10.1. L'ENORME PESO SOSTENUTO PER LIBERARCI DAL NAZIFASCISMO
«Unione Sovietica, se insieme raccogliessimo / tutto il sangue che hai versato nella lotta, / tutto quello che hai dato, come una madre, al mondo / perché la libertà agonizzante riavesse vita, / un nuovo oceano noi avremmo, / di tutti il più grande, / di tutti il più profondo». (Pablo Neruda, dall'opera Canto generale)
Molti ricordano la Liberazione come il giorno in cui gli angloamericani, assieme ai partigiani, hanno sconfitto il nazifascismo. Occorre ricordare che questo è potuto accadere perchè la gran parte dell'esercito tedesco (stime parlano dei 2/3 se non dei 3/4) era impegnato sul fronte orientale a combattere contro l'Armata Rossa e a cercare di sterminare più slavi e comunisti possibile. Ricordando che 5.000 sovietici combatterono a fianco dei partigiani in Italia occorre rendere omaggio più in generale a tutti i morti sovietici, senza il cui sacrificio non ci sarebbe potuta essere nessuna Liberazione in Europa. Per quanto riguarda l'URSS il numero ufficiale (a lungo tenuto al ribasso dai vertici sovietici per scoraggiare ulteriori interventi militari occidentali nel periodo iniziale della guerra fredda) di militari morti è 8.668.400 (di cui 6.330.000 morti in azione o per ferite, 556.000 morti per cause non belliche, 500.000 dispersi e 1.283.000 morti in prigionia su un totale di 4.059.000 prigionieri). Le stime occidentali dei prigionieri sovietici sono invece di 5.700.000 prigionieri di cui 3.300.000 morti. Richard Overy ha detto che nel 1941 e 1942 i morti, feriti, dispersi e anche coscritti sono difficilmente calcolabili.
Secondo molti storici agli 8.668.400 morti vanno aggiunti 1.500.000 coscritti di riserva morti o dispersi (soprattutto nel 1941) prima di essere messi nelle forze attive, 150.000 miliziani e 250.000 partigiani. Così i morti arrivano a 10.600.000. Durante la guerra in URSS muoiono 13 milioni di uomini di età compresa tra 17 e 39 anni. Se è vero che sono morti 3.300.000 prigionieri anziché 1.283.000 la cifra sale a 12.600.000. Con la seconda guerra mondiale la popolazione sovietica è complessivamente calata di 26.600.000 (cifra che include 3.300.000 civili morti nelle aree annesse nel 1939-1940). Lo storico Vadim Erlikman ha stimato che i morti nella guerra siano stati 26.500.000 più 1.700.000 per le repressioni interne dell'insubordinazione civile o militare. Secondo Erlikman i morti militari sono stati 10.600.000 di cui 7.600.000 morti e dispersi, 2.600.000 morti in prigionia (di 5.200.000 prigionieri) e 400.000 morti delle forze paramilitari e partigiane. I civili morti sarebbero 15.900.000, di cui 1.500.000 per azioni militari, 7.100.000 per le rappresaglie e i genocidi nazisti, 1.800.000 nei campi di lavoro nazisti e 5.500.000 per le carestie. Tanti sono stati i morti che costarono il trionfo in Europa orientale, a sua volta determinante per far sì che in Occidente si creassero le condizioni per l'intervento degli Alleati anglo-americani.62
62. Si paragonino i dati offerti dalle pagine Wikipedia, Conteggio delle vittime della seconda guerra mondiale per nazione, e Fronte orientale (1941-1945).