02.1. LO SCOPO DELL'ARTE È IL CONFLITTO
Di seguito un ulteriore passaggio, tratto dall'incipit de La dialettica della forma cinematografica (1929)6 che testimonia la concezione artistica dell'autore:
«La proiezione del sistema dialettico delle cose / nel cervello / nella creazione astratta / nel processo del pensiero / produce: metodi dialettici di pensiero; / il materialismo dialettico... LA FILOSOFIA. / La proiezione dello stesso sistema di cose / mentre si crea concretamente / mentre si dà forma / produce: L'ARTE. Il fondamento di questa filosofia è un concetto dinamico delle cose. L'essere, come costante evoluzione dell'interazione di due opposti contraddittori. La sintesi, che nasce dall'opposizione tra tesi e antitesi. Altrettanto fondamentale è una dinamica comprensione delle cose per intendere correttamente l'arte e tutte le forme artistiche. Nel campo dell'arte questo principio dialettico di dinamica si concreta nel CONFLITTO come principio fondamentale dell'esistenza di ogni opera d'arte e di ogni forma d'arte. Perché l'arte è sempre conflitto:
1. per la sua missione sociale,
2. per la sua natura,
3. per la sua metodologia.
Per la sua missione sociale perché: è compito dell'arte rendere manifeste le contraddizioni dell'Essere; formare visioni obiettive suscitando contraddizioni nella mente dello spettatore, forgiando precisi concetti intellettuali dall'urto dinamico di opposte passioni».
[1] S. M. Ėjzenštejn, La dialettica della forma cinematografica, La forma cinematografica, Marxists.org, Mosca, aprile 1929.