pianificazione. I due concetti possono convivere e completarsi a beneficio del paese, com'è stato dimostrato con successo nei processi di riforma in Cina, e di rinnovamento in Vietnam, come loro li definiscono. Noi li chiamiamo aggiornamento perché non cambieremo l'obiettivo fondamentale della Rivoluzione. […] È proseguito l'ampliamento del settore non statale dell'economia mentre l'impiego statale si riduce da 81,2% nel 2010 a 70,8 nel 2015. Un po' più di mezzo milione di cubani sono registrati come lavoratori autonomi, prestano servizi e generano produzioni molto necessarie. Si sta affermando un'atmosfera che non discrimina né stigmatizza il lavoro autonomo debitamente autorizzato; senza dubbio si sono presentate manifestazioni di corruzione e illegalità di fronte alle quali lo scontro è stato insufficiente e tardivo, come per esempio nel caso di pratiche di evasione fiscale o l'esercizio illegale di attività non permesse. Riaffermiamo il principio socialista del predominio della proprietà di tutto il popolo sui mezzi fondamentali di produzione e insieme la necessità di scaricare lo Stato da altre attività non determinanti per lo sviluppo della nazione. Così come aspiriamo a una maggior efficienza e più qualità nella produzione e nei servizi del settore statale, favoriamo anche il successo delle forme non statali di gestione sulla base in tutti i casi della stretta co-osservanza delle leggi vigenti. Continua in fase sperimentale la creazione e il funzionamento delle cooperative di produzione non agricole, soprattutto nel commercio, gastronomia, servizi tecnici, piccola industria ed edilizia. Anche in questo campo si sono registrati successi, ma si sono manifestate anche carenze che partono dalla insufficiente preparazione e diffusione della politica approvata e delle norme emanate - come abbiamo notato in varie occasioni in precedenza - dall'organizzazione e dal controllo inadeguati della contabilità, dall'aumento dei prezzi e dalle restrizioni per accedere ai rifornimenti e ai servizi del mercato all'ingrosso. C'è da aggiungere che la conduzione e il controllo di di questo esperimento da parte delle istanze corrispondenti è risultato inadeguato e per questa ragione abbiamo deciso di concentrare lo sforzo nel consolidamento delle cooperative già esistenti e di procedere con gradualità. Nel quadro di un ambiente internazionale sfavorevole, caratterizzato dalla crisi economica globale iniziata alla fine del decennio scorso, nel quinquennio 2011-2015 il prodotto interno lordo del nostro paese è cresciuto con un tasso medio annuale del 2,8%, insufficiente per assicurare la creazione delle condizioni produttive e delle infrastrutture necessarie per progredire nello sviluppo e migliorare il consumo della popolazione. In questo contesto complesso abbiamo adottato una serie di provvedimenti volti al risanamento della posizione finanziaria sull'estero del paese e in particolare al riordino del debito, una questione sulla quale abbiamo raggiunto risultati significativi e che, con l'attuazione degli impegni finanziari assunti, contribuisce al ristabilimento della credibilità internazionale dell'economia cubana e favorisce maggiori possibilità di commercio, investimenti e finanziamento per lo sviluppo. Non possiamo retrocedere su questo terreno e con questo obiettivo dobbiamo assicurare un equilibrio adeguato nella assunzione di crediti e nella loro struttura, nel pagamento dei debiti riordinati, nel debito corrente e nell'attuazione del piano. Non dovremo mai più tornare a indebitarci. Stiamo introducendo un insieme di misure disegnate per eliminare gli ostacoli che inibiscono le varie forme produttive della nostra agricoltura, ma non hanno ancora prodotto risultati e il ritmo della crescita della produzione agricola nel paese non è ancora sarà sufficiente, mentre ogni anno, in media, il paese ha dovuto dedicare circa 2 miliardi di dollari all'importazione di alimenti la metà dei quali possono essere prodotti a Cuba esportando anche le eccedenze. Continua ad espandersi l'esportazione di servizi medici e del turismo, che apportano più della metà delle entrate in valuta del paese, mentre si riduce il peso specifico delle esportazioni tradizionali colpite dalla caduta dei prezzi. Questa realtà corrobora la convenienza di proseguire nella differenziazione delle nostre fonti di entrate, per non tornare mai più a dipendere da un mercato o da un prodotto e sviluppare relazioni commerciali e di cooperazione mutuamente vantaggiosa con tutti i paesi configurando un adeguato equilibrio in questa sfera.
L'innegabile prestigio internazionale della medicina cubana, frutto genuino della Rivoluzione e della preoccupazione instancabile del compagno Fidel, racchiude enormi potenzialità ancora non sfruttate in tutte le loro dimensioni, come per esempio le prestazioni di servizi medici a pazienti stranieri a Cuba, a cui si stanno destinando investimenti che in definitiva apporteranno benefici alla popolazione cubana che accede gratuitamente alla sanità pubblica. In quanto al turismo, negli anni trascorsi dal 6º Congresso sono state destinate allo scopo più di 10.900 nuove abitazioni e ne sono state risistemate altre 7.000, a cui vanno aggiunte più di 14.000 affittate in pesos convertibili da lavoratori autonomi e l'apertura di installazioni e servizi extra alberghieri che hanno permesso di proseguire nella tendenza ascendente di questo importante settore dell'economia, che ha grandi possibilità per stimolare lo sviluppo di altri settori e generare concatenazioni produttive. Il programma di investimenti alberghieri nelle principali destinazioni del paese procede a buon ritmo e si riprende la costruzione di emblematici alberghi di lusso nella capitale per far fronte alla carenza esistente di abitazioni. Ogni hotel che si inaugura è come una fabbrica in più, che genera entro le nostre frontiere entrate da esportazione estremamente necessarie al paese. L'anno scorso abbiamo superato per la prima volta i tre milioni e mezzo di visitatori. Si sta consolidando la competitività del prodotto turistico cubano in mercati differenziati, senza ignorare le inefficienze presenti che cospirano contro la qualità dei servizi. Si stanno profilando le condizioni per ottenere nel quinquennio 2016-2020 risultati superiori e creare nella nostra economia le basi per uno sviluppo economico-sociale sostenibile. Nell'introduzione di questa relazione ho spiegato che per la prima volta si presenta alla massima assise del Partito un Progetto di definizione teorica del modello economico e sociale cubano. L'obiettivo principale di questo documento è esporre e motivare con chiarezza i lineamenti fondamentali del modello, in modo che serva da guida teorica e concettuale per la costruzione del socialismo a Cuba, in rapporto con le nostre caratteristiche e le nostre lotte, prendendo come base la storia della nazione e dal processo rivoluzionario, la cultura nazionale, le condizioni interne e la situazione internazionale, così come le esperienza dei processi di sviluppo economico e sociale socialista in altri paesi. I principi che sostengono il modello partono dall'eredità di Martí, dal marxismo-leninismo, dal pensiero del leader storico della Rivoluzione cubana, Fidel Castro Ruz e dall'opera stessa della Rivoluzione. […] Uno degli aspetti di innovazione che ha suscitato maggior attenzione e anche qualche polemica è quello che riguarda le relazioni di proprietà, ed è logico che sia così, dato che il predominio di una forma di proprietà sulle altre determina il regime sociale di un paese. Nella Cuba socialista e sovrana la proprietà di tutto il popolo sui mezzi fondamentali di produzione è e continuerà ad essere la forma principale dell'economia nazionale e del sistema socioeconomico e quindi costituisce la base del potere reale dei lavoratori. Il riconoscimento dell'esistenza della proprietà privata ha generato inquietudini oneste di non pochi dei partecipanti alle discussioni che hanno preceduto il Congresso, che hanno espresso la preoccupazione che così facendo, avremmo mosso i primi passi verso la restaurazione del capitalismo a Cuba. Come Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito, ho il dovere di assicurare che questo non è assolutamente il proposito di questo concetto teorico. Si tratta precisamente, compagne e compagni di chiamare le cose con il loro nome e non rifugiarci dietro a illogici eufemismi per nascondere la realtà. La crescita del lavoro autonomo e l'autorizzazione a contrattare la forza lavoro ha comportato nella pratica l'esistenza di medie, piccole e piccolissime imprese private che oggi funzionano senza la debita personalità giuridica, ma esistono di fronte alla legge in un quadro giuridico disegnato per le persone naturali che si dedicano a piccoli affari, realizzati dal lavoratore e dalla sua famiglia. La Linea guida nº 3 approvata dal 6º Congresso, che proponiamo di mantenere e rafforzare nell'aggiornamento del progetto, precisa senza ambiguità che “nelle forme di gestione non statali, non sarà consentita la concentrazione della proprietà” e si aggiunge “nemmeno quella della ricchezza”, per cui l'impresa privata si muoverà entro limiti ben definiti e costituirà un elemento complementare della trama economica del paese e tutto questo sarà regolato per legge. Non siamo ingenui e non ignoriamo le aspirazioni di poderose forze esterne che scommettono su quello che chiamano il “trasferimento di poteri” alle forme non statali di gestione con il fine di generare agenti del cambiamento nella speranza di distruggere la Rivoluzione e il socialismo a Cuba per altre vie. Le cooperative, il lavoro autonomo e la media, piccola e micro imprese private non sono per la loro essenza antisociali né controrivoluzionarie e la gran maggioranza di quelli che ci lavorano sono rivoluzionari, patrioti che difendono i principi e beneficiano delle conquiste di questa Rivoluzione. […] Bisogna considerare con molta attenzione il fatto che, nella misura in cui si procede nell'attuazione del nuovo modello, per le organizzazioni del Partito si profilerà uno scenario diverso, caratterizzato dalla crescente eterogeneità dei settori e dei gruppi nella nostra società, dovuta alla diversificazione dei redditi. Questo ci pone la sfida di preservare e rafforzare l'unità nazionale in circostanze diverse da quelle a cui eravamo abituati nelle fasi precedenti. L'articolo nº 5 della Costituzione della Repubblica consacra il Partito Comunista di Cuba come la forza dirigente superiore della società e dello Stato che organizza e orienta gli sforzi comuni verso la costruzione del socialismo. Gli Statuti dell'organizzazione lo definiscono come fedele continuatore del Partito Rivoluzionario Cubano fondato da Martí per dirigere la lotta per l'indipendenza, del primo Partito Comunista impersonato da Carlos Baliño e Julio Antonio Mella e frutto della fusione volontaria delle tre organizzazioni rivoluzionarie che furono protagoniste della lotta contro la tirannia di Batista. A Cuba abbiamo un Partito unico, molto onorato, che rappresenta e garantisce l'unità della nazione cubana, l'arma strategica principale su cui abbiamo fatto affidamento per edificare l'opera della Rivoluzione e difenderla da ogni tipo di minaccia e di aggressione. Per questo non è casuale se veniamo attaccati e praticamente da ogni parte del pianeta si esige, per indebolirci, che in nome della sacrosanta democrazia borghese ci dividiamo in diversi partiti. Sono concetti su cui non ci deve essere la minima confusione, né oggi, né mai. Se riuscissero un giorno a frammentarci, sarebbe l'inizio della fine. Non dimenticatelo mai! Se riuscissero un giorno a frammentarci sarebbe l'inizio della fine della nostra patria, della Rivoluzione, del socialismo e dell'indipendenza nazionale, forgiati con la resistenza e il sacrificio di varie generazioni di cubani dal 1868. […] Vogliono modellare il mondo - sapete a chi mi riferisco: agli Stati Uniti e a tutti quelli che li accompagnano - vogliono plasmare il mondo secondo le loro convenienze, è questo che vogliono fare e per questo dobbiamo stare allerta oggi più che mai. Loro stessi hanno detto: 50 anni di blocco non hanno dato risultato e non siamo riusciti a isolare Cuba, al contrario stiamo correndo il rischio di restare isolati noi in America Latina. Dobbiamo cambiare rotta. Ma come la cambiano? Con altri metodi più difficili da contrastare. Ecco dunque l'importanza di queste questioni che devono essere sufficientemente chiare nelle nostre teste e nel nostro popolo. […] L'esistenza di un partito unico presuppone che si stimoli il più ampio e sincero scambio di opinioni dentro l'organizzazione del partito, come nel legame alla base con i lavoratori e la popolazione. Il Partito è tenuto a potenziare e perfezionare in maniera permanente la democrazia, per cui è imprescindibile superare definitivamente le false unanimità, il formalismo e la simulazione. Il Partito ha il dovere di favorire e garantire la partecipazione sempre più ampia della cittadinanza nelle decisioni fondamentali della società. Non abbiamo alcun timore per le opinioni diverse o le discrepanze, perché solo la discussione franca e onesta delle differenze tra i rivoluzionari ci condurrà alle decisioni migliori. Sappiamo che il Partito e la Rivoluzione contano sull'appoggio della maggioranza del popolo, è un fatto che nessuno può negare, ma non ci nascondiamo che in determinati settori della popolazione esistono manifestazioni di mancanza d'impegno e disinteresse per i temi della vita politica e che si mantengono opinioni negative sull'esemplarità di alcuni militanti e quadri e sulla loro distanza dal popolo. Nel periodo più recente si è manifestata una crescita di azioni volte a fomentare i valori della società dei consumi, la divisione, l'apatia, lo scoraggiamento, lo sradicamento, la mancanza di fiducia nella direzione della Rivoluzione e del Partito, seminando sistemi di idee che cercano di farci apparire come una società senza futuro. […] In queste circostanze è necessario rafforzare un lavoro preventivo intelligente, fermo e sistematico ed elevare l'attenzione e il controllo da parte degli organi incaricati di contrastare la sovversione politico ideologica e bisogna elevare la combattività dei militanti, la vigilanza nei centri di lavoro e il lavoro ideologico con le nuove generazioni, potenziando l'insostituibile ruolo della famiglia e della scuola. Ripeto: potenziando l'insostituibile ruolo della famiglia e della scuola! […]
L'influenza nella nostra realtà delle complessità del mondo in cui viviamo, la politica di ostilità e di aggressione, le azioni indirizzate a introdurre piattaforme di pensiero neoliberista e di restaurazione capitalista sostenute da una perversa strategia di sovversione politico ideologica che mina l'essenza stessa della Rivoluzione e della cultura cubana, la storia e i valori che in queste sono stati forgiati, l'innegabile esistenza di problemi accumulati nella società ai quali si somma il processo stesso di attuazione delle Linee guida e la profondità dei cambiamento in cui ci troviamo immersi, così come il nuovo scenario delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti, sono fatti che pongono sfide elevate al lavoro ideologico. Questi programmi vanno indirizzati verso i settori che il nemico identifica come i più vulnerabili e comprendono i giovani, gli intellettuali, i lavoratori associati alle forme di gestione non statali e le comunità affette dalle maggiori difficoltà materiali ed economiche. Così come salvaguardiamo nel popolo la memoria storica della nazione e perfezioniamo il lavoro ideologico diversificato, con speciale enfasi verso la gioventù e l'infanzia, dobbiamo migliorare tra noi la cultura anticapitalista e antiimperialista, combattendo con argomenti, convinzione e fermezza le pretese di stabilire modelli di ideologia piccolo borghese, caratterizzati da individualismo, egoismo, bramosia di guadagno, la banalità ed esacerbazione del consumismo. Il miglior antidoto contro le politiche della sovversione consiste nel lavorare con integrità e senza improvvisazioni, fare bene le cose, migliorare la qualità dei servizi alla popolazione, non lasciare accumulare problemi, rafforzare la conoscenza della storia di Cuba, l'identità e la cultura nazionali, accrescere l'orgoglio di essere cubani e propagare nel paese un ambiente di legalità, difesa del patrimonio pubblico, rispetto della dignità delle persone, dei valori e della disciplina sociale. Lo sviluppo dell'economia nazionale, insieme alla lotta per la pace e la fermezza ideologica, è la principale missione del Partito. L'economia è sempre il tema pendente fondamentale e il lavoro politico-ideologico è un tema permanente strettamente correlato alla battaglia economica, perché assicura la partecipazione cosciente, attiva e impegnata della maggioranza della popolazione nel processo di aggiornamento del modello economico e sociale. […] Bisognerà proseguire senza tregua nella lotta contro qualsiasi vestigia di razzismo che ostacola o frena la promozione a incarichi di direzione di neri e meticci, il cui peso specifico sul totale della popolazione cubana ha continuato ad aumentare, di censimento in censimento. Per consolidare i risultati di questa importante e giusta politica della Rivoluzione è necessario lavorare con sistematicità, previsione e intenzionalità. Una questione di tale importanza non può restare alla mercé dell’attività spontanea o dell'improvvisazione. La quantità di donne con incarichi di responsabilità è aumentata, di poco, ma è aumentata negli incarichi in cui bisogna prendere decisioni, ma le cifre non esprimono il potenziale di cui disponiamo, dato che le donne sono il 49% della massa dei lavoratori nel settore statale civile e il 66,8% della forza lavoro con la maggior qualificazione tecnica e professionale del paese. Solo il 38% dei posti di responsabilità è occupato da donne negli organismi dello Stato, del governo, degli enti nazionali, dei Consigli d'Amministrazione e delle Organizzazioni Superiori di Direzione delle Imprese. Mi attengo alla più stretta verità quando affermo, sulla base della mia esperienza in tanti anni di Rivoluzione, che le donne in generale sono più mature e migliori amministratrici degli uomini. Per questo, anche se riconosco il progresso realizzato, ritengo che sotto la direzione del Partito debba continuare ad essere attivamente sostenuta la promozione delle nostre combattive donne particolarmente in incarichi di responsabilità in tutta la nazione. […] Proponiamo di stabilire 60 anni come età massima per entrare nel Comitato Centrale del Partito. Si potrà stabilire in qualsiasi momento anche di poter fare affidamento su supplenti più giovani nel Comitato Centrale. Tutte cose che si possono fare. Il problema è avere un metodo, un percorso, un progetto per fare in modo che non ci siano sorprese e il processo si sviluppi con naturalezza. In futuro per accedere al CC bisognerà avere meno di 60 anni. Non si pensi che il fatto di non poter stare in uno dei livelli di direzione del paese significhi che non si possa più fare niente. L'esperienza di alcuni paesi ci ha dimostrato che l'assenza di limiti non è mai positiva e, anche se è un segreto di Pulcinella, non dimentichiamo che nell'ultima fase dell'Unione Sovietica, che stimiamo e amiamo come sempre, morirono in poco tempo tre primi segretari del Comitato Centrale del Partito. Per questo proponiamo di stabilire 60 anni come età massima per entrare nel Comitato Centrale e 70 per coprire incarichi di direzione nel Partito, cosa che sommandosi al limite di due mandati consecutivi per occupare responsabilità politiche garantirà dalla base il ringiovanimento sistematico in tutto il sistema degli incarichi nel Partito. E, ripeto, bisognerà poi regolamentare la cosa con precisione, perché ci sarà chi ha 70 o 80 anni e potrà avere compiti importanti, ma non un importante incarico dirigenziale, per ragioni ovvie e per l'esperienza stessa di cui stiamo parlando. […] Nel mio caso non è un segreto che nel 2018 si concluderà il secondo mandato consecutivo come presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri e lascerò questa responsabilità a chi sarà eletto.
Queste modifiche in materia di posti e di età limite e per svolgere incarichi di direzione dovranno essere fissate nella Costituzione della Repubblica, che proponiamo di riformare nei prossimi anni, considerando le importanti trasformazioni associate all'aggiornamento del modello economico e sociale e alla sua teorizzazione. Nella Costituzione si dovrà riflettere tutto quello che stiamo facendo, quando le novità che vi dovranno essere riconosciute saranno maturate e soprattutto discusse con la popolazione. La Costituzione vigente, approvata nel referendum popolare del 1976, 40 anni fa e riformata parzialmente nel 1992 e nel 2002 corrisponde a circostanze storiche e condizioni economiche e sociali che sono cambiate con il passare del tempo e anche con l'applicazione delle Linee di Politica Economica e Sociale del Partito e della Rivoluzione. Il processo di riforma, che dovrà essere approvato prima dall'Assemblea Nazionale in accordo con i suoi poteri costituenti, prevede un'ampia partecipazione popolare, compresa l'indizione di un referendum costituzionale. […] Devo sottolineare che nell'apportare questi cambi costituzionali proporremo di ratificare il carattere irrevocabile del sistema politico e sociale sancito dalla Costituzione attuale, che include il ruolo dirigente del Partito Comunista di Cuba nella nostra società e che nell'attuale Costituzione è l'articolo 5. Dedicherò alcune riflessioni al tema della difesa. Nel farlo è utile ricordare le parole di Fidel nella relazione al 1º Congresso, quando disse: “Fino a che esisterà l'imperialismo, il Partito, lo Stato e il popolo presteranno ai servizi della difesa la massima attenzione. La vigilanza rivoluzionaria non verrà mai meno. La storia insegna con anche troppa eloquenza che coloro che dimenticano questo principio non sopravvivono al loro errore”. La dottrina della Guerra di tutto il Popolo costituisce il fondamento strategico della difesa del paese e dispone che ogni cubano conosca e disponga di un mezzo, un luogo e una forma di lotta contro il nemico, sotto la direzione del Partito, in un sistema politico-militare ed economico unico di preparazione e conduzione della guerra. Se l'aggressore tenterà di occupare Cuba, dovrà affrontare milioni di cubane e di cubani in un vespaio mortale, dove non ci sono fronti, retroguardie o fianchi e nemmeno riposo, giorno e notte. […] Sono passati 15 mesi da quando abbiamo annunciato simultaneamente con il presidente Barack Obama la decisione di ristabilire le relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti, sulla base dell’uguaglianza sovrana, della non ingerenza negli affari interni e del rispetto assoluto della nostra indipendenza. Poche ore prima di quell'annuncio si era compiuta la promessa di Fidel sul ritorno in Patria dei Cinque Eroi. […] Come abbiamo detto nell'incontro dei due presidenti con la stampa, per progredire verso la normalità delle relazioni il blocco, che provoca privazioni alla nostra popolazione e costituisce il principale ostacolo per lo sviluppo economico del paese, dovrà essere eliminato e dovrà essere restituito il territorio occupato illegalmente dalla Base Navale a Guantánamo contro la volontà del governo e del popolo cubano. Inoltre, dovranno esser abbandonati i programmi indirizzati al cambiamento del sistema politico, economico e sociale che abbiamo scelto sovranamente, nonché altre politiche lesive tuttora in vigore. La politica migratoria continua ad essere usata come un'arma contro la Rivoluzione. Si mantengono in vigore la “Ley de Ajuste cubano”, la politica dei “piedi asciutti piedi bagnati” e il “Programma di Parole” per professionisti medici cubani, che stimolano l'emigrazione illegale e insicura e puntano a privarci di personale qualificato. Queste pratiche non sono coerenti col dichiarato cambiamento della politica verso Cuba e generano difficoltà a paesi terzi. Non sono poche le dichiarazioni di funzionari del governo nordamericano che pur riconoscendo il fallimento della politica contro Cuba non nascondono che le finalità sono le stesse e vengono solo modificate le forme. Vogliamo sviluppare un dialogo rispettoso e costruire un nuovo tipo di relazioni con gli Stati Uniti, quale non è mai esistito tra i due paesi, perché siamo convinti che ciò può apportare solo reciproci benefici. Dobbiamo però ribadire che non si deve pretendere che per ottenerlo Cuba rinunci ai principi della Rivoluzione o faccia concessioni inerenti alla sua sovranità e indipendenza, ceda nella difesa dei suoi ideali o anche nell'esercizio della sua politica estera impegnata in cause giuste in difesa dell'autodeterminazione dei popoli e nel sostegno tradizionale ai paesi fratelli. […] L'America Latina e i Caraibi si trovano sotto l'effetto di una forte e articolata controffensiva imperialista e oligarchica contro i governi rivoluzionari e progressisti in un contesto complesso, segnato dalla decelerazione dell'economia che ha un impatto negativo sulla continuità delle politiche di sviluppo e inclusione sociale e sulle conquiste realizzate dai settori popolari. Questo attacco reazionario utilizza metodi e tecnologie proprie della nuova dottrina della guerra non convenzionale, specialmente sul terreno della comunicazione e della cultura, senza scartare attività destabilizzanti e golpiste. Questa politica è indirizzata in particolare contro la fraterna Repubblica Bolivariana del Venezuela e si è intensificata negli ultimi mesi in Bolivia, Ecuador, Brasile, così come in Nicaragua ed El Salvador. Recenti rovesciamenti dei governi di sinistra nell'emisfero sono usati per annunciare la fine di un ciclo storico progressista, aprire la strada al ritorno del neoliberismo e demoralizzare le forze e i partiti politici, i movimenti sociali e le classi lavoratrici, cosa che dovremo affrontare con più unità e maggior articolazione delle azioni rivoluzionarie. […] Si rinnovano gli sforzi degli Stati Uniti e dei loro alleati per minare l'unità e il processo d'integrazione regionale e impedire il progresso della CELAC, dell'ALBA, di UNASUR e di altri organismi con una pretesa riforma del sistema interamericano e in particolare dell'OSA, mentre si assegna maggior protagonismo ad altri schemi più consoni ai loro interessi egemonici. Non dimenticheremo mai che la OSA - Organizzazione degli Stati Americani, fondata dagli Stati Uniti alla fine della metà del secolo scorso, all'inizio della Guerra Fredda - è servita solo per interessi contrari a quelli della nostra America. Questa organizzazione giustamente definita come “il ministero delle colonie” degli Stati Uniti, dal cancelliere della dignità, il compagno Raúl Roa García, è quella che sanzionò Cuba e si accordò per dare il suo appoggio e riconoscere un governo fantoccio se si fosse consolidata l'invasione mercenaria di Playa Girón. È interminabile la lista delle sue azioni contro la nascente Rivoluzione cubana e altri governi rivoluzionari e progressisti. […] I popoli fratelli del Terzo Mondo che si sforzano di superare l'eredità di secoli di dominio coloniale sanno che potranno sempre contare sulla solidarietà e il sostegno di Cuba e che continueremo a mantenere gli impegni di cooperazione basati sulla condivisione di quello che abbiamo, non del superfluo. A conferma di ciò c'è stata la partecipazione eroica del personale medico cubano nella lotta contro l'Ebola, che ha ricevuto riconoscimenti universali.
Continueremo a dare priorità allo sviluppo molteplice delle relazioni con tutti gli amici e alleati che ci hanno accompagnato in questi anni e manterremo lo scambio di esperienze con i Partiti e i governi dei paesi socialisti. […] Sono sempre più gravi le minacce alla pace e alla sicurezza internazionale che derivano dal tentativo dell'imperialismo nordamericano d'imporre la sua posizione egemonica di fronte ai cambiamenti negli equilibri mondiali; dalla filosofia d'usurpazione e controllo delle risorse naturali strategiche, che si manifesta nel carattere sempre più offensivo e aggressivo della dottrina militare della NATO e nella proliferazione di guerre non convenzionali con il pretesto di combattere “il terrorismo internazionale”; dall'acuirsi delle contraddizioni con la Russia e la Cina e dal pericolo di una guerra di dimensioni incalcolabili in Medio Oriente. Come abbiamo detto già da tempo, l'espansione della Nato verso la frontiera con la Russia ha provocato gravi pericoli per la pace e la stabilità, aggravati dall'applicazione contro quel paese di arbitrarie e ingiuste sanzioni unilaterali. La situazione in Siria, a causa dell'intervento straniero, ha prodotto centinaia di migliaia di vittime e distruzioni immani. Confidiamo nella capacità del popolo e del governo della Siria di trovare una soluzione pacifica che preservi l'indipendenza e l'integrità territoriale di quella nazione. Le ondate di rifugiati verso l'Europa commuovono la coscienza dell'umanità. Sono conseguenza dell'intervento straniero e delle guerre provocate dall'esterno e anche del sottosviluppo e rendono manifesta la doppiezza e l'ipocrisia nel trattamento dei diritti umani, l'aumento della xenofobia, il razzismo e la discriminazione dei migranti, così come il rafforzamento di forze neofasciste. Manteniamo la nostra tenace opposizione al terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni, del quale siamo stati vittime dal momento del trionfo della Rivoluzione. Condanniamo l'occupazione da parte di Israele dei territori palestinesi e di altri paesi arabi, senza la cui soluzione non si otterrà una pace durevole in quella regione. Ribadiamo la nostra solidarietà con la Repubblica Araba Saharaui Democratica in lotta contro l'occupazione del suo territorio. La sfavorevole situazione economica internazionale, segnata dall'aggravamento della crisi sistemica mondiale, e le tendenze recessive delle principali economie rendono più vulnerabili e precarie la situazione dei paesi del Terzo Mondo; l'ingiustizia e l'irrazionalità dell'ordine economico internazionale si accentua e rende indispensabile la sua sostituzione e pone in evidenza la necessità di costruire una nuova architettura finanziaria internazionale. Se ciò non accadrà, riteniamo che gli obiettivi proclamati in materia di sviluppo sostenibile e inclusione sociale nel Vertice delle Nazioni Unite, per l'approvazione dell'Agenda di Sviluppo Sostenibile 2030 non potranno essere raggiunti. Pensiamo anche che il quadro di cooperazione concordato dopo il Vertice di Parigi sul cambiamento climatico continua a essere limitato dalla persistenza e imposizione di modelli irrazionali di produzione e consumo incompatibili con la preservazione della specie umana. La mancanza di volontà politica delle nazioni industrializzate impedisce di stabilire impegni effettivi sul finanziamento e il trasferimento di tecnologie in conformità col concetto di responsabilità comuni ma differenziate. Nelle complesse circostanze della nostra regione e del mondo, la politica estera della Rivoluzione Cubana si manterrà fedele ai principi originali che abbiamo difeso nelle congiunture più difficili e di fronte alle minacce e sfide più gravi. Per concludere, compagne e compagni, abbiamo davanti a noi intense giornate di lavoro in questo Congresso, convinti che sarà un evento storico e fruttuoso, dal quale usciranno le indicazioni principali per il nostro lavoro per il conseguimento di una nazione sovrana, indipendente, socialista, prospera e sostenibile».
31. R. Castro, Relazione Introduttiva al VII Congresso del Partito Comunista di Cuba, Associazionestalin.it, 16 aprile 2016.