21 Novembre 2024

04.1. LIBERTÀ, ARTE E COMUNISMO

Riportiamo un significativo estratto dal saggio L'arte scritto da Lunačarskij nel 19189, in cui si trovano considerazioni interessanti sul nesso tra libertà, arte e socialismo:
«La sola libertà non basta, la libertà come tale è un concetto negativo o, per essere più esatti, che non contiene in sé nessun valore positivo. Già Nietzsche aveva detto: “Libertà, libertà — dici tu, fratello mio; ma a che cosa serve?”, ed è giusto. Posso essere libero, avere le mani e le gambe libere, ma posso andare a sinistra o a destra, compiere un'impresa onorevole o un'azione infame; quindi la libertà non è sempre un qualcosa di positivo: lasciar libero un pazzo o un uomo in balia di tendenze criminali difficilmente può essere classificato come un'azione giusta. La nuova società, l'ordinamento socialista non soltanto libera l'artista, ma gli imprime un impulso ben definito. Se ho detto che l'artista deve essere libero, ciò non significa che egli lo sia nel senso metafisico dell'espressione. Quando affermiamo, in termini puramente fisici, che una certa persona è libera, non ne consegue affatto che essa possa mettersi a volare o camminare meglio carponi.
No, libertà fisica significa che l'uomo si comporterà sempre come gli ordina il proprio organismo. L'espressione “L'uomo è libero” non significa che egli sia libero di munirsi di quattro orecchie e di quattro occhi. Tutta l'essenza dell'uomo è condizionata dal passato della specie umana, che ha determinato, anche nelle minuzie, quel che noi definiamo aspetto umano. La società in cui l'uomo vive, le persone che frequenta, le impressioni che riceve, tutto questo, in una sintesi originale con le tendenze embrionali che l'uomo ha ricevuto in eredità, ne formeranno in seguito la personalità. La società socialista può offrire alla vita dell'artista un contenuto interiore infinitamente più ricco di quello offerto dalla società in cui è vissuto fino ad oggi. Quanto ai valori che hanno un carattere ampio, monumentale, spontaneo, eterno, grandioso non può esservi dubbio di sorta. La società di classe divide gli uomini in gruppi in lotta tra di loro, e questo lascia un'impronta su tutta la vita spirituale. Non conosciamo, quasi non sentiamo ciò che è più caro all'umanità: la vita del collettivo umano. Noi accettiamo il passato dell’umanità, ne amiamo in una maniera o nell'altra il futuro, eppure essi trovano rispondenza in noi solo attraverso i vari fenomeni che si verificano nel nostro ambito; non diversamente da una chiocciola che ha intorno a sé il suo solito guscio, da un essere che accoglie le impressioni visive attraverso una finestra appannata e i suoni attraverso uno spesso tramezzo. Soltanto il socialismo distrugge questi tramezzi, elimina la necessità di qualsiasi forma di egoismo, riunisce gli uomini, distrugge la casetta che ci portiamo sul dorso come le lumache, rende la nostra mente morbida, plastica, ricettiva nei confronti di tutte le ricchezze della vita fuori di noi».
9. A. V. Lunačarskij, L'arte, Marxists.org, 1918.

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